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MONDO

Il viceministro degli Esteri

826 migranti arrestati in mare e riportati in Libia. Mario Giro: vuol dire rimandarli all'inferno

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In una giornata di relativa calma per le navi delle ONG che pattugliano le acque internazionali, la Guardia Costiera Libica ha arrestato in mare e riportato sulla terraferma 826 migranti. Dove sono finite? In un centro di detenzione come quelli mostrati qui dall'Unicef. "Riportarle indietro vuol dire condannarle all'inferno - ha detto il viceministro degli Esteri Mario Giro alla Stampa perchè - per ora non è stato possibile avere campi normali in Libia, sotto il controllo delle istituzioni internazionali". All'agenzia Ansa una fonte "che conosce bene il dossier migranti" ha spiegato: "Si tratta di capire se è un caso o se le intese tra i due Paesi per stroncare il traffico di esseri umani cominciano a produrre risultati concreti". 

Cosa ha detto Mario Giro, numero due della Farnesina, sulla Libia e sulla Jugend Rettet
Dopo l'operazione della Guardia Costiera Libica il viceministro degli Esteri ha detto che sarebbe auspicabile che "sulle nostre navi venissero ospitati anche i migranti delle imbarcazioni bloccate dalla Libia" per una ragione piuttosto semplice e cioè che quando vengono riportati indietro "i migranti finiscono in centri di detenzione nelle mani delle milizie che ne approfittano per fare i loro commerci". Giro ha poi espresso anche la sua opinione sul caso Jugend Rettet: innanzitutto, ha detto, stiamo vivendo una situazione "che si è creata negli anni di vuoto dopo Mare Nostrum, nel 2014 e nel 2015, in cui è arrivato l'intervento di queste organizzazioni (...) può darsi che nel loro operato ci sia un'ideologia no border, una sorta di estremismo umanitario, ma va compreso di fronte alla tragedia che sta avvenendo". 

Chi sono i migranti e chi li ha fermati
Le persone fermate in mare sono 826, adulti e bambini: alcuni sono cittadini libici, altri marocchini, algerini, sudanesi, siriani e di Paesi dell'Africa Subsahariana. Secondo quanto riportano le agenzie, tutti sono stati affidati all'organismo che si occupa della lotta alla migrazione clandestina e al traffico di esseri umani. Si trovavano a bordo di due barche e tre gommoni e sono state recuperate dalla Guardia Costiera Libica durante due diverse operazioni. La prima, gestita dalla Guardia Costiera di Zawia, ha bloccato due barconi con a bordo 464 persone, i gommoni sono stati invece fermati dalla Guardia Costiera di Sabrata. 

La Guardia Costiera di Zawia e il traffico di esseri umani
Da zona di partenze facile, ora Zawia ha una delle branche della Guardia Costiera più attive nel bloccare i migranti. A capo c'è Abdulrahman Milad - detto al Bija - 28 anni, sospettato di essere stato uno dei leader del traffico di esseri umani (come ha scritto in una sua inchiesta per TRT World la giornalista italiana freelance Nancy Porsia, che da tempo segue il fenomeno). 

Intanto procedono i preparativi per la missione italiana a supporto della Guardia Costiera Libica
Dovrebbe concludersi in un paio di giorni la ricognizione del pattugliatore Borsini, propedeutica alla missione di supporto - tecnico, logistico, operativo e di addestramento - dell'Italia. Una fregata e un pattugliatore sono pronti, si attende il via libera di Tripoli. Che non dovrebbe tardare, dato che il portavoce della Marina Qassem ha detto in un'intervista che l'operazione è importantissima "per aumentare le nostre capacità tecniche e difendere la nostra sovranità" e invitato i critici a mandare osservatori per verificarne la natura. 

Alfano inconterà a breve il nuovo inviato ONU per la Libia
Dopo aver incontrato a Tripoli il premier Serraj, i libanese Ghassan Salamé ha preso ufficialmente il posto di Martin Kobler come inviato speciale ONU per la Libia. Martedì incontrerà il ministro Alfano alla Farnesina.