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MONDO

Lotta a Isis in Iraq

Cnn turca: 1.200 soldati di Ankara nella regione irachena di Mosul in un'area controllata dall'Isis

Soldati turchi dotati di armi pesanti sarebbero entrati nella periferia di Mosul. L'area è sotto controllo Isis da tempo. Ma Ankara smentisce: solo 150 uomini per addestramento delle forze anti-Daesh

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Tank turchi a Gaziantep in Turchia (Repertorio AP/DHA)
Circa 1.200 soldati turchi sarebbero entrati nella regione irachena di Mosul, nei pressi di Bashiqa. Lo riferisce la Cnn turca citando fonti della sicurezza. L'area è sotto il controllo dell'Isis dal giugno 2014. La Turchia avrebbe schierato delle unità di fanteria dotate di armi pesanti nella periferia di Mosul, città dell'Iraq settentrionale in mano allo Stato islamico dal giugno 2014.

La notizia è stata data dal portavoce delle Unità per la mobilitazione popolare (Pmu, milizie sciite) per la provincia di Ninive, Mahmoud Alsurja, in un comunicato stampa diffuso dalla stampa locale. Si tratterebbe in particolare di "tre unità militari turche dotate di armi pesanti". Secondo il portavoce delle Pmu, le forze di terra turche si starebbero preparando a sostenere la coalizione internazionale nell'offensiva per riconquistare Mosul. Finora non c'è stata alcuna reazione da parte del ministero della Difesa e del governo federale di Baghdad al presunto ingresso delle truppe turche nel territorio iracheno. E fonti americane avvertono: le truppe turche non fanno parte della coalizione anti-Isis a guida Usa.

Turchia: soldati inviati in Iraq sono 150, per addestramento
Ma sarebbero solo circa 150 i soldati turchi entrati nell'area di Bashiqa. Lo riferiscono fonti della sicurezza di Ankara, secondo cui il battaglione sarà impegnato in una missione di addestramento delle forze anti-Isis. 

Iraq: no a violazioni sovranità
Giovedì 3 dicembre, l'ufficio del primo ministro Haider al Abadi aveva diffuso un durissimo comunicato in cui ribadisce "il fermo e categorico rifiuto a qualsiasi violazione della nostra sovranità", avvertendo che Baghdad "riterrà un atto ostile qualsiasi ingresso di forze di terra" straniere. Atto a cui il governo federale "risponderà di conseguenza".