Exclave russa in Lituania

Kaliningrad, Mosca contro le restrizioni: “La risposta sarà pratica più che diplomatica”

Il portavoce capo della Commissione UE Eric Mamer: "Questo non è un blocco, abbiamo sempre detto che la fornitura a Kaliningrad di beni essenziali rimane priva di ostacoli"

Kaliningrad, Mosca contro le restrizioni: “La risposta sarà pratica più che diplomatica”
(ApPhoto)
Kaliningrad, Russia

La possibile risposta alle restrizioni imposte dalla Lituania al transito delle merci nella regione di Kaliningrad sarà pratica piuttosto che diplomatica: le opzioni sono in fase di studio a livello di agenzie. Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo quanto riporta Interfax. 

Mosca ha avvertito l'Occidente di smettere di parlare dell'attivazione dell'articolo 5 della Nato in relazione all'escalation di tensione tra Lituania e Russia dopo il blocco parziale del traffico merci verso l'exclave di Kaliningrad. "Vorrei mettere in guardia gli europei contro pericolosi giochi retorici sul tema del conflitto", ha detto il viceministro degli Esteri, Serghei Ryabkov, citati dai media russi. Il dipartimento di Stato americano ha ribadito l'impegno di Washington nei confronti dell'articolo 5 del Trattato istitutivo della Nato, in cui si afferma che un attacco a un membro dell'Alleanza è un attacco a tutti. "La Lituania è un membro della Nato e gli Usa sono al suo fianco. Il nostro sostegno è blindato", ha detto il portavoce Ned Price. 

Intanto dalla Duma arriva la notizia di un possibile taglio delle forniture dell'energia elettrica dalla Russia alla Lituania. Questa è una delle opzioni studiate da Mosca per rispondere al blocco del passaggio di alcuni prodotti verso l'exclave russa di Kaliningrad decisa da Vilnius in applicazione delle sanzioni Ue. Lo ha detto il presidente della commissione Affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky, citato dall'agenzia Interfax. "A parte le altre cose, come limitare il transito dei camionisti lituani, considereremo la possibilità di interrompere il circuito per le forniture elettriche", ha detto Slutsky alla tv Rossiya 24

L'Unione europea: la questione riguarda le sanzioni a Mosca

Il problema dei controlli a Kaliningrad "sta venendo fuori adesso perché una serie di sanzioni dell'Ue contro specifiche esportazioni russe (prodotti in acciaio, materiale da costruzione) stanno diventando applicabili ora (dopo brevi periodi di transizione)". Lo ha annunciato il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer. "La Lituania sta attuando le misure restrittive dell'Unione imposte all'unanimità alla Russia dal Consiglio negli ultimi mesi, in risposta alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. In secondo luogo, questo non è ovviamente un 'blocco': abbiamo sempre detto che la fornitura a Kaliningrad di beni essenziali rimane priva di ostacoli", ha spiegato. "Ciò significa che la Lituania deve applicare ulteriori controlli sul transito stradale e ferroviario attraverso il territorio dell'Ue"

Mamer sottolinea come "non si tratta ovviamente di un "blocco" di beni verso Kaliningrad. I controlli lituani "si baseranno su una gestione intelligente del rischio, per evitare l'evasione delle sanzioni e consentire al contempo il libero transito. Siamo in stretto contatto con le autorità lituane e forniremo ulteriori indicazioni man mano che procederemo", aggiunge il portavoce di Palazzo Berlaymont.

Una risposta decisa alle dichiarazione di Mosca arriva dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz "In questi tempi difficili, la Germania sta assumendo la responsabilità di difendersi e, allo stesso tempo, di difendere i propri alleati". Lo ha dichiarato, come riportano i media tedeschi, nel suo discorso al Bundestag in merito alla posizione del governo sul conflitto in Ucraina. "Difenderemo ogni metro quadrato della Nato - ha ribadito Scholz - e sono convinto che il prossimo vertice dell'Alleanza invierà un segnale di forza

 

I vagoni merci presso la stazione merci di Kaliningrad, Russia (ApPhoto)
I vagoni merci presso la stazione merci di Kaliningrad, Russia

La storia di Kaliningrad

Kaliningrad è un exclave cioè un “territorio situato all'interno di uno stato diverso da quello cui politicamente o linguisticamente appartiene".

La storia di Kaliningrad è piena di episodi e tensioni simili a quelle degli ultimi giorni. Il porto della città fu fondato nel 1255 dall’ordine religioso dei cavalieri teutonici, che per un periodo ne fecero la capitale del loro stato monastico. Nel medioevo la città prese il nome di Königsberg (significa “la montagna del re”) e divenne una delle città più importanti del ducato e poi del regno di Prussia, feudo storico della dinastia degli Hohenzollern, che poi avrebbe riunificato la Germania e governato l’impero tedesco fino alla Prima guerra mondiale.

