18 giugno 2015
L'Enciclica "verde"

   

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Le parole più ricorrenti nel testo dell'Enciclica.

I commenti

Presentazione in sala stampa vaticana dell'Enciclica "Laudato si'".

Card. Peter Turkson

"Papa Francesco riconosce che nel mondo si va diffondendo la sensibilità per l'ambiente e la preoccupazione per i danni che esso sta subendo. In base a questa constatazione mantiene uno sguardo di fiduciosa speranza sulla possibilità di invertire la rotta".

Sig.ra Valeria Martano

La signora Valeria Martano, maestra elementare di una periferia romana, presenta l'Enciclica di papa Francesco: "La città si scompone come casa comune. La gente vive tra il posto di lavoro, se c'è, e i centri commerciali: s'impoverisce il tessuto umano, vera rete di protezione per i deboli".

Prof. John Schellnhuber

"Quando in un uomo la temperatura si alza di due gradi, c'è la febbre, e quando si alza di cinque gradi, muore. Lo stesso può accadere alla Terra, per effetto dello scioglimento dei ghiacci polari e dell'innalzamento del livello dei mari".

L'intervista

Intervista al teologo brasiliano Luiz Carlo Susin

Qual è la novità di questa Enciclica rispetto al pensiero della chiesa in tema di ambiente?

La novità è che questo tema sia oggetto di una Enciclica, che la questione ecologica e tutte le complesse questioni che le girano intorno, siano oggetto di una Enciclica.
Quando si vede il percorso che il Papa ha fatto, si vede che lui cerca di ripercorrere il cammino compiuto dai papi precedenti, del pensiero maturato negli ultimi tempi sull'ambiente e sull'ecologia e che ha rielaborato tutto in un linguaggio molto suo, nel senso che ha un linguaggio pastorale, che si può capire, un certo sapore anche di letteratura ma, soprattutto salda questo patrimonio in un magistero pontificio più alto, che è l'Enciclica.
Il tema dell'ambiente non è più è solo un punto, un passaggio di un discorso ma il tema centrale. Credo che questa sia la prima novità e la più importante anche se molto di quel che dice non è propriamente una novità in se stesso.


Questa Enciclica ha marcato anche una innovazione nel metodo, con la consultazione della chiese locali, i vescovi sono stati chiamati a pronunciarsi e a contribuire la testo. Quali sono gli stimoli più importanti arrivati dalla periferia?

Secondo me c'è stato un impulso, un incoraggiamento verso una ecologia integrale. Il Papa ad un certo punto parla di integralità ecologica.Questa ecologia integrale presuppone o cerca di integrare il livello sociale quello ecologico e quello spirituale.
Noi in Brasile abbiamo come riferimento il nome di Leonardo Boff, un teologo della teologia della liberazione che, ad un certo momento, ha concentrato le sue energie sull'aspetto ecologico.
Boff parlava di 4 ecologie e si vede che queste 4 ecologie sono presenti nel documento: ecologia ambientale, sociale, mentale e spirituale. Poi ci sono altre tradizioni come la deep ecology o ecologia profonda, che si può sottintendere in questa ecologia integrale e nella scelta di non dividere gli aspetti sociali, politici ed economici dall'aspetto ambientale. Il fatto che non si cada in una ecologia del naturalismo, in una ecologia senza la giustizia sociale , questo legame tra il sociale e l'ecologico non è una novità in sé ma, grazie proprio all'Enciclica, diventa un insegnamento del magistero ufficiale della chiesa e questa è la novità. Ad un certo momento il Papa parla di un unico amore. Non si può dividere l'amore per le persone da quello per la natura, dividerlo in un livello più alto ed uno più basso, un amore di primo livello, un amore di secondo livello, mi sembra che lui abbia messo l'ecologia, la terra, le creature allo stesso livello di quell'amore che appartiene a Dio e al prossimo. Amare Dio, il prossimo e la terra con le sue creature con un unico amore.


Nella riflessione del Papa sui beni comuni come acqua e aria e le risorse naturali in genere si sente l'influsso dell'azione dei movimenti che, specie in America Latina, si sono battuti per sottrarre questi beni a logiche meramente di mercato.

