MONDO
Un minuto di silenzio alla Camera
Giornata Mondiale dei Diritti Umani 2014
Molte associazioni manifestano davanti a Montecitorio per chiedere che venga introdotto anche in Italia il reato di tortura

Esistono ancora oggi in tanti Paesi del mondo leggi barbare come la morte per lapidazione dove, soprattutto le donne, vengono assassinate a colpi di pietra. Secondo l'ultimo rapporto di Amnesty International, la lapidazione è legge in Arabia Saudita, Pakistan, Sudan, Nigeria, Libia e Indonesia (dove è stata reintrodotta nel 2009).
Le violazioni dei diritti umani ogni anno mietono centinaia di migliaia di vittime. E anche gli Stati Uniti non ne sono immuni: dal rapporto sulle attività della Cia diffuso dalla commissione di intelligence del Senato Usa, dedicato alle attività della Cia successive all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle, emerge che i metodi usati negli interrogatori sono "più brutali" di quanto spiegato dalla Cia stessa ai legislatori. "Le tecniche utilizzate hanno inflitto dolore e sofferenze ai detenuti e non sono servite".
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani
Per ribadire che tutti gli uomini hanno dei diritti fondamentali, senza distinzioni, il 10 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, ricorrenza istituita dall'Assemblea Generale Onu per ricordare l'anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata il 10 dicembre 1948. Per la prima volta nella storia dell'umanità veniva prodotto un documento per tutte le persone del mondo e per la prima volta veniva scritto che esistono diritti di cui ogni essere umano deve poter godere, per la sola ragione di essere al mondo.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce nell'articolo 1 che "tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".
Uno degli eventi di punta dell'Onu
La ricorrenza costituisce uno degli eventi di punta nel calendario del quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Durante le celebrazioni vengono anche tradizionalmente attribuiti i due più importanti riconoscimenti: il Premio Nobel per la pace, assegnato ad Oslo, ed il quinquennale Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Human Rights Prize), istituito dall’Assemblea Generale nel 1966 e assegnato per la prima volta il 10 dicembre 1968 in ricordo del ventesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Sensibilizzare al rispetto dell'uomo
Scopo primario della giornata è educare e sensibilizzare al rispetto dell'uomo in quanto tale e a ricordare i passi compiuti dalla società verso il rispetto di tutti gli esseri umani, contro la schiavitù e la soppressione dei diritti individuali.
Un minuto di silenzio
In occasione dei 30 anni dall'adozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva manifesteranno con un minuto di silenzio alla Camera per chiedere l'approvazione della legge passata al Senato il 5 marzo scorso ed ora al vaglio della Camera. Un testo che non qualifica la tortura come reato proprio, bensì come reato comune, con l'aggravante nel caso in cui l'autore sia un pubblico ufficiale e che non prevede la perseguibilità delle condotte omissive né contempla un fondo nazionale per le vittime della tortura. Un testo, quindi, che secondo le organizzazioni per i diritti umani, può e dev'essere migliorato e attende da 25 anni di essere inserito nel codice penale (avendo l'Italia ratificato la Convenzione nel gennaio 1989).
Le violazioni dei diritti umani ogni anno mietono centinaia di migliaia di vittime. E anche gli Stati Uniti non ne sono immuni: dal rapporto sulle attività della Cia diffuso dalla commissione di intelligence del Senato Usa, dedicato alle attività della Cia successive all'attacco terroristico dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle, emerge che i metodi usati negli interrogatori sono "più brutali" di quanto spiegato dalla Cia stessa ai legislatori. "Le tecniche utilizzate hanno inflitto dolore e sofferenze ai detenuti e non sono servite".
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani
Per ribadire che tutti gli uomini hanno dei diritti fondamentali, senza distinzioni, il 10 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, ricorrenza istituita dall'Assemblea Generale Onu per ricordare l'anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, approvata il 10 dicembre 1948. Per la prima volta nella storia dell'umanità veniva prodotto un documento per tutte le persone del mondo e per la prima volta veniva scritto che esistono diritti di cui ogni essere umano deve poter godere, per la sola ragione di essere al mondo.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani sancisce nell'articolo 1 che "tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".
Uno degli eventi di punta dell'Onu
La ricorrenza costituisce uno degli eventi di punta nel calendario del quartier generale delle Nazioni Unite a New York. Durante le celebrazioni vengono anche tradizionalmente attribuiti i due più importanti riconoscimenti: il Premio Nobel per la pace, assegnato ad Oslo, ed il quinquennale Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Human Rights Prize), istituito dall’Assemblea Generale nel 1966 e assegnato per la prima volta il 10 dicembre 1968 in ricordo del ventesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Sensibilizzare al rispetto dell'uomo
Scopo primario della giornata è educare e sensibilizzare al rispetto dell'uomo in quanto tale e a ricordare i passi compiuti dalla società verso il rispetto di tutti gli esseri umani, contro la schiavitù e la soppressione dei diritti individuali.
Un minuto di silenzio
In occasione dei 30 anni dall'adozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, Amnesty International, Antigone, Arci, Cild e Cittadinanzattiva manifesteranno con un minuto di silenzio alla Camera per chiedere l'approvazione della legge passata al Senato il 5 marzo scorso ed ora al vaglio della Camera. Un testo che non qualifica la tortura come reato proprio, bensì come reato comune, con l'aggravante nel caso in cui l'autore sia un pubblico ufficiale e che non prevede la perseguibilità delle condotte omissive né contempla un fondo nazionale per le vittime della tortura. Un testo, quindi, che secondo le organizzazioni per i diritti umani, può e dev'essere migliorato e attende da 25 anni di essere inserito nel codice penale (avendo l'Italia ratificato la Convenzione nel gennaio 1989).