La favola di Erodoto
Tra le meraviglie descritte da Erodoto, che ne aveva sentito soltanto parlare, ci sono le favolose chimere e un olio scuro che esce dalla terra e brucia. Il mondo antico credeva all'esistenza dell'animale fantastico ma aveva grandi riserve sulle voci che giravano attorno all'olio di pietra. Anche per noi capire cosa sia effettivamente quel liquido che abita sottoterra, fa funzionare le caldaie e dà vita ai motori non è semplice.
Alcune tribù di indios sudamericani che talvolta, quando ci riescono, fanno saltare in aria gli oleodotti, pensano sia "il sangue della terra", che non andrebbe estratto, pena l'ira della pacha mama. E noi figli dell'età della ragione e della scienza, che pure abbiamo imparato ad estrarre e utilizzare il petrolio, abbiamo spesso idee del tutto vaghe su cosa sia questa materia oscura e fiammeggiante.
Il prezzo del petrolio dal 1970
L'andamento del prezzo del petrolio associato a eventi storici significativi.
Lo sterco del diavolo
Secondo un famoso studio della fondazione Soros il petrolio è "lo sterco del diavolo". Nei paesi che lo estraggono favorisce il consolidarsi di una rendita mineraria che rende inutile la formazione di una classe media colta, industriosa e democratica; una rendita che alimenta la corruzione, il malgoverno, i conflitti armati e rende più facile il radicarsi di dittature. Non è un caso che i paesi più prosperi e democratici siano, in generale, quelli che il petrolio non l'hanno o che, se ne hanno, devono il loro sviluppo a un mix di fattori tra cui il petrolio non è predominante.
Quanto ne resta?
Non si sa. O meglio, forse qualcuno lo sa, ma non lo dice in giro. A seconda delle fasi di mercato gli esperti spiegano che ne resta poco o che ce n'è troppo. Da almeno 50 anni, ogni anno, si stima che le riserve basteranno solo per i prossimi 50 anni. Ogni anno le stime vengono aggiornate, i tempi allungati, e la mitica fine del petrolio viene sospinta verso un orizzonte mai lontanissimo ma neppure vicino. Negli anni '80 un think thank chiamato "club di Roma" ebbe molta fortuna predicendo la fine dell'oro nero entro il 2000. A loro rispose circa dieci anni fa lo sceicco saudita Yamani con la famosa frase "l'età della pietra non finì quando finirono le pietre, ma quando si trovò qualcosa di meglio. Per il petrolio sarà la stessa cosa".
La grande espansione delle energie rinnovabili, la lotta al cambio climatico, la chimica verde stanno modificando il nostro modo di guardare al petrolio. E' vero. Ma allora perché le previsioni dell'agenzia internazionale dell'energia continuano a prevedere che i combustibili fossili continueranno a rappresentare oltre il 70% del nostro mix energetico nei prossimi 50 anni? Un ruolo sempre maggiore giocherà il gas naturale, è vero, mentre il carbone verrà gradualmente accantonato, probabilmente, resta il fatto che la liberazione dell'umanità dai combustibili fossili non è ancora alle viste.
Quanto dovrebbe costare?
La questione più esoterica e incomprensibile è il meccanismo di formazione del prezzo che sfugge di solito anche agli esperti e a quelli che nel ramo lavorano come le stesse compagnie petrolifere. Era un dramma quando valeva 150 dollari a barile per chi doveva fare rifornimento alla pompa. E' un dramma ora perché ne vale meno di trenta e le compagnie falliscono, tagliano, riducono, licenziano.. Nel frattempo non è che i pattern di produzione e di consumo si siano modificati più di tanto e certo non in proporzione. Qualunque nuovo equilibrio tra domanda ed offerta viene amplificato a dismisura dalla finanza, i barili di carta, creati dalle scommesse sul prezzo futuro nelle borse delle commodities amplificano le oscillazioni del prezzo in modi difficili da prevedere anche per gli esperti.
Se il prezzo scende perché non è un bene?
Il petrolio è stato anche, nella storia recente, il meccanismo più potente di redistribuzione del reddito tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo. Quando il prezzo sale, banalizzando, gli sceicchi si coprono d'oro, quando scende i paesi occidentali, la Cina ed il Giappone conoscono fasi di espansione dei consumi e della produzione. Stavolta però non sta avvenendo. Gli sceicchi piangono come da copione ma l'occidente non ride. Perche'? Non lo sappiamo. Oggi il petrolio intorno ai 30 dollari deprime gli investimenti e l'occupazione (l'Eni tanto per fare un esempio ha fissato il break-even intorno ai 44 dollari a barile) ma non sta dando ai consumatori dei paesi industrializzati lo slancio sperato. Forse perché interagisce con un mondo dalla domanda depressa? Perché elimina l'inflazione di cui, ci dicono, avremmo tanto bisogno? Ancora una volta capiamo che l'oro nero è qualcosa che non abbiamo ancora capito.