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ITALIA

A Genova

Nasce piazza don Gallo. "Per lui la più brutta della città: ma la adorava"

Una festa per l'intitolazione al prete di strada dello spazio più grande del Ghetto di Prè. Rossella Bianchi, una delle transessuali che da anni lavora in questa zona, racconta a Rainews: "Don Gallo veniva qui a festeggiare il suo compleanno con noi". Il messaggio della presidente della Camera

 

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Don Andrea Gallo
di Carlotta Macerollo
Era la piazza senza nome del Ghetto di Genova, all'interno del Sestiere di Prè, ma da oggi, giorno della nascita del fondatore della Comunità San Benedetto, sarà piazza don Andrea Gallo. Lo slargo alle spalle di via del Campo e via Lomellini sarà intitolato al "Don" che se fosse ancora vivo avrebbe 86 anni. "Don Gallo la adorava questa piazza - racconta Rossella Bianchi, la trans presidente dal 2009 dell'associazione Princesa, promotrice dei diritti e dell'identità sociale e personale delle persone transgender - La considerava la piazza più brutta di Genova ma la amava". E l'arredo floreale è stato curato proprio dall'associazione Princesa perché, come nella canzone di De André, in questo caso è dall'abbandono che "nascono i fior".

"Don Gallo festeggiava il suo compleanno con noi nella piazza"
Nell'area del Ghetto ogni pietra ha una sua storia. "Andrea veniva spesso a trovarci - racconta Rossella Bianchi - Una volta ha festeggiato pure il suo compleanno qui con noi. La piazza è venuta fuori dallo sventramento dei palazzi nei bombardamenti del 1942: è stata così per anni, poi finalmente è stata ristrutturata". Negli ultimi anni della sua vita, don Gallo ha abbracciato la causa delle transessuali evitando che venissero cacciate dai loro caruggi.

"Abbiamo perso un padre"
"Ci manca moltissimo perché è stato un padre per noi, il padre che molti non hanno avuto perché sono dovuti andare via di casa molto presto - spiega la Bianchi - Lo abbiamo conosciuto soprattutto negli ultimi 3-4 anni della sua vita ed è subito iniziata una amicizia fitta e costante". La storia di Rossella Bianchi è quella di una persona che scopre la sua "diversità" in un periodo storico, gli anni Sessanta, nel quale la parola outing non aveva ancora trovato spazio nel linguaggio comune e nel quale essere omosessuali era visto come una malattia. "Quando l'ex sindaco decise di chiudere i bassi dove noi lavoravamo, ci rivolgemmo a Don Gallo - ricorda Rossella - lui organizzò subito un incontro con le istituzioni comunali e grazie al suo intervento e a quello degli abitanti del quartiere la chiusura non avvenne. E oggi siamo ancora qua".

Il messaggio di Boldrini
Anche la presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini ha voluto essere vicina a Genova in questa occasione tanto che, durante la cerimonia verrà letto il messaggio che lei stessa ha mandato alla Comunità di San Benedetto al Porto per manifestare il suo apprezzamento "per la scelta di dedicare al prete di strada - unico titolo del quale Don Gallo si voleva fregiare - la piazza di questo quartiere, che insieme alla Comunità di San Benedetto e ad altre associazioni di volontari e cittadini aveva contribuito a fare rinascere come ulteriore dono alla città che tanto ha amato".