Shakespeare lives

Il gran teatro del mondo

di Paola Marinozzi

Morire il 23 aprile, lo stesso giorno del compleanno!
Anche questa coincidenza contribuisce ad alimentare il giallo storico sull'esistenza, la nazionalità e la provenienza di William Shakespeare. Celebrando i quattrocento anni dalla sua scomparsa ci accorgiamo che l'unica informazione certa è che fu battezzato il 26 aprile 1564, poco dopo la morte di un altro genio assoluto, Michelangelo Buonarroti... un altro gigante tormentato che ha cercato nell'arte la magia che ci salva e ci cura dalle tenebre. Shakespeare è lo scrittore più citato al mondo capace com'è di racchiudere in una sola frase la nostra più profonda e intima essenza. E allora come una collana di stelle saranno proprio le frasi celebri ritagliate dalle sue opere a illuminare i nostri ricordi.

Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte. Romeo e Giulietta (Atto III, Scena 2)

Mi emoziono ogni volta.
Con quale dolce intensità riesce Giulietta a trasformare l'angoscia della lontananza in un accogliente firmamento. I "ritagli" del ricordo di Romeo brillano come stelle nell'oscurità, così la temuta notte della solitudine diventa bellissima e il mondo si innamora dell'ombra, del buio.

Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, 1968

Potenza degli opposti che si attraggono, è qui la poetica shakespeariana, l'unione di forze che si temono e contrastano, una stridente dialettica da cui nasce il fiore profumatissimo della sua poesia problematica e irrisolta, che non vuole sciogliere le contraddizioni o schierarsi per l'una o l'altra delle forze in conflitto. La sua visione è inclusiva, totale, dunque tragica.

William Shakespeare e Francis Bacon, 1610

Peter Brook il regista che ha contribuito a diffondere il genio shakespeariano con regie memorabili ha paragonato lo stile dei suoi versi in prosa ai quadri cubisti di Picasso, quando dipingere ritratti con più occhi e più nasi era un modo per cogliere una fetta più larga della verità.
"Shakespeare sapeva che l'uomo nello stesso tempo in cui vive la sua vita quotidiana, vive con intensità anche nel mondo invisibile dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti. Escogitò dunque un metodo capace di scorgere nello stesso istante sia l'espressione del viso di un suo personaggio sia le vibrazioni del cervello. Ed è questo il fine della metafora straordinaria, del passo elaborato, della sonorità della frase" ...
Uno stile che precorse i tempi e precorre tutti i tempi.

"Quando non sarai più parte di me ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte."

Romeo e Giulietta atto III scena II - Baz Luhrmann (1996)

L'universo shakespeariano

Siamo innamorati tutti dell'universo shakespeariano, ma addentrarsi e navigarlo provoca sempre una forte vertigine, qualsiasi direzione si prenda.

Vogliamo partire dalla biografia?
Parlare della vita di Shakespeare significa addentrarsi nelle infinite interpretazioni che mettono in dubbio la stessa identità del grande poeta e drammaturgo. In quanto uomo di teatro incarnava la vita effimera della rappresentazione. Le poche testimonianze parlano di un legame intenso di Shakespeare con i teatri di Londra (Il Globe, il teatro coperto Blackfriars) e i suoi drammi non erano pensati come opere di testo, ma copioni scritti senza suddivisione in atti e in scene che la compagnia rielaborava e modificava nel corso delle recite. La pubblicazione avveniva soltanto dopo la rappresentazione, spesso clandestinamente e in forma rimaneggiata. Da qui la convinzione di molti che molte delle opere siano state scritte a più mani.

Shakespeare's Globe theatre at Bankside, Londra, 1647

Dunque la firma "William Shakespeare" è divenuta essa stessa un mistero. C'è chi ritiene sia uno pseudonimo di Francis Bacon, il principale filosofo di un'epoca in cui l'unità medievale del mondo si stava sgretolando tra l'emergere di una nuova scienza (Copernico), nel dibattito aperto dalla teologia protestante (la Riforma) e nell'affermazione dell'autonomia del politico negli scritti di Machiavelli.

L'appello di Pif: "Shakespeare è nato a Messina e si chiamava Guglielmo Scrollalanza"

C'è poi chi assicura che sia di origini italiane. A cominciare da questa incredibile coincidenza: il 23 aprile 1564 nasceva a Messina Michelangelo Florio Crollalanza autore di "Tantu traficu ppi nenti" (in dialetto siciliano Tanto rumore per nulla?), figlio di Giovanni Florio e Guglielmina Crollalanza, scappati in Inghilterra per sfuggire all'Inquisizione perché assertori del calvinismo. E si dice che il cognome Shakespeare fosse la traduzione letterale del cognome della madre, Shake (scrolla) speare (lancia). Così con un altro cognome si cancellava il passato di fuggiaschi obbligando però lo scrittore a mantenere il segreto sulle proprie origini.