Sono pienamente d'accordo perché, anche durante la riunione dei vescovi latinoamericani nel 2007 ad Aparecida qui in Brasile, Bergoglio, che era il responsabile della commissione di redazione del testo, appariva già molto preoccupato da alcuni fenomeni molto latinoamericani come lo sfruttamento della foresta amazzonica, lo sfruttamento delle risorse minerarie, non solo del petrolio, ma delle commodities in generale. Lui era uno di quelli che maggiormente mostravano preoccupazione, e lo si vede in quel documento, per la povertà e lo sfruttamento del lavoro e la questione ecologica. Soprattutto quando si parla delle grandi città, delle megalopoli, perché in questo caso le periferie delle città che noi conosciamo qui versano in condizioni disperate proprio a causa della povertà. Se c'è povertà non si può avere cura dell'ambiente e questa è certo una esperienza che lui ha maturato in America Latina.


L'Enciclica nell'ultimo capitolo indica alcune proposte per l'azione individuale e collettiva, come interviene tra le posizioni politiche di oggi?

Io credo che è una sfida politica che può sembrare ancora molto ideale, molto teorica ma è una sfida da cui non si può sfuggire, noi avremo alla fine dell'anno a Parigi un nuovo summit internazionale sull'ambiente, simile a quel che fu il vertice di Kyoto, il Papa, in qualche modo, con questi orientamenti molto ideali e molto generali, ma forti dal punto di vista pastorale e dell'evangelizzazione riesce a restituire un quadro di insieme che potrà avere un influsso importante.



Timeline

La teologia del creato da Paolo VI a Papa Francesco

  • 1971

    Paolo VI

    Fin dagli anni Settanta, Paolo VI ha richiamato la necessità di una gestione ragionevole dei beni naturali. Non era la difesa dell'ecologia, ma una visione della natura incentrata sull'uomo. Nella Lettera apostolica scritta per l'80° anniversario della pubblicazione della "Rerum Novarum", il Papa apre un paragrafo dal titolo "L'ambiente naturale" dove parla per la prima volta di "responsabilità di un destino comune". Un forte accento viene dato allo "sfruttamento sconsiderato della natura" che l'uomo "rischia di distruggere e di essere a sua volta vittima".

  • 1983

    Vancouver

    Tra gli anni Settanta e gli inizi degli anni Novanta cresce la consapevolezza delle minacce ecologiche e nascono i primi movimenti ambientalisti. Anche all'interno delle chiese cristiane questa coscienza "verde" trova terreno fertile: i temi ambientali, coniugati in termini di salvaguardia del creato, sono stati al centro del processo di riconciliazione ecumenica tra le diverse confessioni religiose fin dall'Assemblea Ecumenica di Vancouver del 1983.

  • 1° gennaio 1990

    San Giovanni Paolo II

    Alla fine degli anni '80 Papa Wojtyła mette in guardia sull'uso indiscriminato delle risorse naturali e vede nell'industrializzazione un rischio per la contaminazione dell'ambiente e della qualità della vita. Il messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Pace sarà centrato proprio sul tema "Pace con Dio creatore. Pace con tutto il creato": "Il graduale esaurimento dello strato di ozono e l'effetto serra – scrive il Pontefice - hanno raggiunto ormai dimensioni critiche a causa della crescente diffusione delle industrie, delle grandi concentrazioni urbane e dei consumi energetici". Si parla di riscaldamento globale e degli effetti del cambiamento climatico già prima che questi termini entrino nell'uso comune.

  • 1° maggio 1991

    L'Enciclica Centesimus Annus

    San Giovanni Paolo II tematizza la questione ecologica collegandola al problema del consumismo e a quello che definirà un "errore antropologico" diffuso nel nostro tempo: l'uomo che scopre la capacità di trasformare il mondo col proprio lavoro ma dimentica che la natura è un "dono di Dio". "Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della creazione, l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura più tiranneggiata che governata da lui".

  • 24 marzo 1995

    Enciclica Evangelium vitae

    Per Papa Wojtyła la crisi ecologica è uno specchio della crisi morale: "Nei confronti della natura visibile, - scrive - siamo sottomessi a leggi non solo biologiche, ma anche morali che non si possono impunemente trasgredire". San Giovanni Paolo II stabilisce così i parametri della riflessione della Chiesa riguardo a una sfida tanto moderna: distruggere l'armonia dell'ambiente è un peccato perchè aliena gli esseri umani da se stessi e dalla terra. La crisi ambientale non è più solo scientifica e tecnologica ma soprattutto morale.

