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ITALIA

Migranti

Favoreggiamento immigrazione clandestina, arrestato il sindaco di Riace

Disposti i domiciliari per il primo cittadino del comune calabrese. Secondo le accuse, organizzava matrimoni di convenienza tra riacesi e donne straniere per consentire loro di restare in Italia

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La Guardia di Finanza del Gruppo di Locri ha eseguito, alle prime luci dell'alba, un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Locri, che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di Domenico Lucano, sindaco del Comune di Riace. 

L'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ed illeciti nell'affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti.

Disposto inoltre il divieto di dimora per la sua compagna, Tesfahun Lemlem, nell'ambito dell'operazione denominata "Xenia". 

La misura cautelare - si legge in una nota - rappresenta l'epilogo di approfondite indagini, coordinate e dirette dalla Procura della Repubblica di Locri, svolte in merito alla gestione dei finanziamenti erogati dal Ministero dell'Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria al Comune di Riace, per l'accoglienza dei rifugiati e dei richiedenti asilo politico. 

Matrimoni di convenienza
Dalle indagini dei finanzieri del Gruppo di Locri è emersa "la particolare spregiudicatezza del sindaco, nonostante il ruolo istituzionale rivestito, nell'organizzare veri e propri 'matrimoni di convenienza' tra cittadini riacesi e donne straniere - spiega la procura di Locri - al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano". 

Intercettato dice: vado "contro leggi balorde"
 "Proprio per disattendere queste leggi balorde vado contro la legge" dice, in un colloquio intercettato dalla Guardia di finanza, Domenico Lucano. Il sindaco parla del caso di una donna cui è stato rifiutato per tre volte il permesso di soggiorno: "Io la carta d'identità gliela faccio, sono un fuorilegge. Non mando neanche i vigili, mi assumo io la responsabilità. La iscriviamo subito. Fino ad ora la carta d'identità l'ho fatta così".

A Roma manifestazione per Lucano
Un presidio di solidarietà al sindaco di Riace è stato organizzato alle 17,30 a piazza dell'Esquilino, nel cuore del quartiere multiculturale di Roma. L'iniziativa, lanciata dal centro Baobab, l'associazione di volontari che si occupa della gestione dei migranti nella Capitale, è stata organizzata per sostenere Mimmo Lucano, "per fargli sentire che non è solo, per guardarci e riconoscerci in strada nel momento in cui le istituzioni usano tutte le loro forze per stroncare un'esperienza che ha mostrato come si possa davvero costruire un altro mondo". "Colpendo lui - affermano gli organizzatori -  si cerca di arrestare un'idea di convivenza, un'idea di società di pace".



Saviano: "Primo passo verso Stato autoritario"
Chiamato in causa direttamente dal vicepremier Matteo Salvini, Roberto Saviano interviene sugli arresti domiciliari disposti nei confronti del sindaco di Riace per favoreggiamento dell'immigrazione illegale. "Questo governo, attraverso questa inchiesta giudiziaria, da cui Mimmo saprà difendersi in ogni sua parte, compie il primo atto verso la trasformazione definitiva dell'Italia da democrazia a stato autoritario. Con il placet di tutte le forze politiche", commenta lo scrittore su Facebook.   "Mimmo Lucano è agli arresti domiciliari. La motivazione è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La verità è che nelle azioni di Mimmo Lucano non c'è mai finalità di lucro, ma disobbedienza civile. Disobbedienza civile: questa è l'unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti. Perché tutti abbiamo il diritto di vivere una condizione di pace sociale, tutti abbiamo il diritto di vivere senza cercare colpevoli, e se il ministro della Mala Vita, Matteo Salvini, ha subito individuato in Mimmo Lucano un nemico da abbattere, il Pd non ha mai compreso che se davvero voleva ripartire da qualche parte per ritrovare un barlume di credibilità (ora è troppo tardi), avrebbe dovuto farlo da Riace, da Mimmo Lucano. E invece Mimmo è solo, e la Bossi-Fini è ancora lì a inchiodare, a bloccare chiunque decida di accogliere e di salvare vite. Legge-obbrobrio, frutto del peggiore berlusconismo, ma che nessun governo ha osato cambiare".