ITALIA
L'anniversario
Italicus, 40 anni fa la strage
Il 4 agosto 1974 una bomba esplose in una carrozza dell'espresso Roma-Monaco di Baviera, all'altezza di San Benedetto Val di Sambro, nel bolognese, causando 12 morti e 48 feriti. Commemorazioni e iniziative, oggi, in molte città per ricordare le vittime e chiedere giustizia per una strage rimasta senza colpevoli

Sono passati 40 anni da quel 4 agosto 1974 quando, all'uscita della galleria degli Appennini, nei pressi della stazione di San Benedetto Val di Sambro, un ordigno esplose nella quinta carrozza del treno Espresso 1486 Italicus, partito da Roma e diretto a Monaco di Baviera: morirono 12 persone, 48 rimasero ferite. A bordo doveva esserci anche Aldo Moro, ma un impegno all’ultimo minuto gli fece perdere il treno con il quale avrebbe dovuto raggiungere la famiglia in vacanza.
Commemorazioni e iniziative, oggi, in molte città per ricordare le vittime e chiedere giustizia per una strage rimasta senza colpevoli.
I processi
L'iter processuale è stato caratterizzato da sentenze dall’esito diverso, ma alla fine gli imputati, appartenenti a gruppi dell'estremismo di destra aretino, furono definitivamente assolti. La Corte di Cassazione – confermando la loro assoluzione - ha però stabilito che l'area alla quale poteva essere fatta risalire la matrice degli attentati era da identificare in quella di gruppi eversivi della destra neofascista.
I legami con la P2
Nel frattempo, emersero legami con la P2. Secondo la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica, gruppi di terroristi d’ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana, cui la strage era ascrivibile, era stata indotta al compimento di attentati dall’opera di istigazione condotta dalla P2, che svolse opera di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana. Sempre secondo la relazione, la Loggia P2 era perciò "gravemente coinvolta" nella strage e poteva “considerarsene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale”.
Commemorazioni e iniziative, oggi, in molte città per ricordare le vittime e chiedere giustizia per una strage rimasta senza colpevoli.
I processi
L'iter processuale è stato caratterizzato da sentenze dall’esito diverso, ma alla fine gli imputati, appartenenti a gruppi dell'estremismo di destra aretino, furono definitivamente assolti. La Corte di Cassazione – confermando la loro assoluzione - ha però stabilito che l'area alla quale poteva essere fatta risalire la matrice degli attentati era da identificare in quella di gruppi eversivi della destra neofascista.
I legami con la P2
Nel frattempo, emersero legami con la P2. Secondo la relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica, gruppi di terroristi d’ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana, cui la strage era ascrivibile, era stata indotta al compimento di attentati dall’opera di istigazione condotta dalla P2, che svolse opera di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana. Sempre secondo la relazione, la Loggia P2 era perciò "gravemente coinvolta" nella strage e poteva “considerarsene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale”.