Affascinanti argomentazioni ma poco discusse anche per la difficoltà degli inglesi ad ammettere che il loro geniale drammaturgo possa non essere britannico. Ciò è anche comprensibile. Cosa faremmo noi, se ci dicessero che Dante non era italiano? Magari inglese o fiammingo? E che la Divina Commedia è stata in realtà scritta a più mani?

First Folio, 1623

Vogliamo continuare con le 37 opere teatrali così dense e diverse tra loro?
Scritte nell'arco di venti anni sono, ognuna a suo modo, dei capolavori e la vertigine si ripresenta di fronte ai 154 sonetti tra le più belle poesie d'amore mai concepite.

Io considero il mondo per quello che è: un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte. Il Mercante di Venezia (Atto I, Scena I)

C'è una cosa però che accomuna il personaggio Shakespeare al suo vasto repertorio letterario. Ed è un'autentica passione per il teatro, per la natura del teatro e i suoi mezzi espressivi. Andava molto di moda in epoca elisabettiana, epoca di grande fermento intellettuale-umanistico, interrogarsi sul rapporto fra realtà e illusione. Ed è la dimensione metateatrale ad affascinare particolarmente Shakespeare. «Tutto il mondo è un palcoscenico» ripete spesso nelle opere arricchite di travestimenti, intrighi, scambi di persona (pensiamo agli incantesimi nel Sogno di una notte di Mezza estate ai travestimenti nella Dodicesima notte alla messa in scena rivelatrice di Amleto o alla magia di Prospero nella Tempesta).

Una dimensione che ci costringe ogni volta a riconoscere che la "realtà" dell'azione nella quale ci eravamo identificati è solo un "riflesso" di realtà e l'illusione è padrona delle nostre vite.



"Io considero il mondo per quello che è: un palcoscenico dove ognuno deve recitare la sua parte"

Il Mercante di Venezia di Michael Radford (2004)

Le celebrazioni

Un palcoscenico, quello shakespeariano, affollatissimo, ovunque guardi o ti muovi scopri uno spazio così vasto che si fa fatica a delinearne le coordinate. L'Ambasciata Britannica con il British Council hanno provato a tracciarne una di riferimento per tutti, titolando i festeggiamenti "Shakespeare Lives": nonostante i quattro secoli trascorsi dalla sua morte il Bardo è sempre più vivo tra noi.

"Shakespeare lives", la presentazione all'ambasciata britannica.

Con i tanti eventi organizzati per il mondo si vuole dimostrare quanto le sue storie, i personaggi, le riflessioni, i temi, il linguaggio di William Shakespeare siano rilevanti ancora oggi e centrali per le future generazioni.
Un incredibile numero di partnership e collaboratori internazionali prendono parte al progetto (BBC, British Film Institute, Il National Theatre La Royal Shakespeare 400, il Shakespeare's Globe per dirne solo alcuni dal Regno Unito. Ma Shakespeare Lives "anche" in Italy. E si festeggia in tanti modi. E alla presentazione del programma ho incontrato alcuni dei protagonisti.

Shakespeare secondo Gigi Proietti, fondatore del Silvano Toti Globe Theatre di Roma

L'evento clou di "Shakespeare Lives" è un "abbraccio mondiale" simboleggiato dal grande tour "Globe to Globe" della prestigiosa compagnia shakespeariana che ha toccato oltre 190 nazioni in due anni. Ha scelto Trieste il teatro Politeama Rossetti come tappa italiana per i festeggiamenti.

Globe to Globe con "Hamlet" al Teatro Politeama Rossetti di Trieste

Ma perché il Globe Theatre ha scelto proprio Amleto per celebrare Shakespeare nel mondo e per affermare la sua contemporaneità?

Il potere

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La Giustizia

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Amleto in Palestina

"Shakespeare nostro contemporaneo" riprendo in mano il celebre saggio di Jan Kott il critico polacco che decretò una volta per tutte la sua verità fuori dal tempo: "L'Amleto è come una spugna - leggo - Basta non strizzarlo e non rappresentarlo come un pezzo da museo, perché assorba immediatamente tutta la nostra contemporaneità. È il dramma più strano che sia mai stato scritto proprio per le sue lacune, proprio per quel tanto di indefinito che contiene".

Ho sperimentato queste affermazioni di Jan Kott poco tempo fa a Torino alle Fonderie Moncalieri quando ha debuttato lo spettacolo "Amleto a Gerusalemme". Sono stati i cinque giovani attori palestinesi coinvolti dal regista Gabriele Vacis in un laboratorio lungo 8 anni in Terra Santa a chiedere fortemente di mettere in scena Amleto, guidati dal maestro del teatro di narrazione Marco Paolini.

