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Pnrr e rigenerazione urbana, in Fvg approvato un solo progetto

Pnrr e rigenerazione urbana, in Fvg approvato un solo progetto
I parametri della riduzione del disagio sociale e della densità abitativa hanno privilegiato il Mezzogiorno. Ma in regione il Piano nazionale di ripresa e resilienza finanzia interventi simili con altri bandi
Da giorni tiene banco l'esclusione quasi totale del Friuli Venezia Giulia da una linea di finanziamento del banco del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Alle regioni del sud è andato il grosso di un finanziamenti di rigenerazione urbana: 79 progetti approvati per esempio in Campania, uno solo in Friuli Venezia Giulia, fanalino di coda.

Si tratta innanzitutto di uno solo bando da 3 miliardi e 400 milioni su un totale di PNRR di quasi 250 miliardi. 

Per questo contributo, c'erano due grandi parametri da soddisfare: uno era la densità abitativa, e già qui era dura competere con alcune aree metropolitane. L'altro, che i progetti fossero volti a ridurre il degrado sociale.

Al bando hanno partecipato 10 comuni della regione con 31 progetti, ma alla fine l'ha spuntata la sola Monfalcone,  che riceverà 1 milione e 600mila euro per riqualificare l'ex mercato coperto e farne un Centro regionale sportivo Integrato per disabili.

In realtà i soldi del PNRR stanno arrivando in regione, eccome, però tramite altri bandi. Prendiamo Udine, ad esempio: ha perso questo finanziamento, ma con soldi europei riuscirà a riqualificare il quartiere San Domenico con 15 milioni.

Per partecipare, stavolta, serviva avere progetti pronti e cantierabili entro tre anni, e rispettare delle scadenze temporali: a Monfalcone, per esempio, il primo lotto era già partito, finanziato già con fondi comunali. Se chiedi soldi per un secondo lotto, ad opera già avviata, hai già una credibilità diversa, commenta il sindaco Cisint. 

I comuni piccoli e grandi si stanno attrezzando con tecnici in grado di presentare progetti europei per le decine di altre linee di finanziamento future.

Se una critica va fatta, sottolinea Michele Nencioni, direttore di Confindustria Udine ed esperto di progettazione europea, è che non c'è stata condivisione con i territori nello stabilire i criteri iniziali. Ovviamente se la scelta politica di un piano volto a riequilibrare l'Italia già puntava ad assegnare più fondi dove c'è più disagio economico e sociale, il nord est ne esce penalizzato, ma non per suoi demeriti di progettualità.