Lisippo è dell'Italia, no della Cassazione al ricorso di Getty
Il pm: deve ritornare da noi, è l'ultima parola della giustizia italiana
La Cassazione ha respinto integralmente il ricorso presentato dai legali del museo Getty per la restituzione della statua dell'Atleta vittorioso attribuita a Lisippo, contesa da anni tra l'Italia e il museo statunitense, contro la decisione del gip di Pesaro di confiscare il bronzo risalente al IV sec. a.C. "Il Lisippo deve ritornare in Italia, è l'ultima parola della giustizia italiana" dice all'Ansa il pm di Pesaro Silvia Cecchi che ha seguito la lunga battaglia giudiziaria.
La decisione dei giudici della Cassazione rende definitiva la confisca immediatamente esecutiva della statua "ovunque si trovi" disposta dal gip pesarese Giacomo Gasparini lo scorso giugno. "Abbiamo buone speranze - aggiunge il pm Cecchi - stiamo preparando la rogatoria internazionale". Per il Museo Getty di Malibu, dove l'Atleta vittorioso è esposto, potrebbe aprirsi la strada di un ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Silvia Cecchi parla di un procedimento "estremamente complesso" che ha coinvolto vari settori del diritto, in primis quello penale, l'ordinamento italiano e quello Usa. La statua era stata recuperata da un peschereccio di Fano (Pesaro Urbino) nel 1964 al largo di Pedaso ed era stata acquistata nel 1977 per circa 4 milioni di dollari da un commerciante d'arte tedesco. La magistratura pesarese si era pronunciata sulla vicenda nel 2009 e ne 2013, su richiesta della Procura, per la confisca del bronzo in quanto bene inalienabile dello Stato. Per due volte il museo americano ha ottenuto l'annullamento per vizi procedurali.
Bonisoli: ora torni in Italia
Ora "auspichiamo che al più presto le autorità Usa si attivino per favorire la restituzione del Lisippo all'Italia". Lo dice all'Ansa il ministro della Cultura Alberto Bonisoli, contento che "finalmente si sia chiuso questo iter giudiziale e sia stato riconosciuto al nostro Paese il diritto di recuperare un'importantissima testimonianza del nostro patrimonio". Questa notizia, continua, "ci ricorda l'importanza dei beni per l'identità delle comunità e dei territori. Speriamo che la statua possa tornare presto ad essere ammirata nei nostri musei".
Rutelli: ora i musei sanno che non si scherza
"Grande soddisfazione per la parola finale stabilita dalla giustizia: l'Atleta di Fano dovrà tornare in Italia". Lo dice all'Ansa Francesco Rutelli, che 11 anni fa, da ministro della cultura, firmò con il Getty l'accordo che consentì il rientro in Italia di decine di capolavori, per un valore assicurativo che fu stimato allora in 500 milioni di euro. "In quell'occasione - sottolinea Rutelli - fu anche stabilito il rientro successivo della Dea di Morgantina, che è tornata a casa, nel Museo di Aidone (anche se è purtroppo poco valorizzata). Il recupero del Lisippo fu deferito, d'intesa tra le parti, alla decisione in sede giudiziaria. Ora il successo italiano è completo: i grandi musei internazionali sanno che acquistare capolavori senza una trasparente carta d'identità può portare a pesanti sconfitte". E conclude: "Vanno ringraziati gli artefici di un gran gioco di squadra che ho avuto l'onore di guidare: archeologi e funzionari Mibac; i tenaci inquirenti (tra cui il dottor Ferri), i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio (allora guidati dal generale Nistri, oggi comandante generale), i valenti Avvocati dello Stato (guidati da Maurizio Fiorilli)".
Rapa: ora lo attendiamo a Fano
Grande soddisfazione anche da parte del consigliere regionale di Uniti per le Marche Boris Rapa per la sentenza in Cassazione che permetterà con una rogatoria internazionale il rientro in patria della statua di Lisippo. "Finalmente si conclude positivamente una lunga battaglia! - dice in una nota -. La possibilità di far rientrare a Fano la statua del Lisippo, che per la nostra Città rappresenta ormai un prestigioso simbolo, deve renderci tutti orgogliosi delle nostre antichissime origini e della nostra storia. Complimenti a tutti i professionisti che in questi anni si sono adoperati al suo rientro, alla Regione Marche per essersi sempre impegnata, il gruppo consiliare Uniti per le Marche, che in aula ha presentato diversi atti per incentivare la politica e l'opinione pubblica a battersi in prima persona, e chiaramente al pm Silvia Cecchi e al giudice Gasparini per aver dimostrato che la giustizia deve sempre prevalere". "Prepariamoci ora ad accogliere l' Atleta vittorioso nel migliore dei modi - conclude Rapa - considerando il potenziale valore attrattivo della statua in termini turistici e di promozione del territorio".
Getty: difendiamo il nostro diritto ad avere la statua
"Continueremo a difendere il nostro diritto al Lisippo. La legge e i fatti non giustificano la restituzione al governo italiano di una scultura che è stata esposta al pubblico a Los Angeles per quasi messo secolo". Lo ha detto Lisa Lapin, vice presidente delle comunicazioni del Getty dopo la decisione della Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso del museo americano.
Avvocato: Getty dovrebbe far causa negli Usa
Il Getty dovrebbe rivolgersi a un tribunale americano per vedersi riconosciuto il diritto a tenere la statua di bronzo di cui oggi la corte di Cassazione ha deciso il ritorno in Italia. Lo sostiene, in una intervista al New York Times, William Pearlstein, socio dello studio legale Pearlstein McCullough and Lederman che frequentemente rappresenta galleristi che commerciano in antichità nelle dispute con governi. "Il tribunale Usa asserirebbe il diritto del museo alla proprietà sfidando gli italiani ad asserire il loro diritto superiore in maniera soddisfacente per la giustizia Usa. Non credo che ci possano riuscire", ha detto Pearlstein che non rappresenta il Getty nella disputa sul Lisippo.