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MONDO

Incastrato dalla ex compagna

27 anni al re della droga di New York che girava in Bugatti e frequentava i party con Di Caprio

Jimmy Cournoyer, canadese di 34 anni, aveva creato un impero in grado di muovere centinaia di milioni di dollari. Produceva marijuana in Canada per rivenderla negli Stati Uniti. "Non avevamo mai visto nulla di simile", ha commentato Steven L. Tiscione, procuratore federale di New York. "In termini di longevità criminale, portata del giro d'affari e legami internazionali, niente, nessuno, si avvicina Cournoyer" 

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Jimmy Cournoyer
di Emilio Fuccillo
Produceva in Canada, all’interno di capannoni iper tecnologici, tonnellate di marijuana di altissima qualità. Poi, attraverso una riserva indiana e con l’aiuto degli Hells Angels, con canoe o motoslitte a seconda della stagione, la esportava negli Stati Uniti, a New York, dove veniva venduta al dettaglio. I proventi di questo traffico venivano quindi spediti in California, dove venivano reinvestiti in cocaina acquistata dai cartelli messicani. La coca, infine, tornava in Canada per essere rivenduta.
 
Funzionava così l’impero messo in piedi da Jimmy Cournoyer, 34enne canadese condannato da un tribunale della Grande Mela a 27 anni di carcere. Incastrato dalle confidenze fatte alla polizia americana dalla sua ex fidanzata, e madre di suo figlio. Un’ex modella di biancheria intima stufa del suo comportamento.
 
Una storia, quella di Cournoyer, che sembra uscita da una sceneggiatura di Hollywood e che ricorda la storia di un altro signore della droga: quel George Jung divenuto famoso grazie all’interpretazione di Johnny Deep in Blow.
 
Cournoyer, che fin da adolescente aveva avuto problemi con la legge legati allo spaccio, amava le macchina sportive e le belle donne e, come ha raccontato il suo avvocato, aveva una passione al limite del patologico per il denaro. Appassionato di arti marziali girava su di una Bugatti Veyron edizione limitata, un’auto da oltre due milioni di dollari, e frequentava gli stessi esclusivi party di Ibiza dove non è raro incontrare Leonardo Di Caprio.
 
Il business
La base dell’impero di Cournoyer era nel Canada occidentale, vicino Montreal. Qui il re della droga viveva e qui veniva coltivata la marijuana destinata al mercato newyorchese. La produzione di “erba” avveniva all’interno di capannoni enormi dove le piante veniva coltivate con la tecnica idroponica, cioè senza utilizzo di terra, ottenendo una qualità del prodotto molto alta e tempi di crescita molto brevi. Una volta pronta alla vendita, la marijuana veniva spedita negli Usa in partite da almeno 200 chili. Membri degli Hells Angels, una gang di motociclisti, la portavano sino alla riserva indiana di Kanesatake Mohawk, una riserva esattamente al confine tra Stati Uniti e Canada. Qui, con l’aiuto dei nativi, la droga veniva fatta passare attraverso il fiume San Lorenzo caricata su canoe o motoslitte a seconda della stagione.
 
A New York la marijuana veniva quindi venduta al dettaglio da una rete di piccoli spacciatori. I proventi però, invece di tornare in Canada, attraversavano gli Stati Uniti da una costa all’altra per arrivare prima in California e poi in Messico dove venivano utilizzati per comprare cocaina dal cartello di Sinaloa. La coca veniva quindi spedita in Canada, su camion dotati di nascondigli segreti, dove veniva rivenduta. Rivenduta in Canada e non in California seguendo una precisa logica di mercato: in California il costo della coca è infatti decisamente inferiore rispetto al Canada.
 
La soffiata e le indagini
Un impero enorme quello messo in piedi da Cournoyer scoperto dalle autorità però praticamente per caso. E’ stata infatti l’ex compagna di Cournoyer a mettere la polizia americana sulle tracce del padre di suo figlio, presentandosi un giorno del 2007 in ufficio distrettuale della Drug Enforcement Administration a Long Island, e raccontando loro che il suo ex era secondo lei coinvolto in un grande giro di droga. Una scelta figlia del risentimento che la donna provava nei confronti dell’ex compagno.
 
Dalla segnalazione della donna sono partite le indagini, durate oltre 5 anni, che hanno portato alla condanna del re della droga e al dissolvimento del suo impero nato nei primi anni 2000.
 
L’arresto
Cournoyer, quando ha saputo che la polizia era sulle sue tracce, è fuggito verso il Messico, destinazione Cancun. Atterrando all'aeroporto però ha trovato gli agenti ad aspettarlo ed è stato immediatamente arrestato dalle autorità messicane. A questo punto i funzionari messicani, rispondendo ad un “red alert” dell’Interpol, prima ancora di registrarlo in Messico, hanno provato per tre volte a metterlo su un volo che lo riportasse negli Stati Uniti. Ma Cournoyer, che oltre ad essere un appassionato di arti marziali è anche un discreto combattente, si è sempre rifiutato di andare, minacciando, come raccontano i documenti processuali, di "danneggiare il capitano e l'equipaggio" dell’aereo. Alla fine è stato quindi caricato, incappucciato e scortato, su un volo a Houston.