I mesi che ci aspettano

Prezzi, "questo autunno mangeremo meno carne e pesce, più minestrone"

Michele Carrus (Federconsumatori) a Rainews.it: "Qualche segnale positivo su grano e energia, ma la siccità ci fa temere". Su Amazon Prime: "Aumento ingiustificato"

Prezzi, "questo autunno mangeremo meno carne e pesce, più minestrone"
Patricia Bischof/Wikimedia Commons
Minestrone

Mentre chi può parte per le ferie, mentre infuria la campagna elettorale, mentre il governo lavora per salvare il salvabile, l'aumento dei prezzi è tra le prime preoccupazioni di gran parte dei cittadini, certamente di tutti coloro che ogni mese che passa fanno più fatica a far quadrare i conti. Michele Carrus, presidente di Federconsumatori, dipinge a Rainews.it un quadro complesso, non del tutto negativo ma neanche troppo rassicurante.

Quali prezzi dobbiamo aspettarci da settembre in poi?

Ovviamente non abbiamo la sfera di cristallo. Ci sono però alcuni elementi che ci fanno pensare e dipendono da variabili esterne.

La prima è la guerra in Ucraina. Bisogna vedere come evolverà, ma intanto l’accordo sul grano ha rimesso sul mercato grandi quantitativi di cereali utili ad alimentare anche una discesa del prezzo. In un anno il prezzo del grano duro era raddoppiato, quello tenero del 70%. Ora potrebbe stabilizzarsi.

Il secondo elemento è dato dal fatto che Arera, l’autorità per l’energia, ha varato nei giorni scorsi il nuovo sistema di determinazione del prezzo del gas, agganciato al prezzo di scambio nazionale e non più al Ttf di Amsterdam (Title Transfer Facility, il principale mercato di riferimento europeo, ndr). Questo potrebbe incidere sulle tariffe del mercato tutelato, dal primo ottobre in avanti. È atteso da tutti un calo del prezzo in bolletta.

Terzo elemento, i provvedimenti di natura fiscale del governo. Il nuovo decreto aiuti proroga gli sgravi sull’energia a settembre, saranno ulteriormente prorogati permetteranno una tenuta del quadro complessivo dei costi dell’energia per le famiglie? Altrove sono già stati registrati aumenti significativi connessi al caro energia: pensiamo per esempio all’aumento del costo del carburante per i pescherecci, oppure al trasporto dei mangimi animali, hanno inciso molto sui prezzi di carne e pesce, dei quali sono diminuiti notevolmente i consumi. Hanno invece tenuto i prezzi dei legumi, delle carote: probabilmente questo autunno mangeremo più minestrone e meno proteine animali.

Quarto elemento, la siccità: sta lievitando il prezzo del riso, che inizialmente non aveva seguito l’andamento degli altri cereali anche oltre il 100%. Anche i prezzi di pomodori e patate stanno risentendo della siccità.

Dunque il nemico numero uno oggi è la siccità

Da un lato sul fronte energia e grano qualche segnale che ci fa sperare che non ci siano ulteriori aumenti rispetto a quelli enormi già verificati, dall’altra la siccità ci fa temere.  La nostra ortofrutta viaggia su gomma: qui le decisioni del governo faranno la differenza sulle dinamiche dei prezzi. 

Il governo sta facendo abbastanza?

Noi veniamo da un anno di aumenti enormi. Oggi la famiglia media italiana si trova a spendere tra i 2300 e i 2500 euro all’anno in più, a fronte di stipendi o pensioni rimasti invariati. Qui il governo ha annunciato due provvedimenti: l’anticipo della rivalutazione delle pensioni a ottobre anziché a gennaio e la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. Sono certamente un aiuto alle famiglie in difficoltà, ma non sono sufficienti. Serve una stagione di rinnovi contrattuali e di adeguamenti dei contratti in vigore, insieme magari a una defiscalizzazione provvisoria di questi elementi. La stabilità politica, in una fase come questa, aiuterebbe notevolmente. Servirebbero anche strumenti di controllo dei prezzi al dettaglio, per evitare che a tutte queste dinamiche preoccupanti si aggiunga anche la speculazione.

C’è stato anche l’aumento del canone di Amazon Prime: rispetto ai beni alimentari di prima necessità sembra una questione secondaria, ma è anche vero che molti italiani comprano molto online.

Trovo questo aumento del tutto ingiustificato e scorretto. Interviene sui contratti in essere, con un aumento del 38,61% dell’abbonamento, “perché c’è l’inflazione”. Non è una motivazione valida, a fronte di nessun cambiamento del servizio, e l’incremento è altissimo, a fronte del 8% di inflazione. Abbiamo calcolato che solo in Italia porterebbe nelle casse di Amazon 5 milioni di euro. Abbiamo segnalato la situazione all’autorità Antitrust, abbiamo il forte sospetto che Amazon abbia inteso semplicemente compensare le perdite che ha registrato nel primo trimestre di quest’anno. Mi sembra un’operazione speculativa, assomiglia a quello a cui assistiamo quest’estate negli stabilimenti balneari: perché aumenta il costo dell’ombrellone, che c’entra con l’energia?

È un fatto isolato o indica una tendenza che riguarderà il settore digitale e quello della logistica?

C’è stato qualche altro tentativo di aumentare i prezzi nei contratti in essere, spesso non hanno avuto successo anche per l’opposizione di noi associazioni di consumatori. C’è stato un comportamento scorretto e aggressivo di molti piccoli operatori dell’energia, non solo per il telemarketing: tanti fornitori hanno modificato le condizioni dando pochissimo tempo agli utenti per poter decidere se mantenere il contratto o cambiare operatore, sono arrivate bollette stratosferiche.