Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/A-Parigi-oggi-vertice-sui-migranti-nel-piano-europeo-hotspot-in-Africa-e-sostegno-alla-Libia-c31b4b41-0cbd-4f74-a5d5-fd65cb9e5a70.html | rainews/live/ | true
MONDO

Tajani: 6 miliardi di aiuti a Tripoli sul modello Turchia

Parigi, vertice sui migranti: nel piano europeo hotspot in Africa. Italia promossa per codice ONG

L'obiettivo è quello di chiudere la cosiddetta Rotta del Sahel che porta i migranti in Libia e poi in Europa, principalmente tramite l'Italia

Condividi
Il presidente francese Emmanuel Macron ha ricevuto all'Eliseo il presidente del Niger Mahamadou Issoufou e il presidente del Ciad Idriss Deby. L' incontro precede il summit con i leader di Italia, Germania e Spagna che comincerà alle 16,55. La prima parte del vertice sarà aperta ai presidenti di Niger e Ciad e al primo ministro libico Fayez Al Serraj.

L'obiettivo è quello di chiudere la cosiddetta Rotta del Sahel che porta i migranti in Libia e poi in Europa, principalmente tramite l'Italia. Sul tavolo ci sono la proposta di hotspot nei due Paesi africani per smistare le persone in due macrogruppi: in fuga dalle guerre e migranti economici, i primi da accogliere (o meglio: da valutare) e i secondi da respingere. Si tratta di esternalizzare il lavoro che al momento viene fatto al momento degli sbarchi, riducendoli. Il premier Gentiloni vorrebbe veder riconosciuta l'importanza del ruolo dell'Italia, del (controverso) codice delle ONG e dell'accordo con i 14 sindaci libici. 

Gli hotspot africani
In funzione in Grecia e in Italia - dove nel suo ultimo rapporto Amnesty International ha denunciato violazioni dei diritti dei rifugiati - sono stati creati due anni fa su indicazione dell'Unione Europea con l'obiettivo di distinguere i rifugiati dai migranti economici. L'ideatore, Macron, li chiama hotspot avanzati, e dovrebbero essere implementati nei Paesi Africani con lo scopo di ridurre le traversate e sgravare l'Europa del lavoro di distinzione. In cambio i governi dei Paesi di partenza che ospiteranno i centri riceveranno aiuti economici. Ecco perchè alla prima sessione del quadrangolare di Parigi sono stati invitati anche i presidenti di Niger e Chad. Dovrebbe avvenire anche in Libia, quando sarà stabilizzata. A gestirli dovrebbero essere ONU e IOM, il dettaglio dell'operazione è oggetto di dibattito che dovrebbe tenersi a settembre. 

La "promozione" dell'Italia
Nel documento del vertice, circolato in anticpo, il codice di condotta delle ONG - che in Italia ha provocato non pochi scontri - viene promosso e anzi, capi di Stato e di governo chiedono a tutte le ONG che operano in zona di firmare il codice. Un successo di fatto per il governo e per il ministro degli Interni Minniti che proprio ieri ha perfezionato a Roma un importante accordo con quattordici sindaci libici: in cambio di aiuti si sono impegnati a frenare gli sbarchi. Approvato anche il lavoro che Roma sta facendo con la (frammentata e in alcuni casi anche legata al traffico) Guardia Costiera della Libia per frenare le partenze. Il risultato numerico c'è: circa 3 mila arrivi in agosto contro gli oltre 20 mila dell'anno scorso. Ma l'ONU ha più volte denunciato in quali condizioni disumane siano costretti a vivere i migranti che, intercettati e riportati indientro durante la traversata - finiscano nei centri di detezione in Libia

Merkel: Dublino superato, rifarei le scelte fatte nel 2015
In piena campagna elettorale Angela Merkel ricorda di aver accolto nel 2015 oltre 800 mila profughi e che lo rifarebbe, se tornasse indietro. Parlando alla Welt sottolinea l'importanza di suddividere le quote dei profughi in modo solidale, segno che il sistema Dublino - e lo dice chiaramente - è superato, non si può pensare che i rifugiati restino tutti nel primo Paese dove vengono registrati. 

Tajani: 6 miliardi a Tripoli, come alla Turchia
Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani usa parole concrete. A Repubblica spiega che servirebbe un piano da 6 miliardi per Tripoli sul modello di quello messo in atto per la Turchia (pur controverso: l'ultima denuncia in ordine di tempo arriva da uno studio della Hacettepe University di Ankara secondo cui ci sono vengono mostrati solo i campi "adatti ad essere visti" mentre le situzioni più gravi vengono nascoste ai media e agli osservatori). Un piano che, secondo Tajani, favorirebbe "un accordo tra Bengasi e Tripoli (...) dove Haftar potrebbe guidare le forze armate libiche e Serraj mantenere la leadership politica". Servirebbero, sottolinea, controlli per accertare il rispetto dei diritti umani. In generale, sostiene Tajani, per tagliare i flussi migratori serve "un grande piano UE per l'Africa": 50-60 miliardi, nel lungo periodo, per contrastare le cause più profonde delle migrazioni.