Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/AAA-Il-design-sfida-la-crisi-3f14b8e9-781b-44e6-ac08-d127a925b8f8.html | rainews/live/ | true
TENDENZE

A Milano, la settima edizione del Triennale Design Museum

A.A.A. Il design sfida la crisi

La mostra cambia pelle ogni anno in concomitanza della settimana del mobile. Il percorso di quest'anno si articola su tre A: l'autarchia degli anni '30, l'austerità degli  anni '70 fino all'autoproduzione dal 2000 in poi  

Condividi
Triennale Design Museum
"I momenti di crisi raddoppiano la vitalità degli uomini". Una citazione dello scrittore americano Paul Auster apre la settima edizione del Triennale Design Museum a Milano. Una mostra che ogni 12 mesi cambia pelle e apre i battenti proprio pochi giorni prima della settimana del Mobile.

AAA: autarchia, austerità e autoproduzione
Il tema di quest'anno è la crisi come opportunità creativa. In particolare il direttore dell'istituzione "mobile" Silvana Annichiarico e il curatore Beppe Finessi hanno puntato su tre parole chiave: Autarchia, Austerità e Autoproduzione, che corrispondono ad altrettanti periodi in cui la contingenza economica costringeva alla creazione di nuovi modelli.

A come Autarchia
E così, come scirve Artribune, le restrizioni commerciali ed economiche imposte all’Italia tra il 1935 e il 1936 e la conseguente carenza di materie prime determinano la necessità di sviluppare nuovi materiali, italiani al 100%, da utilizzare in tutti i settori produttivi, compreso l’arredamento. "Era un periodo difficile che va riletto, però in una prospettiva diversa, spiega Finessi, In quegli anni ci furono invenzioni straordinarie che hanno portato il nostro Paese a svettare in una nuova autonomia".

A come Austerità
Allo stesso modo negli anni Settanta, dalla crisi petrolifera alla stagione dell’austerità, si sperimentano nuove forme di creazione basate sulla sobrietà e sulla partecipazione. 

A come Autoproduzione
Negli anni 2000 riemerge il concetto di responsabilità, la necessità di ridurre gli sprechi e razionalizzare l’utilizzo delle materie prime, a causa della crisi economica ma anche in un’ottica di sostenibilità ambientale. Le nuove tecnologie permettono ai progettisti di sganciarsi dalle aziende per produrre, direttamente e con facilità crescente, le loro opere.

Il designer 2.0
Nasce così il designer 2.0 che si relaziona direttamente con il pubblico, rivestendo di volta in volta ruoli diversi e occupandosi di tutte le tappe del ciclo di vita dell’oggetto: ideazione, produzione, marketing. "La crisi di questi anni - ha spiegato Finessi - ha stimolato moltissimo la creatività dei giovani designer, che hanno dimostrato davvero di sapersi rinnovare".

La mostra
Il percorso espositivo si sviluppa in senso cronologico, partendo da Fortunato Depero, artista e designer d'avanguardia, per approdare alle nuove tecnologie applicate alla creatività. In mezzo i grandi nomi della scena italiana, come Fornasetti, Munari, Mendini, Sotsass, solo per citarne alcuni.

Icone del Design italiano
A corollario delle stanze del museo la mostra "Icone del Design italiano", nella quale sono esposti gli oggetti simbolo della nostra creatività, dalle macchine per scrivere alla Vespa. "L'ottimismo - ha concluso Beppe Finessi - è certamente una componente fondamentale e la creatività dei giovani di oggi dimostra che vale bene la pena di sorridere".