SCIENZA
Impresa senza precedenti in Italia
Speleologi battono il record italiano di profondità: viaggio nel cuore inesplorato delle Alpi Apuane
Un team di 18 speleologi arriva fino al fondo dell'abisso Roversi, a 1360 metri di profondità, raggiungendo anfratti mai esplorati prima. La spedizione dentro la montagna è durata tre giorni

Come una spedizione alpinistica, ma al contrario. Il supporto di una squadra di esperti, due campi base e un lungo viaggio nel cuore delle Alpi Apuane hanno permesso allo speleologo bresciano Luca Pedrali di scendere fino a 1360 metri di profondità battendo il record italiano di profondità in una grotta.
Tre giorni dentro la montagna
La spedizione, condotta dal team Speleo Mannari, è durata tre giorni e ha visto impegnati 18 speleologi. Tre squadre sono scese nel sottosuolo nel territorio di Minucciano, in provincia di Lucca, con l’obiettivo di arrivare all'abisso “Paolo Roversi”, una grotta all’interno del Monte Tambura che presenta pozzi e strettoie difficili da percorrere.
Due campi base e un tratto in muta da sub
Le squadre hanno allestito due campi base, a 800 e 1000 metri sotto la superficie, armando tutto l'itinerario di discesa con chiodi e corde alle pareti rocciose per metterlo in sicurezza. Pedrali ha poi dato l'attacco all'ultimo tratto, raggiungendo il sifone finale dell'abisso Roversi, invaso dall’acqua. Lì si è immerso con muta e bombole d'ossigeno ed è sceso per un’altra decina di metri.
Record al secondo tentativo
Luca Pedrali, insieme alla moglie Nadia Bocchi, si era calato nello stesso abisso già fra il 10 e 12 ottobre. I due erano però potuti arrivare soltanto a 1.190 metri di profondità perché un’ondata di maltempo aveva fatto aumentare il livello dell’acqua nel cuore della montagna.
Una scultura sul fondo dell'abisso
Il gruppo degli Speleo Mannari ha lasciato sul fondo dell'abisso Roversi una scultura dell'artista fiorentino e speleologo Filippo Dobrilla, oltre a una scritta fatta con il carburo (di nessun impatto ambientale) per ricordare l’impresa.
Tre giorni dentro la montagna
La spedizione, condotta dal team Speleo Mannari, è durata tre giorni e ha visto impegnati 18 speleologi. Tre squadre sono scese nel sottosuolo nel territorio di Minucciano, in provincia di Lucca, con l’obiettivo di arrivare all'abisso “Paolo Roversi”, una grotta all’interno del Monte Tambura che presenta pozzi e strettoie difficili da percorrere.
Due campi base e un tratto in muta da sub
Le squadre hanno allestito due campi base, a 800 e 1000 metri sotto la superficie, armando tutto l'itinerario di discesa con chiodi e corde alle pareti rocciose per metterlo in sicurezza. Pedrali ha poi dato l'attacco all'ultimo tratto, raggiungendo il sifone finale dell'abisso Roversi, invaso dall’acqua. Lì si è immerso con muta e bombole d'ossigeno ed è sceso per un’altra decina di metri.
Record al secondo tentativo
Luca Pedrali, insieme alla moglie Nadia Bocchi, si era calato nello stesso abisso già fra il 10 e 12 ottobre. I due erano però potuti arrivare soltanto a 1.190 metri di profondità perché un’ondata di maltempo aveva fatto aumentare il livello dell’acqua nel cuore della montagna.
Una scultura sul fondo dell'abisso
Il gruppo degli Speleo Mannari ha lasciato sul fondo dell'abisso Roversi una scultura dell'artista fiorentino e speleologo Filippo Dobrilla, oltre a una scritta fatta con il carburo (di nessun impatto ambientale) per ricordare l’impresa.