Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/2-giugno-Mattarella-i-valori-del-1946-ci-guidano-per-un-futuro-di-pace-867c2b5a-1526-4555-ad73-9e6661bb7b98.html | rainews/live/ | true
ITALIA

Festa della Repubblica

2 giugno, Mattarella: i valori del 1946 ci guidano per un futuro di pace

Al via le celebrazioni per la Festa della Repubblica. La parata è aperta quest'anno da 400 sindaci, in prima fila quelli dei Comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto

Condividi
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rende omaggio al Milite Ignoto

Si festeggia oggi il 71esimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana. Ad aprire le celebrazioni, l'omaggio del capo dello Stato, Sergio Mattarella, alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriano. Momento clou è stata la parata militare in via dei Fori Imperiali. Il presidente della Repubblica è giunto all'Altare della Patria accompagnato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti e dal capo di Stato maggiore della Difesa Claudio Graziano. Sulle scale del Vittoriano, a ricevere il capo dello Stato, tra gli altri, il presidente del Senato, Piero Grasso, quello della Camera, Laura Boldrini, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi.

La banda dell'Esercito ha quindi intonato l'Inno nazionale e le Frecce tricolori hanno sorvolato il Vittoriano.



Dopo l'alzabandiera solenne e la deposizione di una corona d'alloro sul sacello del Milite Ignoto, Mattarella ha passato in rassegna le truppe. La parata - alla quale partecipano circa 4.000 persone, tra militari e civili - è aperta quest'anno da 400 sindaci, in prima fila quelli dei Comuni del Centro Italia colpiti dal terremoto.

Andrea Bocelli canta l'inno d'Italia a fine sfilata
La sfilata in via dei Fori Imperiali si è conclusa sulle note dell'inno d'Italia, intonate da Andrea Bocelli assieme al coro di voci biance dell'Accademia nazionale di Santa Cecilia e il successivo passaggio delle Frecce Tricolori.


Mattarella nel messaggio alle Forze Armate: "Dare alle future generazioni un'Italia in pace"
"Nel settantunesimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana, rivolgo il mio saluto agli uomini e alle donne delle nostre forze armate ed insieme a loro rendo omaggio ai tanti caduti lungo il difficile e sofferto cammino del nostro Paese verso la libertà e la democrazia. I valori che ci hanno unito il 2 giugno del 1946 continuano a guidarci per realizzare lo stesso desiderio dei nostri padri: dare alle future generazioni un'Italia in pace, prospera e solidale, in grado di assolvere a un ruolo autorevole e propulsivo all'interno di quella comunità internazionale che abbiamo contribuito a edificare". E', questo, uno dei passaggi del messaggio che Mattarella ha inviato al capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano. (Il messaggio integrale)

Pinotti: anche oggi servono scelte strategiche
Sebbene "in condizioni assolutamente diverse", viviamo oggi "emergenze che richiedono scelte altrettanto strategiche per tutelare quei valori di democrazia, libertà, sicurezza per cui gli italiani hanno tanto combattuto: scelte che coinvolgono direttamente le nostre Forze armate, da sempre al servizio del Paese e della sicurezza dei cittadini e indiscusse protagoniste delle operazioni di sicurezza e stabilità in favore della collettività internazionale" sottolinea il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in uno dei passaggi del messaggio alle Forze Armate. "In questa giornata di festa nazionale- scrive il ministro- desidero esprimere a tutti i militari in servizio, in Italia e all'estero, il mio più vivo apprezzamento per il lavoro silente che svolgono quotidianamente sul terreno, con altissima professionalità e generosità, anche a rischio della propria incolumità, in favore dei più deboli e di chi ha più bisogno".

"Oggi è una data fondamentale per la storia del nostro Paese - sottolinea Pinotti - perché è il giorno  in cui si festeggia la nascita della Repubblica italiana.Settantuno anni fa, reduce da una guerra che aveva causato morte e distruzione in nome di presunte superiorità, l'Italia riuscì a fare i conti con le macerie del proprio presente, per edificare l'impalcatura su cui è stata costruita la storia moderna del Paese". Il 2 giugno 1946 "si tenne il referendum istituzionale a suffragio universale che portò gli italiani a decidere la forma di governo del Paese e a eleggere i rappresentanti dell'Assemblea Costituente che avrebbe scritto la nuova Costituzione".

Quel referendum "fu una scelta convinta e consapevole, sulla quale si è incardinato quel processo di crescita civile e democratica che ha consentito al nostro Paese, negli anni, di affrontare crisi sociali e contraddizioni sistemiche, di comprendere e declinare le esigenze e le pulsioni di rinnovamento della nostra società, di guardare con speranza al futuro".

Il tweet del Papa: l'Italia prosperi in concordia e aiuti la pace