L'Angelus

Papa: "Le prime navi del grano in marcia dall'Ucraina sono speranza di pace"

Il pontefice si affaccia alla finestra per il consueto Angelus domenicale parlando del sentimento della "paura" e del concetto di "vigilanza" di Dio. Poi dice: "bene partenza navi dall'Ucraina"

Papa: "Le prime navi del grano in marcia dall'Ucraina sono speranza di pace"
Ipa
Papa Francesco 31/07/22

"Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell'Ucraina delle prime navi cariche di cereali". Così il Santo Padre all'Angelus di oggi. "Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti che giovano a tutti", ha proseguito Francesco. "Pertanto tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza - ha aggiunto - e auspico di cuore che seguendo questa strada si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura". 

Questa settimana è stato fitto il lavoro "diplomatico" del pontefice a favore della costruzione di un percorso di pace in Ucraina: Bergoglio ha ricevuto in Vaticano prima il rappresentante del Patriarca di Mosca, Kirill e ieri l'Ambasciatore ucraino presso la Santa Sede. In autunno forse l'incontro tanto atteso con Kirill in Kazakistan.

Ma nel Vangelo dell'Angelus il pontefice ha parlato a lungo del sentimento della "paura" e del concetto di "vigilanza" di Dio. Quelle di Gesù - "Non temere, piccolo gregge" e "siate pronti" - secondo il pontefice sono "due parole-chiave per sconfiggere le paure che a volte ci paralizzano e per superare la tentazione di una vita passiva, addormentata". "Non bisogna affannarsi e agitarsi: la nostra storia è saldamente nelle mani di Dio, ha spiegato Francesco.

Ci rincuora questo invito di Gesù a non temere. A volte, infatti, ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia e di angoscia: è la paura di non farcela, di non essere riconosciuti e amati, la paura di non riuscire a realizzare i nostri progetti, di non essere mai felici, e così via. E allora ci affanniamo per cercare soluzioni, per trovare qualche spazio in cui emergere, per accumulare beni e ricchezze, per ottenere sicurezze; e come finiamo? finiamo per vivere nell'ansia, finiamo per vivere nella preoccupazione costante".

"Non temere: ecco la certezza a cui attaccare il cuore! - ha proseguito - ma sapere che il signore veglia con amore su di noi non ci autorizza a dormire, a lasciarci andare alla pigrizia! al contrario, dobbiamo essere svegli, vigilanti. Amare infatti significa essere attenti all'altro, accorgersi delle sue necessità, essere disponibili ad ascoltare e accogliere, essere pronti". Ed è così che "siate pronti" è il secondo invito di oggi. "è saggezza cristiana", l'ha definita il papa. "bisogna restare svegli, non addormentarsi, cioè non essere distratti, non cedere alla pigrizia interiore, perchè, anche nelle situazioni in cui non ce l'aspettiamo, il signore viene, ha ribadito. E alla fine della nostra vita ci chiederà conto dei beni che ci ha affidato; per questo, vigilare significa anche essere responsabili, cioè custodire e amministrare quei beni con fedeltà. Tanto abbiamo ricevuto: la vita, la fede, la famiglia, le relazioni, il lavoro, ma anche i luoghi in cui viviamo, la nostra città, il creato, tante cose abbiamo ricevuto". "Proviamo a chiederci, ha quindi concluso Bergoglio: abbiamo cura di questo patrimonio che il signore ci ha lasciato? ne custodiamo la bellezza oppure usiamo le cose solo per noi e per le nostre convenienze del momento? pensiamo un pò a questo: siamo custodi del creato che ci è stato dato?".