CULTURA
Giornata della Memoria
"La bicicletta di Bartali": il racconto segreto di un eroe che salvò 800 ebrei
Tra il 1943 e il 1944 Gino Bartali, uno dei più importanti nomi nella storia del ciclismo, salva oltre 800 persone trasportando documenti falsi nel tubo della sua bicicletta. Il racconto nel romanzo di Simone Dini Gandini

La confidenza al figlio Andrea
Ancor più che un grande campione di ciclismo, Gino Bartali fu quindi un eroe, un giusto e soprattutto un uomo che non amava far sapere le sue gesta. Per molto tempo non raccontò a nessuno degli oltre 800 ebrei salvati dalla morte durante la guerra perché secondo lui "il bene si fa ma non si dice". Poi la confidenza al figlio Andrea con la raccomandazione di non raccontare nulla se non a tempo debito.
L'arresto
"Nell'autunno del '43 Bartali venne arrestato dalla polizia fascista: a Firenze c'era il temutissimo comandante Mario Carità, persona crudele e spietata - racconta Dini Gandini -. Venne fermato ma nessuno ispezionò la sua bicicletta: grazie a questa 'dimenticanza' il campione si salvò. Ho voluto raccontare la sua storia per fare capire ai giovani lettori che l'eroismo e l'impegno civile esistono veramente".
La medaglia al valore civile
Nel 2006 è stata conferita alla memoria di Gino Bartali, dal Presidente della Repubblica di allora Ciampi, la Medaglia d'oro al valore civile e nel 2013 gli è stata assegnata dallo Stato di Israele l'importantissima onorificenza di Giusto fra le Nazioni.
Le parole di Paolo Conte
Oggi il mondo ricorda Bartali, scomparso nel 2000 a 86 anni, anche grazie alle parole di Paolo Conte, che cantava: "Oh, quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali, quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita, e i francesi ci rispettano che le balle ancora gli girano, e tu mi fai - dobbiamo andare al cine - e vai al cine, vacci tu".