Paolini e Vacis portano a Torino "Amleto a Gerusalemme"

"Ciascuno di loro è Amleto - ci fa capire Paolini - perché come il principe di Danimarca anche i giovani palestinesi hanno ricevuto una pesante eredità dai loro padri, una situazione incancrenita di convivenza impossibile che li incita alla vendetta e all'odio. Vedono con grande simpatia quel ragazzo - continua Paolini - ma l'idea che la strada obbligata sia quella di seguire il destino dei padri sembrano metterla in discussione. E quando un ragazzo mette in discussione il destino di Amleto mette in discussione l'eredità dei padri".

Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere. Amleto (Atto IV, Scena V)

Questi ragazzi sono potenzialmente pericolosi poiché da vittime possono trasformarsi in carnefici e giustizieri, ma grazie al capolavoro di Shakespeare comprendono dove li porterebbe la vendetta: a un nulla di fatto. Perché nulla veramente si compie nell'Amleto: l'atto concreto o è interrotto, o rinviato, o sbagliato. La crisi e il dubbio, tratti essenziali della sua intelligenza, diventano un problema per tutti i personaggi del dramma, ma anche per Amleto stesso. In questo modo l'esperienza moderna del conoscere prende nell'opera una forma tragica.

"Usiamo la scena per vivere con più coraggio oggi". Marco Paolini esorta chiunque a pretendere molto dal teatro e viaggiare sempre con le emozioni.

"Non c'è mondo per me al di fuori delle mura di Verona"

Romeo e Giulietta

Shakespeare lives... in Italia

C'è poi una cosa che ci riempie di orgoglio e ci porta a festeggiare con entusiasmo questa ricorrenza: la singolare preferenza di William Shakespeare per l'Italia! 11 ambientazioni in 12 opere.
Perché? Perché il giovane conte di Southampton mecenate del Bardo parlava e leggeva perfettamente l'italiano, perché l'istitutore del conte e linguista Giovanni Florio era il più importante traduttore dall'italiano all'inglese e grande amico del drammaturgo attore e capocomico teatrale William Shakespeare.
Perché conoscere l'Italia e parlare italiano era per la stessa regina e la sua corte quanto di più elegante si potesse concepire e insomma era di moda per gli artisti elisabettiani introdurre elementi italiani nei loro lavori.

"There's no world... Non c'è mondo per me al di fuori delle mura di Verona. Romeo e Giulietta (Atto III, Scena III)

Delle dodici opere ben 5 sono state ambientate in Veneto: Romeo e Giulietta, Il Mercante di Venezia, Otello, La Bisbetica Domata, I due gentiluomini di Verona. Per questo tra i festeggiamenti da segnalare c'è una bellissima iniziativa: "Shakespeare in Veneto" la ricca rassegna di 60 spettacoli in ville castelli e chiostri per rivivere le parole originali di William Shakespeare dove aveva scelto di ambientare le sue opere "venete".

"Shakespeare in Veneto", tra gli eventi "Otello" a Ca' Sagredo.

Nel teatro di Shakespeare la materia più fantastica ha lo stesso peso di quella storica e la verità umana è così convincente da rendere credibili le finzioni più romanzesche . Romeo e Giulietta ne sono un esempio, così potenti da trasformare Verona nella città dell'amore e dimore e chiostri in luoghi di pellegrinaggio da secoli.

Verona: Romeo e Giulietta nel chiostro a 400 anni dalla morte di Shakespeare

"Siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d'un sogno è racchiusa la nostra vita"

"La tempesta" di Giorgio Strehler, con Tino Carraro (1979)

Il sogno... come un film

Shakespeare "nostro contemporaneo" perché è lo scrittore in assoluto più amato dal cinema. Grazie alla sua meravigliosa versatilità, alla disinvoltura con cui passa dalla tragedia alla commedia, dalla storia sentimentale all'epica eroica, dalla fantasia allo studio dei caratteri ha ispirato grandi registi. Il Museo del Cinema di Torino ripropone un ciclo di film memorabili che confermano il forte connubio tra il genio e la settima arte. Una piacevole chiacchierata con il direttore del museo del cinema e direttore del Festival Internazionale del cinema di Venezia. Insomma un'autorità nel campo...

Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema di Torino, parla dei film memorabili che Shakespeare ha ispirato.

Polonio: "Che cosa state leggendo, mio signore?" – Amleto: "Parole, parole, parole".Amleto (Atto II, Scena II)

Parole, parole, parole tante parole è vero, ma c'è tutta la nostra vita in queste parole. Continueremo a tenerne conto. Grazie infinite mister Shakespeare e... dal momento che ancora vivi tra noi... Buon Compleanno Sir William.





Shakespeare lives

A cura di: Fabio Cappelli, Paola Marinozzi, Luca Gaballo, Valeria Pannuti
In redazione: Francesco Laurenti, Marina Tosto
Ricerca video: Nicola Picchi
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