ECONOMIA
Il futuro del lavoro

Se il 2016 ha regalato, dopo anni di stallo, lo sblocco delle relazioni industriali, con la firma in rapida successione di importanti accordi: da quello dei metalmeccanici agli artigiani, dal commercio al pubblico impiego, ad introdurre il 2017 è il dibattito sui voucher e i 3 referendum abrogativi proposti dalla Cgil.
L’11 gennaio la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legittimità dei quesiti che intervengono sul Jobs Act. A luglio la Cgil ha depositato 3,3 milioni di firme per chiedere non solo l’abolizione dei voucher, i buoni per i mini lavori, cresciuti a dismisura negli ultimi due anni, ma anche l'abrogazione delle modifiche introdotte all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il terzo quesito riguarda la responsabilità in solido delle ditte appaltatrici in caso di abusi subiti dai lavoratori. La Cassazione si è già espressa favorevolmente e in caso di via libera della Consulta si andrà alle urne in primavera.
Insomma sul fronte lavoro è un 2017 al calor bianco quello che attende Palazzo Chigi, che non a caso già pensa di intervenire in anticipo sui voucher, aumentando sanzioni e controlli e abbassando il tetto annuale delle prestazioni. Intanto, fra le centinaia di vertenze ancora aperte, al Ministero per lo sviluppo economico salta la trattativa sul call center romano di Almaviva Contact e 1666 lavoratori inizieranno l'anno nuovo ricevendo altrettante lettere di licenziamento.
E se l’Istat ci conferma che a ottobre i disoccupati scendono all’11,6% perché aumentano coloro che un lavoro non lo cercano più, conforta poco sapere che la disoccupazione giovanile cala ai minimi dal 2012, restando però ben salda sopra il 36%. La nota trimestrale sulle tendenze del lavoro, pubblicata a fine dicembre, conferma in crescita l'occupazione stabile. Merito degli sgravi contributivi totali del 2015, poi ridotti nel 2016.
Risorse che la Legge di bilancio ha destinato per il 2017 soprattutto alle imprese che assumeranno giovani under 30. In particolare al Sud Italia dove arriveranno 730 milioni di euro. L’esperienza insegna che la decontribuzione funziona, ma che il coordinamento delle strutture pubbliche sul territorio è indispensabile per l'utilizzo virtuoso delle risorse finanziarie. Ed è questa l’altra grande sfida che, a cavallo fra 2016 e 2017, attende Ministero del Lavoro e Palazzo Chigi: far decollare l'Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, introdotta dal Jobs Act e guidata da Maurizio Del Conte, impegnata proprio a fine anno nella prima sperimentazione del nuovo assegno di ricollocazione. In pratica un buono da 1.500 a 5000 euro con cui chi ha perso il lavoro da almeno 4 mesi potrà pagare un'agenzia per il lavoro privata o un centro pubblico per l'impiego che riusciranno a trovargli una nuova occupazione.
Auguri dunque ai primi 32.000 disoccupati , estratti a sorte, che stanno per ricevere le credenziali utili a ottenere l’assegno. Ma soprattutto auguri a tutti gli altri cui toccherà attendere almeno un anno per il prossimo turno.
L’11 gennaio la Corte Costituzionale si esprimerà sulla legittimità dei quesiti che intervengono sul Jobs Act. A luglio la Cgil ha depositato 3,3 milioni di firme per chiedere non solo l’abolizione dei voucher, i buoni per i mini lavori, cresciuti a dismisura negli ultimi due anni, ma anche l'abrogazione delle modifiche introdotte all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il terzo quesito riguarda la responsabilità in solido delle ditte appaltatrici in caso di abusi subiti dai lavoratori. La Cassazione si è già espressa favorevolmente e in caso di via libera della Consulta si andrà alle urne in primavera.
Insomma sul fronte lavoro è un 2017 al calor bianco quello che attende Palazzo Chigi, che non a caso già pensa di intervenire in anticipo sui voucher, aumentando sanzioni e controlli e abbassando il tetto annuale delle prestazioni. Intanto, fra le centinaia di vertenze ancora aperte, al Ministero per lo sviluppo economico salta la trattativa sul call center romano di Almaviva Contact e 1666 lavoratori inizieranno l'anno nuovo ricevendo altrettante lettere di licenziamento.
E se l’Istat ci conferma che a ottobre i disoccupati scendono all’11,6% perché aumentano coloro che un lavoro non lo cercano più, conforta poco sapere che la disoccupazione giovanile cala ai minimi dal 2012, restando però ben salda sopra il 36%. La nota trimestrale sulle tendenze del lavoro, pubblicata a fine dicembre, conferma in crescita l'occupazione stabile. Merito degli sgravi contributivi totali del 2015, poi ridotti nel 2016.
Risorse che la Legge di bilancio ha destinato per il 2017 soprattutto alle imprese che assumeranno giovani under 30. In particolare al Sud Italia dove arriveranno 730 milioni di euro. L’esperienza insegna che la decontribuzione funziona, ma che il coordinamento delle strutture pubbliche sul territorio è indispensabile per l'utilizzo virtuoso delle risorse finanziarie. Ed è questa l’altra grande sfida che, a cavallo fra 2016 e 2017, attende Ministero del Lavoro e Palazzo Chigi: far decollare l'Anpal, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, introdotta dal Jobs Act e guidata da Maurizio Del Conte, impegnata proprio a fine anno nella prima sperimentazione del nuovo assegno di ricollocazione. In pratica un buono da 1.500 a 5000 euro con cui chi ha perso il lavoro da almeno 4 mesi potrà pagare un'agenzia per il lavoro privata o un centro pubblico per l'impiego che riusciranno a trovargli una nuova occupazione.
Auguri dunque ai primi 32.000 disoccupati , estratti a sorte, che stanno per ricevere le credenziali utili a ottenere l’assegno. Ma soprattutto auguri a tutti gli altri cui toccherà attendere almeno un anno per il prossimo turno.