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MONDO

L'anniversario

25 anni senza muro: una Germania e tante divisioni

Il 9 novembre 1989 crollava il simbolo della guerra fredda: quella notte iniziò il processo di riunificazione della Germania. Un quarto di secolo dopo, il Paese è ancora diviso: sui salari, sull'industrializzazione e sugli stili di vita

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Il 9 novembre di 25 anni fa cadeva la frontiera tra Berlino est e Berlino ovest, e tra le due Germanie: l'annuncio arriva durante una conferenza stampa. Già nelle settimane precedenti, manifestazioni e fughe di massa verso ovest avevano anticipato quella notte che avrebbe cambiato la storia. 

L'annuncio in conferenza stampa
Il 9 novembre 1989 c'è una riunione del comitato centrale del partito comunista della Ddr. Il responsabile per i rapporti con la stampa è assente, perché impegnato a spiegare ai giornalisti tedeschi, in una conferenza stampa, che cosa stava succedendo. Schaboswki torna al comitato centrale, prende il testo del provvedimento adottato e torna di nuovo a parlare coi giornalisti: questa volta sono tutti stranieri. È qui che Riccardo Ehrman, corrispondente dell'Ansa gli chiede "Non crede che avete commesso degli errori nel formulare la legge di viaggio?". Schabowski è impreparato, non ha letto i documenti. E così, solo sfogliandoli, dice: "Si potrà andare a ovest senza restrizioni". Ehrman lo incalza: "Da quando"? E Schabowski gli risponde: "Da subito". Il muro è crollato. 



Germania ancora divisa
Un quarto di secolo dopo quell'annuncio, la Germania è unita ma ci sono ancora tante differenze. Intanto sulla riunificazione: a est, tre tedeschi su quattro pensano sia un successo, mentre a ovest lo ritiene solo uno su due. Guardando ai numeri, c'è poi un "divario economico e sul mercato del lavoro", spiega Iris Gleicke, che per il governo federale si occupa delle regioni orientali. Ogni anno un rapporto elenca in che cosa est e ovest della Germania sono diverse. Intanto sull'economia: il gettito fiscale a persona è 937 euro a est, il doppio a ovest. La disoccupazione a est è poi del 10,3%, rispetto al 6% a ovest. Ci sono poi differenze di altro tipo: la Zeit lo mostra in più grafiche: si scopre così che a ovest le armi sono più diffuse, come anche i caravan. È a est invece che gli anziani si fanno vaccinare di più contro l'influenza, e dove le mamme usano di più gli asili per i figli fino a due anni.




Ostalgie
Intanto molti tedeschi che hanno visto il muro o che se lo ricordano perché lo hanno visto da bambini hanno nostalgia. Resta, per una parte dei mille tedeschi di età superiore ai 14 anni interpellati per il sondaggio Infratest Dimap, un sentimento di nostalgia per quello che c'era prima a est: la "Ostalgie". Chi viveva prima nella Ddr crede che le scuole siano peggiorate dopo la riunificazione. Come anche il sistema sanitario, il welfare e la parità uomo-donna.

Una politica estera incerta
Negli ultimi mesi la Germania di Angela Merkel si è esposta molto sulla crisi ucraina: prima ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di "vivere in un altro mondo", poi è stata quella che ha promosso, con l'Unione Europea, le sanzioni contro la Russia. In più lo stesso presidente della Repubblica, Joachim Gauck ha chiesto "più responsabilità" nelle crisi internazionali. Il perché di questo invito lo spiega Angelo Bolaffi, germanista e filosofo della politica: "La Germania, a livello internazionale, non aspira a un ruolo specifico. Tende a ritirarsi, a essere una sorta di Svizzera. Il passato pesa", dice il professore autore di un recente saggio sulla Germania. "È poi fantapolitica parlare di un asse Cina-Russia-Germania. La Germania punta sull'Europa, sulle alleanze europee: sono loro ad averla fatta e in ambito europeo spingono per una politica estera più impegnata". Quanto al ruolo economico in Europa, Bolaffi spiega: "C'è una sorta di germanofobia, ma la Germania è stata sempre la potenza industriale numero uno, anche quando era divisa. Se la si accusa di essere la causa di tutti i mali europei è perché c'è ancora un'immagine negativa di questo Paese. Ma il modello tedesco è quello più proficuo: basta guardare al successo delle loro grandi industrie".