CULTURA
Addio a Folco Quilici. Scrittore, regista, fotografo e grande documentarista
Come fotografo opera dal 1949, accumulando un archivio d'oltre un milione d'immagini a colori e in bianco e nero, ora affidate all'Archivio Alinari. Nel 1998, è stato dichiarato "Great Master for creative excellence" dall'International Photo Contest

È morto all'ospedale di Orvieto Folco Quilici, uno dei più importanti documentaristi italiani. Aveva 87 anni.
Nato a Ferrara il 9 aprile del 1930, figlio del giornalista Nello Quilici e della pittrice Emma Buzzacchi, dopo aver iniziato un'attività di tipo cineamatoriale, si è specializzato in riprese sottomarine, diventando molto popolare anche al di fuori dei confini nazionali.
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Ha studiato regia presso il Centro sperimentale di cinematografia. Suoi film dedicati al rapporto tra uomo e mare, sono stati distribuiti nel mondo: Sesto Continente (Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), Ultimo Paradiso (Orso d'Argento al Festival di Berlino del 1956), Tikoyo e il suo pescecane (Premio Unesco per la Cultura del 1961), Oceano (Premio Speciale Festival di Taormina del 1971 e Premio David di Donatello 1972), Fratello Mare (Primo Premio al Festival Internazionale del Cinema Marino, Cartaghena, 1974) e Cacciatori di Navi, 1991 (Premio Umbria Fiction, 1992).
Tra i suoi film di medio metraggio di particolare impegno, furono presentati fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia: Paul Gauguin (1957), L'Angelo e la Sirena (1980). Quilici ebbe la nomination all'Oscar nel 1971 per Toscana, uno dei quattordici film de L'Italia dal Cielo alla quale hanno collaborato nomi di massimo prestigio come Calvino, Sciascia, Silone, Praz, Piovene, Comisso.
L'attività di Folco Quilici nel campo del cinema culturale, ha trovato, in Italia e all'estero, vasto spazio in programmi televisivi in più puntate. Per i tredici film della Serie Mediterraneo e gli otto di L'Uomo Europeo Quilici ha avuto a fianco lo storico Fernand Braudel e l'antropologo Levi Strauss. Dal 1971 al 1989 ha diretto e curato la rubrica Geo su Rai3. Per il suo impegno nella Tv culturale ha vinto numerosi Premi Internazionali, tra i quali nel 1976 quello del "Festival dei Popoli" per il suo lavoro sul mondo primitivo.
Successivamente il Primo Premio della Critica italiana per gli otto film della Serie Alla Scoperta dell'India (1968) e per Festa Barocca (1983). Gli era stato anche assegnato il Premio della Critica Francese per Mediterrane'e' (1977). Dal 1954 in poi ha pubblicato in Italia e all'Estero, numerose opere di saggistica e collabora alla stampa italiana e internazionale, dal 1954 con Life, Epoca, Panorama, Europeo e con quotidiani, La Stampa e Il Corriere della Sera.
Come fotografo opera dal 1949, accumulando un archivio d'oltre un milione d'immagini a colori e in bianco e nero, ora affidate all'Archivio Alinari. Nel 1998, è stato dichiarato "Great Master for creative excellence" dall'International Photo Contest.
Franceschini: "Sempre avanti rispetto agli altri"
"Con Folco Quilici se ne va una delle figure più importanti del giornalismo, del documentarismo e della cultura italiana. Un pioniere in tutti i progetti che ha avviato, sempre anni avanti rispetto agli altri, un italiano innamorato del proprio paese e un ferrarese innamorato della propria terra in cui era l'erede della grande tradizione giornalistica del padre Nello. Ci mancherà ma i suoi lavori resteranno per sempre come guida e insegnamento per le giovani generazioni". Così il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.
Nato a Ferrara il 9 aprile del 1930, figlio del giornalista Nello Quilici e della pittrice Emma Buzzacchi, dopo aver iniziato un'attività di tipo cineamatoriale, si è specializzato in riprese sottomarine, diventando molto popolare anche al di fuori dei confini nazionali.
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Ha studiato regia presso il Centro sperimentale di cinematografia. Suoi film dedicati al rapporto tra uomo e mare, sono stati distribuiti nel mondo: Sesto Continente (Premio Speciale alla Mostra del Cinema di Venezia del 1954), Ultimo Paradiso (Orso d'Argento al Festival di Berlino del 1956), Tikoyo e il suo pescecane (Premio Unesco per la Cultura del 1961), Oceano (Premio Speciale Festival di Taormina del 1971 e Premio David di Donatello 1972), Fratello Mare (Primo Premio al Festival Internazionale del Cinema Marino, Cartaghena, 1974) e Cacciatori di Navi, 1991 (Premio Umbria Fiction, 1992).
Tra i suoi film di medio metraggio di particolare impegno, furono presentati fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia: Paul Gauguin (1957), L'Angelo e la Sirena (1980). Quilici ebbe la nomination all'Oscar nel 1971 per Toscana, uno dei quattordici film de L'Italia dal Cielo alla quale hanno collaborato nomi di massimo prestigio come Calvino, Sciascia, Silone, Praz, Piovene, Comisso.
L'attività di Folco Quilici nel campo del cinema culturale, ha trovato, in Italia e all'estero, vasto spazio in programmi televisivi in più puntate. Per i tredici film della Serie Mediterraneo e gli otto di L'Uomo Europeo Quilici ha avuto a fianco lo storico Fernand Braudel e l'antropologo Levi Strauss. Dal 1971 al 1989 ha diretto e curato la rubrica Geo su Rai3. Per il suo impegno nella Tv culturale ha vinto numerosi Premi Internazionali, tra i quali nel 1976 quello del "Festival dei Popoli" per il suo lavoro sul mondo primitivo.
Successivamente il Primo Premio della Critica italiana per gli otto film della Serie Alla Scoperta dell'India (1968) e per Festa Barocca (1983). Gli era stato anche assegnato il Premio della Critica Francese per Mediterrane'e' (1977). Dal 1954 in poi ha pubblicato in Italia e all'Estero, numerose opere di saggistica e collabora alla stampa italiana e internazionale, dal 1954 con Life, Epoca, Panorama, Europeo e con quotidiani, La Stampa e Il Corriere della Sera.
Come fotografo opera dal 1949, accumulando un archivio d'oltre un milione d'immagini a colori e in bianco e nero, ora affidate all'Archivio Alinari. Nel 1998, è stato dichiarato "Great Master for creative excellence" dall'International Photo Contest.
Franceschini: "Sempre avanti rispetto agli altri"
"Con Folco Quilici se ne va una delle figure più importanti del giornalismo, del documentarismo e della cultura italiana. Un pioniere in tutti i progetti che ha avviato, sempre anni avanti rispetto agli altri, un italiano innamorato del proprio paese e un ferrarese innamorato della propria terra in cui era l'erede della grande tradizione giornalistica del padre Nello. Ci mancherà ma i suoi lavori resteranno per sempre come guida e insegnamento per le giovani generazioni". Così il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini.