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MONDO

Una transizione travagliata

Accuse a Trump per pressioni voti Georgia, Dem chiedono indagine a Fbi

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Si accende la polemica negli Stati Uniti per le pressioni che il presidente Donald Trump ha esercitato sul segretario di stato repubblicano della Georgia, Brad Raffensperger, affinché "trovasse" abbastanza voti per ribaltare la vittoria di Joe Biden alle presidenziali. L'audio della telefonata, riportato per la prima volta dal Washington Post, ha scatenato una bufera sul tycoon alla vigilia dei ballottaggi al Senato proprio in Georgia, che decreteranno a quale partito, democratico o repubblicano, andrà il controllo della Camera alta.

Due deputati democratici della Camera dei rappresentanti Usa, Ted Lieu della California e Kathleen Rice di New York, hanno scritto una lettera al direttore dell'Fbi, Christopher Wray, con la richiesta di aprire un'indagine sulla telefonata del presidente. "Le prove della frode elettorale del signor Trump sono ora evidenti", hanno spiegato i dem nella lettera. Lieu e Rice, entrambi ex procuratori, ritengono che il magnate "si sia impegnato a sollecitare o a cospirare per commettere una serie di crimini elettorali".

La condanna del comportamento di Trump è arrivata anche dalla vicepresidente eletta Kamala Harris. "È stato uno sfacciato, insolente, sfrontato abuso di potere da parte del presidente degli Stati Uniti", ha detto la ex procuratrice della California nel corso di un evento elettorale in Georgia. La registrazione è una "prova indiscutibile" delle pressioni e delle minacce nei confronti di un ufficiale del suo stesso partito, perché "annullasse un voto legittimo e certificato e ne creasse un altro al suo posto", ha incalzato il consigliere del presidente eletto Joe Biden, Bob Bauer. La telefonata, ha aggiunto, "coglie l'intera e sfortunata storia dell'attacco di Trump alla democrazia americana".

Nel corso della telefonata Trump ha ribadito le accuse di frode che sono state ripetutamente smentite dalle autorità statali e federali, compreso l'ex procuratore generale William Barr, a cui la smentita è costata la poltrona. La Georgia ha contato le schede tre volte prima di certificare la vittoria di Biden con un margine di 11.779 voti. Ma, anche se lo Stato fosse andato al tycoon, i 16 suoi Grandi elettori non sarebbero bastati per ribaltare l'esito delle elezioni. Esito che dovrà essere certificato dal Congresso il 6 gennaio, e alcuni repubblicani hanno già fatto sapere che chiederanno una commissione d'inchiesta per verificare i presunti brogli, che potrebbe far slittare di almeno 10 giorni il via libera delle Camere.

Intanto i due presidenti, l'uscente e l'eletto, terranno in serata due comizi elettorali in Georgia, dove si gioca il futuro della presidenza Biden. I repubblicani David Perdue e Kelly Loeffler, senatori uscenti, sono sfidati rispettivamente dai democratici Jon Ossoff e Raphael Warnock. Al Gop basta la vittoria di uno solo dei due seggi in palio, mentre i democratici dovrebbero incassarli entrambi per arrivare alla maggioranza, considerando anche il voto della vicepresidente Kamala Harris. Una vittoria dei repubblicani potrebbe ridurre il margine di manovra della futura amministrazione Biden.