Grazie al fatto che il suo porto è uno dei pochissimi nella zona liberi dai ghiacci tutto l’anno, per l’età moderna e fino alla fine del diciannovesimo secolo Königsberg fu una delle più ricche e importanti città del nord Europa, un centro culturale e commerciale noto per i suoi magnifici monumenti storici. Benché sia stata per secoli abitata da una popolazione a maggioranza tedesca, Königsberg fu una città cosmopolita, con importanti influenze polacche, lituane e russe e un’università molto prestigiosa.

Königsberg è famosa anche per essere il luogo in cui sono nati il filosofo Immanuel Kant e la filosofa Hannah Arendt.

Ma anche in altre occasioni Königsberg/Kaliningrad si è trovata a far parte di una exclave: dopo la sconfitta dell’Impero tedesco nella Prima guerra mondiale, la Prussia orientale (con Königsberg al centro) fu staccata dal resto dello stato tedesco, e separata da uno stretto corridoio (il cosiddetto corridoio di Danzica) di proprietà della Polonia. Quando Adolf Hitler e il regime nazista salirono al potere, ricollegare la Prussia orientale al resto della Germania divenne una delle principali rivendicazioni del regime prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, e una delle cause dell’invasione tedesca della Polonia.

Kaliningrad, Russia (GoogleMaps)
Kaliningrad, Russia

Nel corso della Seconda guerra mondiale, Königsberg fu devastata dai bombardamenti degli Alleati, che distrussero o danneggiarono gravemente buona parte del centro città e dei più importanti monumenti storici, compresa la cattedrale che ospitava la tomba di Kant. La città fu conquistata dall’Armata rossa dell’Unione Sovietica nell’aprile del 1945.

Dopo la resa della Germania, i negoziati di pace concessero all’Unione Sovietica il controllo su Königsberg e sul suo territorio. Nel 1946 la città fu rinominata Kaliningrad, in onore del rivoluzionario sovietico Michail Kalinin. Nella città rimanevano circa 150mila persone tedesche (moltissime erano scappate durante la guerra e l’assedio di Königsberg, che era durato tre mesi), che furono in gran parte trasferite in Germania, nei territori controllati dall’Unione Sovietica.

Kaliningrad fu ripopolata da russi ma per decenni il regime sovietico non fu interessato a riportare la città al suo antico splendore. Durante la Guerra fredda la città  non fu davvero un’exclave: la Lituania e la Polonia, che la circondavano, facevano entrambe parte del blocco sovietico. 

Kaliningrad divenne, in quegli anni, la sede della flotta sovietica del mar Baltico e si trasformò in un gigantesco avamposto militare dove furono stanziati oltre 100 mila soldati, anche se alcune stime occidentali ritengono che furono il doppio, ad oggi invece si stima siano  o circa 10 mila e la città Kaliningrad ospitava, e ospita, armi nucleari, secondo le analisi di molti esperti occidentali.

Nel 2004, un articolo di “Politico” dava una fotografia di Kaliningrad come “un enorme magazzino dello stato russo”, dove tutto era più economico che nei paesi confinanti a causa dell’estrema povertà e del trattamento fiscale favorevole concesso dalla Russia, la criminalità organizzata era molto potente e i casinò costituivano una delle attrattive principali per i turisti.

Ad oggi il PIL dell’oblast di Kaliningrad è un terzo di quello di Mosca, e la metà di quello di San Pietroburgo.

Nel 2012 la Russia inviò nella sua exclave i sistemi antimissilistici a lungo raggio S-400 e nel 2016 il sistema missilistico Iskander,  capace di trasportare testate nucleari e di colpire l’Europa. Secondo varie analisi di esperti occidentali e fonti del governo lituano la Russia manterrebbe a Kaliningrad armi nucleari.

Kaliningrad e lo stretto corridoio che la collega alla Bielorussia, il cosiddetto varco di Suwalki, sono stati definiti “il punto debole della Nato” o anche “il luogo più pericoloso al mondo” perché in caso la Russia voglia attaccare la NATO lo farebbe da lì.

Ma l’Economist ha evidenziato che d’altra parte, in contrapposizione alla pericolosità per la Nato, le stesse motivazioni sono valide per la Russia perchè non è del tutto chiaro se il controllo di Kaliningrad sia davvero un vantaggio strategico per la Russia. Già adesso l’isolamento dell’exclave è molto forte, e lo sarebbe ancora di più, a maggior ragione, quando, come previsto, anche Svezia e Finlandia diventeranno membri della NATO. In caso di guerra, potrebbe essere difficile per l’esercito russo rompere l’isolamento dell’exclave.

 

Kaliningrad, Russia (WikipediaCommons)
Kaliningrad, Russia