  • 1997

    Patriarca Bartolomeo I

    Anche il Patriarca Ecumenico Bartolomeo I può considerarsi un pioniere dei temi ambientalisti nella religione. Nel discorso al Simposio sull'ambiente, avvenuto nella città di Santa Barbara negli Stati Uniti, esplicitò le implicazioni della questione religiosa in termini di peccato: "Commettere un crimine contro il mondo naturale è un peccato. Per gli esseri umani, causare l'estinzione della specie, distruggere la diversità biologica della creazione di Dio; per gli esser umani, degradare l'integrità della Terra causando cambiamenti climatici, privandola delle sue foreste naturali o distruggendo le sue terre umide; per gli esseri umani il ferire gli altri esseri umani con la malattia; per gli esseri umani contaminare le acque della Terra, la sua aria, la sua vita con sostanze velenose: questi sono peccati".

  • 29 giugno 2009

    Enciclica Caritas in Veritate

    Benedetto XVI ha talmente approfondito e sviluppato le istanze ambientali ed ecologiche dei suoi predecessori da meritarsi l'appellativo di "primo Papa verde". Una tappa fondamentale del suo "pensiero verde" è stata l'Enciclica Caritas in Veritate in cui il Papa ha unito diversi ambiti: l'ecologico, il giuridico, l'economico, il politico, il culturale. Ha messo in guardia dall'accaparramento delle risorse energetiche non rinnovabili e ha richiamato l'urgenza di una solidarietà che porti a una "ridistribuzione planetaria delle risorse energetiche". Anche nell'Udienza Generale del 26 agosto 2009 Benedetto XVI ha ribadito che la questione ecologica riguarda i cristiani in quanto persone di fede e la Chiesa in quanto tale: "La Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico. E facendolo deve difendere la terra, l'acqua, l'aria come doni della creazione appartenenti a tutti".

  • 1 gennaio 2010

    XLIII Giornata Mondiale della Pace

    Nel messaggio per la XLIII Giornata Mondiale della Pace, Papa Ratzinger si domanda: "Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l'inquinamento dei fiumi e delle falde, la perdita della biodiversità…?" per poi soffermare il suo sguardo sul fenomeno dei "profughi ambientali" e sul diritto di ognuno alla vita.

  • 19 marzo 2013

    Elezione di Papa Francesco

    "La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È il custodire l'intero creato", come insegna la Genesi e ci ha mostrato San Francesco d'Assisi. Con queste parole Bergoglio comincia il suo pontificato scegliendo per sè il nome di Papa Francesco. L'invito è di essere "custodi del creato" e dell'ambiente.

  • 27 novembre 2014

    Conferenza di Lima

    La condanna di un sistema dove il "dio" denaro fagocita tutto e la natura, debole e indifesa, viene schiacciata, è pressante. Il richiamo del Papa a un futuro più sostenibile è sferzante: "Il tempo per trovare soluzioni globali si sta esaurendo".

  • 15 gennaio 2015

    Viaggio apostolico Sri Lanka e Filippine

    "Dio perdona sempre, gli uomini alcune volte, la natura mai. Se tu la prendi a schiaffi lei lo fa a sua volta". Fin dall'inizio del suo magistero, in Papa Francesco appare chiara una visione olistica dove natura, uomini e ambiente sono collegati tra loro. L'armonia riguarda tutto il creato nel suo insieme e nelle relazioni tra gli esseri viventi, ed è un dono di Dio.

  • 22 aprile 2015

    Giornata della Terra

    Nell'Udienza generale Bergoglio afferma: "La Terra è l'ambiente da custodire e il giardino da coltivare".

  • 18 giugno 2015

    Laudato Si': la nuova "Enciclica verde"

    Il tempismo della nuova Enciclica è significativo: il 2015 è un anno decisivo. A luglio, ad Addis Abeba, le nazioni si riuniranno per la III Conferenza internazionale sullo sviluppo. A settembre si terrà l'Assemblea generale dell'Onu che dovrebbe trovare un accordo su una nuova serie di obiettivi di sviluppo sostenibile, mentre a dicembre la Conferenza sui cambiamenti climatici a Parigi acquisirà gli impegni di ogni governo per rallentare o ridurre il riscaldamento globale.

Laudato si'

Il testo completo dell'Enciclica di papa Francesco.