ITALIA
Roma
30 anni fa il dirottamento dell'Achille Lauro
Il commando palestinese prese in ostaggio 450 passeggeri sulla nave da crociera. Lo morte di Klinghoffer e l'attrito tra Roma e Washington

Erano le 13 del 7 ottobre 1985 quando il commando palestinese del Fronte di liberazione della Palestina, mescolatosi tra i passeggeri, bloccò la nave da crociera italiana 'Achille Lauro', appena salpata da Alessandria d'Egitto. Sono passati trent'anni da quando quei quattro uomini presero in ostaggio 450 passeggeri e l'equipaggio chiedendo in cambio la liberazione di 52 palestinesi detenuti in Israele. Altrimenti, minacciarono, avrebbero fatto saltare la nave. La trattativa si mostrò subito difficilissima. Scese in campo l'Olp di Yasser Arafat ed anche il capo dell'Flp Abu Abbas. La trattativa ebbe una immediata svolta drammatica: l'8 ottobre, a bordo della nave, fu ucciso a sangue freddo un cittadino americano disabile, Leon Klinghoffer, ebreo, 69 anni. Il suo corpo fu gettato in mare dal commando.
L'omicidio sollevò l'indignazione mondiale. La resa avvenne il 9 ottobre: il commando lasciò la nave a bordo di una motovedetta egiziana e il giorno dopo la 'Achille Lauro' attraccò a Port Said. L'11 ottobre un aereo egiziano che stava portando il commando di sequestratori e Abu Abbas in Tunisia fu dirottato da quattro aerei americani e fatto dirigere verso la base Usa di Sigonella, in Sicilia. Il presidente americano dell'epoca Ronald Reagan telefonò all'allora presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi per chiedere l'autorizzazione per l'aereo egiziano di atterrare a Sigonella, autorizzazione che venne accordata. Craxi però rifiutò di consegnare agli Stati Uniti i sequestratori e i militari italaiani della base di Sigonella si opposero alle truppe speciali statunitensi. L' iniziativa fu giustificata con la ''legittimita' territoriale'' che spettava a Roma. Le autorità italiane presero in consegna i dirottatori, mentre l'aereo egiziano con a bordo Abu Abbas si trasferì a Ciampino e successivamente a Fiumicino. Lo scontro fu duro, sia tra militari che rischiarono uno scontro a fuoco nella base Nato, sia tra le due diplomazie. Reagan chiese al governo italiano, tramite contatti tra l'ambasciatore Rabb e il ministro degli Esteri Giulio Andreotti, l'arresto preventivo di Abu Abbas.
I quattro dirottatori furono accusati di omicidio volontario, sequestro e detenzione di ostaggi e trasferiti nel carcere di Siracusa il 12 ottobre. Ma Abu Abbas, considerato dall'Italia un semplice testimone, fu lasciato partire da Fiumicino con un aereo jugoslavo alla volta di Belgrado. Gli Usa, che avevano chiesto di processare i dirottatori, protestarono duramente con il governo italiano.
Il 23 maggio 1987, la Corte d'Assise di Genova condannò in contumacia Abu Abbas all'ergastolo, come mandanate del dirottamento e dell'assassinio di Klinghoffer, condanna confermata in Cassazione. Viveva comunque tranquillamente a Baghdad, in una casa di color ocra, circondata da un bel giardino, curato, pieno di palme e di fiori. Aveva automobili, guardie del corpo, un qualche lavoro non meglio definito. Quando il regime di Saddam è caduto Abu Ababs ha cercato di abbandonare l'Iraq. Da Baghdad raggiunse Mosul e poi il confine della Siria dove confidava in forti appoggi. Ma la Siria non volle saperne di lui. Respinto al confine fu costretto a rientrare a Baghdad. Il 15 aprile scattò un'operazione di commando attuata dagli americani che ha portato al suo arresto oltre a quello di altri membri del Flp. Da allora è sempre rimasto in detenzione , sotto il controllo degli americani, in Iraq.fino alla morte, per cause naturali, l'8 marzo 2004.
L'omicidio sollevò l'indignazione mondiale. La resa avvenne il 9 ottobre: il commando lasciò la nave a bordo di una motovedetta egiziana e il giorno dopo la 'Achille Lauro' attraccò a Port Said. L'11 ottobre un aereo egiziano che stava portando il commando di sequestratori e Abu Abbas in Tunisia fu dirottato da quattro aerei americani e fatto dirigere verso la base Usa di Sigonella, in Sicilia. Il presidente americano dell'epoca Ronald Reagan telefonò all'allora presidente del Consiglio italiano Bettino Craxi per chiedere l'autorizzazione per l'aereo egiziano di atterrare a Sigonella, autorizzazione che venne accordata. Craxi però rifiutò di consegnare agli Stati Uniti i sequestratori e i militari italaiani della base di Sigonella si opposero alle truppe speciali statunitensi. L' iniziativa fu giustificata con la ''legittimita' territoriale'' che spettava a Roma. Le autorità italiane presero in consegna i dirottatori, mentre l'aereo egiziano con a bordo Abu Abbas si trasferì a Ciampino e successivamente a Fiumicino. Lo scontro fu duro, sia tra militari che rischiarono uno scontro a fuoco nella base Nato, sia tra le due diplomazie. Reagan chiese al governo italiano, tramite contatti tra l'ambasciatore Rabb e il ministro degli Esteri Giulio Andreotti, l'arresto preventivo di Abu Abbas.
I quattro dirottatori furono accusati di omicidio volontario, sequestro e detenzione di ostaggi e trasferiti nel carcere di Siracusa il 12 ottobre. Ma Abu Abbas, considerato dall'Italia un semplice testimone, fu lasciato partire da Fiumicino con un aereo jugoslavo alla volta di Belgrado. Gli Usa, che avevano chiesto di processare i dirottatori, protestarono duramente con il governo italiano.
Il 23 maggio 1987, la Corte d'Assise di Genova condannò in contumacia Abu Abbas all'ergastolo, come mandanate del dirottamento e dell'assassinio di Klinghoffer, condanna confermata in Cassazione. Viveva comunque tranquillamente a Baghdad, in una casa di color ocra, circondata da un bel giardino, curato, pieno di palme e di fiori. Aveva automobili, guardie del corpo, un qualche lavoro non meglio definito. Quando il regime di Saddam è caduto Abu Ababs ha cercato di abbandonare l'Iraq. Da Baghdad raggiunse Mosul e poi il confine della Siria dove confidava in forti appoggi. Ma la Siria non volle saperne di lui. Respinto al confine fu costretto a rientrare a Baghdad. Il 15 aprile scattò un'operazione di commando attuata dagli americani che ha portato al suo arresto oltre a quello di altri membri del Flp. Da allora è sempre rimasto in detenzione , sotto il controllo degli americani, in Iraq.fino alla morte, per cause naturali, l'8 marzo 2004.