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Indagati Salvini e il suo capo di gabinetto: l'inchiesta resta in Sicilia

Indagati Salvini e il suo capo di gabinetto: l'inchiesta resta in Sicilia tgr
I reati contestati per la vicenda della nave Diciotti sono sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio. Gli atti trasmessi alla Procura di Palermo
Resta siciliana l'inchiesta sulla vicenda della nave Diciotti che da ieri sera vede iscritti, nel registro degli indagati, il ministro dell'Interno Matteo Salvini, e il suo capo di Gabinetto, il prefetto Matteo Piantedosi. Per sequestro di persona, arresto illecito e abuso di ufficio. Ma ora il fascicolo, per competenza, verrà trasmesso da Agrigento, al tribunale dei ministri, presso la Procura di Palermo. Il salto di qualità, dopo la trasferta a Roma del procuratore Luigi Patronaggio

Fondamentali, per ricostruire la catena di comando che ha bloccato prima l'attracco a Lampedusa del pattugliatore della guardia costiera con 177 migranti soccorsi in acque Sar maltesi la notte di Ferragosto, poi il suo sbarco a Catania, sono stati gli interrogatori al Viminale di due dirigenti del Dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione, l'ufficio che si occupa di assegnare alle navi il cosiddetto "porto sicuro", e coordinare lo sbarco. 

Secondo indiscrezioni, i due avrebbero spiegato di aver seguito un ordine 'politico' venuto direttamente dai loro superiori al Ministero. E che Catania non era il porto sicuro individuato, ma solo uno scalo tecnico. (Un espediente forse, per rinviare l'identificazione dei migranti, e poter così negoziare con l'Europa).

Sono stati ascoltati anche funzionari del ministero dei Trasporti, e della centrale operativa della guardia costiera di Roma. Ora il tribunale dei ministri, competente per i reati compiuti da esponenti del governo, entro 90 giorni deciderà se archiviare o chiedere l'autorizzazione a procedere. Intanto, intorno all'indagine, è bufera politica.