Iran, il Cinema contro la repressione

Dehkordi: La rivoluzione covava. Panahi: Vi ringrazio, ma ho sogni che vanno oltre qualsiasi premio

Taraneh Alidoosti, la protagonista del film premio Oscar "Il Cliente", rischia l'arresto per la foto senza velo. Il regista premiato a Venezia e Miami è condannato a 6 anni di carcere per aver chiesto alle autorità notizie su due colleghi arrestati

Dehkordi: La rivoluzione covava. Panahi: Vi ringrazio, ma ho sogni che vanno oltre qualsiasi premio
Ap
Il regista iraniano Jafar Panahi

"A noi immersi nel mondo iraniano, quello che sta accadendo nel Paese non è qualcosa esploso all'improvviso, una reazione ad un fatto tragico ma estemporaneo, sono anni e anni che stiamo preparando questa rivoluzione", dice in un'intervista all'Ansa il regista Emad Aleebrahim Dehkordi, che ha presentato il suo film d'esordio al festival di Marrakech (11-19 novembre) e, prima ancora, a San Sebastian. Il regista ha 50 anni e da tre vive a Parigi, insieme a tanti altri artisti della diaspora iraniana.

Nel film girato 2 anni fa, “Chevalier Noir”, che racconta la storia di due fratelli - uno coinvolto nel commercio della droga, l'altro aspirante pugile - c'è Hana, una ragazza che esce indossando il velo non seguendo i rigori della legge islamica. Una casualità che spaventa e lascia pensare con quanto accaduto a Mahsa Amini, diremmo noi occidentali, ma il regista assicura che “che fa effetto a chi non è coinvolto da quella realtà” perché la rivoluzione covava già da anni…

Emad Aleebrahim Dehkordi ha poi aggiunto: "Io ho 50 anni e sentivo già da tempo queste istanze ma la mia generazione non aveva forse gli strumenti di oggi, che sono ad esempio il web, e vedo queste giovani studentesse in strada così coraggiose e determinate, sanno di rischiare la vita ma vanno avanti, sostenute spesso dalle loro madri. Ecco penso che le cose cambieranno davvero ora".

Il riferimento è, evidentemente, anche a Taraneh Alidoosti, una delle più importanti e amate attrici iraniane, protagonista del film premio Oscar di Ashgar Farhadi, “Il Cliente”, che aveva promesso di rimanere in Iran al fianco delle donne che lottano per la loro libertà, ma che ha fatto un gesto simbolico che va oltre le promesse: condividere su Instagram, con i suoi oltre 8 milioni di follower, una foto che la ritrae senza velo e con in mano il cartello "Donna, vita, libertà". Ora rischia il carcere.

Il mondo del Cinema è coinvolto profondamente nella protesta: c'è chi è in “autoesilio” in Europa, a Parigi, come Dehkordi, Farhadi e tanti altri, e ci sono i registi detenuti come Jafar Panahi, condannato a sei anni di carcere per aver chiesto alle autorità notizie su due colleghi cineasti arrestati Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad. 

Panahi, con il suo film girato illegalmente “No Bears - Gli orsi non esistono”, ha vinto a Venezia 2022 il premio speciale della giuria e, il 4 novembre scorso, ha fatto arrivare al festival di Miami (in Usa il film esce il 23 dicembre) che lo ha premiato, un audio registrato in prigione: "Vi ringrazio, ma ho sogni che vanno oltre tutti i premi del mondo". In Svizzera, in Ticino, la pellicola ha aperto il “Film Festival Diritti Umani”.