ll sorriso più bello, l'immensa gioia di alzare al cielo - fascia di capitano al braccio - quello che nel calcio di club è il trofeo più prestigioso: la Champions League. Quella Coppa dalle grandi orecchie che a Torino, dopo quel 1996, non sarebbe più arrivata. Gianluca Vialli ha perso la sua battaglia, quella contro un cancro al pancreas diagnosticato cinque anni fa. Lasciandoci ricordi ed emozioni indelebili.
Gli inizi a Cremona, città di nascita di quel riccioluto attaccante che, passando prima da Genova - sponda Samp - e poi da Torino avrebbe fatto innamorare a suon di gol e rovesciate milioni di tifosi. E poi l'Inghilterra, in campo e in panchina. Tante gioie ma anche delusioni. Poi la Nazionale. Col suo gemello del gol, Roberto Mancini. Ancora insieme, 30 anni dopo lo scudetto in blucerchiato, l'Europeo di Wembley.
A fine novembre, al Torino Film Festival, una delle ultime apparizioni pubbliche. Per celebrare proprio quel sogno chiamato Samp, preludio di quella magica notte in cui, sebbene vestito di blu, ha scritto un pezzo indelebile di storia bianconera.