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Ieri prima decisione al CDM

5G, l'Italia ricorre alla golden power. La Cina: "A Roma chiediamo fiducia"

Tema centrale la sicurezza nazionale 

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La Cina, attraverso il portavoce del ministero degli esteri, chiede che "l'Italia opti per una strategia di fiducia reciproca e mutuo beneficio - con il paese asiatico - fornendo le condizione eque alle imprese per approfondire le cooperazione e portare benefici più tangibili ai due paesi".

Il commento è arrivato dopo che l'Italia nella giornata di ieri ha deciso di esercitare i poteri speciali del golden power sul 5G di Tim, Vodafone, Wind, Tre, Fastweb e Linkem. Le parole del portavoce si riferiscono sopratutto ai due colossi delle telecomunicazioni cinesi Huawei e Zte. Infatti ha voluto ricordare la cooperazione presente tra Huawei, Zte e le aziende italiane, con "massicci investimenti" fatti dai due giganti cinesi "creando migliaia di posti di lavoro e contribuendo allo sviluppo industriale e all'aggiornamento delle infrastrutture". 

La decisione di esercitare i poteri speciali sul 5G è stata assunta ieri al primo Consiglio dei ministri del nuovo governo Conte bis. Il primo atto dell’esecutivo M5s-Pd sulle telecomunicazioni - mondo che intreccia i grandi temi della sicurezza nazionale e del business - segna che la Cina stia intavolando trattative con gli operatori italiani per entrare nella rete 5G nostrana. Il mercato delle reti mobili di quinta generazione corre spedito e tutti gli operatori italiani hanno fretta di posizionarsi o consolidarsi.

Si pensa che il 5G sia un modo per far viaggiare i cellulari più rapidamente in termini di connessione, ma in realtà il 5G, oltre che ai telefonini, mira a diventare il codice dell’Internet of things, cioè un mondo popolato da droni, auto, case, industrie e oggetti connessi tra di loro in quella che viene definita la smart city, a sua volta connessa con un’altra smart city, in una connessione globale che viaggia a grande velocità. 

L’oggetto del golden power rende evidente di cosa si sta parlando e soprattutto dei rischi che sono legati a queste operazioni. Il tema è quello della sicurezza nazionale. Tema sollevato a livello mondiale da Donald Trump che vede nel 5G lo strumento che Pechino vuole diffondere per spiare i diversi Paesi nel mondo. Lo scorso marzo l'ex governo Lega-M5S escluse il 5G dai 29 accordi del Memorandum sulla Via della Seta sottoscritto a Roma. Ecco perché il pressing di Pechino, in Italia come altrove, è forte.