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MONDO

Il segretario generale dell'Onu atteso a Montecitorio

A sessant'anni dall'ingresso nell'Onu, Ban Ki-Moon promuove l'Italia: "Ha lavorato bene"

In una lunga intervista al Corriere della Sera, il diplomatico sudcoreano ha riconosciuto il ruolo centrale dell'Italia nello scacchiere internazionale. "Il vostro Paese - ha detto - è stato pietra angolare nei negoziati di pace"

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Si sono appena concluse in Parlamento le celebrazioni per il sessantesimo anniversario dell'adesione dell'Italia all'Onu. Alla presenza dei presidenti di Camera e Senato, del Presidente Sergio Mattarella e del premier Matteo Renzi, è intervento Ban Ki-Moon, dal 2007 segretario generale delle Nazioni Unite. Per l'occasione, il diplomatico sudcoreanao ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera. 

Ban Ki-Moon ha riconosciuto il grande ruolo dell'Italia svolto negli scenari internazionali. "L'Italia - ha detto l'inquilino del Palazzo di Vetro - e' stata fin qui la pietra angolare dei processi di pace delle nazioni unite e dell'impegno per i diritti umani. E' stato anche il paese occidentale che ha dato il maggior contributo alle attivita' di peacekeeping". 

Sull'impegno italiano nell'affrontare l'emergenza immigrazione, Ban Ki-Moon ha "apprezzato la generosita' e la compassione, l'aiuto a queste persone disperate, offerto dal popolo e dal governo italiano", mentre sul compito dell'Europa il capo dell'Onu si attende "che l'Unione europea mostri ancora solidarietà. Sono incoraggiato - ha proseguito Ban ki-Moon-  nel vedere i primi accordi nella Ue sulla riallocazione dei rifugiati nei vari paesi. Dobbiamo affrontare la realtà: questo delle migrazioni e' un fenomeno ormai globale".
 
Sulla crisi libica, Ban Ki-Moon ha riconosciuto i meriti dell'Italia nel favorire l'accordo per un governo unitario, mentre la decisione sul ruolo guida che il nostro Paese ha rivendicato qualora venga messa in atto una missione di pace dell'Onu in Libia "dovrà prenderla il consiglio di sicurezza."

 
Il diplomatico sudcoreano ha poi parlato della guerra Siria e sul rischio di un conflitto tra Usa e Russia: "Sono convinto - ha detto il segretario generale - che la soluzione non possa essere trovata nelle armi. Credo ancora, e dobbiamo crederci tutti fermamente, in una soluzione politica".

Sul clima e sulla prossima conferenza di Parigi, che inizierà il 30 novembre, il segretario ha espresso il suo ottimismo. "I leader mondiali entro fine anno riusciranno ad adottare un protocollo universale sui mutamenti climatici. Sulla necessità di intervenire sul clima - ha proseguito - c'è ormai un ampio consenso nel mondo: non solo ci sono molti paesi convinti, ma si nota anche la determinazione di varie articolazioni sociali all'interno dei singoli Paesi"