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MONDO

Cina contro decisione GB di inserire Huawei nella lista nera

5G: Pechino attacca Londra e promette sanzioni a Trump

Londra chiude le porte al 5G di Huawei. L'ira di Pechino che promette di prendere "ogni misura necessaria per salvaguardare i propri interessi". L'azienda si appella all'Italia: non fate come la Gran Bretagna. Visita a Londra di Pompeo, sanzioni USA contro dipendenti Huawei

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La Cina attacca la decisione della Gran Bretagna di inserire nella lista nera Huawei, affermando che Londra è stata "ingannata" dagli Stati Uniti. Il governo britannico ha deciso ieri di escludere entro il 2027 l'equipaggiamento del colosso cinese delle tlc dalla sua rete 5G.

La voce della Cina
La Cina "prenderà una serie di misure per difendere i legittimi diritti e interessi delle imprese cinesi", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying. "C'è un prezzo da pagare" per questa decisione, ha aggiunto, accusando Londra di aver agito "in coordinamento con gli Stati Uniti per discriminare, reprimere ed eliminare" Huawei. "Cosa vuole veramente il Regno Unito? Mantenere il suo punto di vista indipendente? O essere ridotto a uno stato vassallo, deliberatamente ingannato dagli Stati Uniti?", ha detto, ritenendo che "ciò solleva la questione se possiamo contare sul fatto che il mercato britannico rimanga aperto, equo e senza discriminazioni. Abbiamo anche ricordato a tutte le società cinesi di attribuire grande importanza ai crescenti rischi politici che potrebbero dover affrontare nel Regno Unito", ha affermato.

Crisi diplomatica
L'ambasciatore cinese a Londra, Liu Xiaoming, non ha esitato a condannare a caldo su Twitter quella che considera una "decisione deludente e sbagliata". Secondo il diplomatico, è ormai "discutibile" la capacità del "Regno Unito di offrire un ambiente commerciale aperto, equo e non discriminatorio per le aziende di altri Paesi". Già nei giorni scorsi, prima della decisione ufficiale su Huawei e nel mezzo delle tensioni su Hong Kong, Liu aveva fatto sentire la sua voce, insistendo sulla possibilità di un "futuro migliore". "Escludere Huawei - scriveva sempre su Twitter - significa rifiutare un futuro migliore e danneggerà l'immagine del Regno Unito".  

L'offensiva di Pompeo a Londra
Intanto il segretario di stato Usa Mike Pompeo ha annunciato in una conferenza stampa che lunedì 'prossimo partira' per una visita in Gran Bretagna e in Danimarca, e che il trattamento riservato dalla Cina a Hong Kong sarà al centro dell'agenda. Il partito comunista cinese sta "mettendo a rischio la libertà e la democrazia con il suo comportamento espansionista, imperialista e autoritario", ha detto Pompeo.
 
Sanzioni USA contro dipendenti Huawei
Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni contro alcuni dipendenti di Huawei. Washington, ha spiegato Pompeo, intende "imporre restrizioni visti ad alcuni impiegati dicolossi delle telecomunicazioni cinesi come Huawei cheforniscono supporto materiale ai regimi coinvolti in violazionie abusi dei diritti umani". 



Agenzia Xinhua: "Londra si fa male da sola"
"Una decisione sbagliata, pessima" per Londra, che "non è linea con i suoi interessi a lungo termine" e che le "costerà a livello di credibilità" rispetto a un "mercato equo, aperto e senza discriminazioni" finendo per "scoraggiare potenziali investitori nel mondo". L'agenzia ufficiale cinese Xinhua commenta così il divorzio da Huawei deciso dal governo di Boris Johnson, con una "inversione a U rispetto alla sua politica", sotto "le pressioni di Washington e dei conservatori", con una scelta che "aiuta semplicemente Washington con il suo 'America First' a spese della Gran Bretagna". La Xinhua invita esplicitamente il governo di Londra a "dimostrare il necessario coraggio politico", ad "andare oltre le ideologie, riconsiderando" il bando. Secondo l'agenzia, che scende in campo a difesa del colosso di Shenzhen, "non stanno in piedi i motivi di sicurezza citati dal governo britannico" e "nessuno" sinora "è stato in grado di presentare prove credibili", quindi "chi accusa" Huawei "di lavorare per il governo cinese sta semplicemente mentendo". Il bando, aggiunge l'agenzia, "farà passare in secondo piano la cooperazione tra Gran Bretagna e Cina, dopo lo slancio degli ultimi anni", una cooperazione che - secondo Pechino - "è particolarmente importante per il Paese europeo per una forte ripresa economica nell'era post-Brexit e post-pandemia".

Global Times: "La Cina non resterà a guardare"
Una rappresaglia "pubblica e dolorosa", la Cina "non resterà a guardare". E' il messaggio che arriva dal Global Times, voce all'estero del governo cinese. "E' necessario che la Cina reagisca al Regno Unito, altrimenti non finiremmo per essere considerati facili da opprimere? Deve essere - si legge in un editoriale - una rappresaglia pubblica e dolorosa per il Regno Unito". Anche se la data del 2027 per sbarazzarsi da ogni fornitura da parte del colosso di Shenzhen, "indica che è difficile mettere al bando Huawei". E, secondo il Global Times, per il gigante cinese delle tlc è "ancora possibile tornare nel mercato britannico", anche perché "i rivali europei non possono competere". "Non è necessario trasformare tutto in uno scontro tra Cina e Regno Unito. Il Regno Unito non è come gli Stati Uniti, l'Australia o il Canada - prosegue l'editoriale bollando Londra come un "anello debole" in riferimento a Five Eyes -. Sul lungo periodo non ha motivo di rivolgersi contro la Cina, anche per la questione di Hong Kong che sta svanendo". 

Allarme per l'Italia
Il bando britannico a Huawei per lo sviluppo delle reti 5G è un campanello d'allarme per l'Italia. Lo twitta l'attivista di Hong Kong, Joshua Wong, citando un articolo in inglese a riguardo, di Formiche.net. 

L'appello di Huawei
L'Italia non segua l'esempio britannico e non inibisca l'acquisto di tecnologia del colosso cinese per la realizzazione delle reti 5G. E' l'appello lanciato da Huawei poche ore dopo la decisione di Londra di bandire l'azienda di Shenzhen dall'elenco dei fornitori della propria rete di quinta generazione. "Ci aspettiamo che il governo italiano prosegua il suo processo di digitalizzazione sulla base di criteri di sicurezza obiettivi, indipendenti e trasparenti per tutti i fornitori, preservando la diversità e la concorrenza
nel mercato". L'azienda, conclude la nota, conferma "la piena volontà di collaborazione con le autorità italiane e i nostri clienti per raggiungere i più alti standard di sicurezza IT in Italia e fornire le migliori soluzioni tecnologiche".