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Marzia Corini assolta "Per otto anni ho patito le pene dell'inferno"

Marzia Corini assolta "Per otto anni ho patito le pene dell'inferno" TgR Liguria
"Il fatto non sussiste" la Corte d'assise di Milano chiude il caso della morte del fratello, Valerio Corini, nel settembre del 2015

Assolta perché il fatto non sussiste. Questa la sentenza della corte d’assise d’appello di Milano nei confronti di Marzia Corini, accusata di aver ucciso il fratello Marco Valerio, malato terminale, con un'iniezione di sedativo, nel settembre 2015

Il primo pensiero è che questo sistema è sbagliato, non si può prendere la vita di una persona innocente per otto anni e farle patire le pene dell’inferno”, ha commentato Marzia Corini dopo la lettura del dispositivo. “Adesso comincerò finalmente a elaborare il lutto di mio fratello, perché per ora ho potuto ripercorrere la sua morte centinaia di volte e analizzare la sua agonia minuto per minuto centinaia di volte, ora comincerà la mia vita privata”.

Così al termine del secondo processo di appello davanti alla Corte D'assise di Milano sul caso della morte del noto avvocato spezzino, scomparso nel settembre 2015 nella sua villa di Ameglia.

La procuratrice generale Francesca Nanni aveva chiesto la condanna di Marzia Corini a 14 anni riconoscendo le attenuanti generiche, oltre a due mesi per il furto dall’ospedale di Pisa dei farmaci poi somministrati al fratello, malato terminale.

Per l’accusa Marzia Corini, che conosceva il fratello come uomo attaccato alla vita, ha voluto che lui “non avesse coscienza della morte imminente” ed è intervenuta con questa finalità. Tuttavia “sicuramente è mancato il consenso” e il movente è sì personale e familiare, ma anche economico, perché “è un dato di fatto che ci sia stata una contrapposizione forte, anche con mire economiche” legate al testamento. Per questo ha chiesto la pena minima per il reato di omicidio.

Accolta la richiesta dell'avvocato Vittorio Manes, difensore con il collega Giacomo Frazzitta, che in aula aveva detto "Marzia Corini deve essere assolta perché la sua condotta come sorella e come medico è stata ineccepibile", come stabilito dalla corte d'appello di Genova nel precedente processo di secondo grado. Per la difesa “non è provato oltre ogni ragionevole dubbio che la causa di morte in concreto sia stata quella somministrazione”.

Marzia Corini era stata arrestata nel febbraio del 2016 con l’accusa di omicidio volontario. Nel maggio 2021 era arrivata la sentenza della Corte d'Assise del tribunale della Spezia, che aveva condannato Marzia Corini a 15 anni. Assieme a lei, condannata a 4 anni l'avvocata ed ex collega di studio di Corini, Giuliana Feliciani.

La sentenza di primo grado era stata poi ribaltata nel maggio 2022, quando la Corte d'appello di Genova, aveva assolto Marzia Corini dal reato di omicidio volontario. Il procuratore generale Roberto Aniello aveva chiesto la conferma della condanna per omicidio ritenendo però che il delitto non fosse stato dettato da ragioni economiche legate all'eredità , come stabilito dai giudici di primo grado, ma dalla volontà di mettere fine alle sofferenze del fratello. Assolta anche la collega di studio di Corini, Giuliana Feliciani.

Nell’aprile del 2023 un nuovo ribaltamento: la Cassazione aveva annullato l’assoluzione in appello, una sentenza giudicata “manifestamente illogica e irragionevole”, e ha chiesto alla Corte d’Appello di Milano di pronunciarsi nuovamente nel merito del caso. Tenendo in considerazione la prova ritenuta centrale nell’inchiesta: una frase pronunciata dall’imputata, intercettata, in una conversazione telefonica fatta con un'amica: "In realtà ho deciso io per lui quando non era più tollerabile e questa è una cosa che mi porto dentro”.