Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Addio-a-Scola-ultima-festa-alla-Casa-del-Cinema-tra-lacrime-e-sorrisi-309721ff-e395-417f-85bc-5de83ee5f026.html | rainews/live/ | true
SPETTACOLO

I ricordi e il racconto della famiglia e degli amici

Ettore Scola, l'ultima 'festa' alla Casa del Cinema tra lacrime e sorrisi

Il regista scomparso aveva chiesto che il suo funerale fosse una festa, una grande cerimonia laica. E gli amici di una vita lo hanno accontentato

Condividi
Alla Casa del Cinema di Roma, a Villa Borghese, l'omaggio finale a Ettore Scola. Una grande cerimonia laica, con amici, colleghi, attrici e attori sul palco per raccontare ricordi, aneddoti, pensieri sul maestro scomparso. Si prova a sorridere, perchè è stato proprio Scola a chiedere ad amici e parenti che il giorno del suo funerale fosse una festa. Prima del palco, la visita del premier Matteo Renzi, che ha detto: "Un grandissimo italiano che ha segnato la vita di intere generazioni, non soltanto di qualcuno. Credo che fosse giusto e doveroso, non soltanto rendergli omaggio, ma tributare a lui e alla sua produzione un particolare ricordo. Parlando con la sua famiglia e con Walter Veltroni, penso che sarà bello trovare le forme più discrete e giuste per ricordare questo straordinario maestro".

La cerimonia
"A Ettore queste situazioni non piacevano anche se dissimulava con le sue notazioni comiche. Dietro il suo cinismo divertentissimo c'erano dolcezza e generosità rare. L'ho conosciuto trent'anni fa a un premio. Legammo subito, ci sentivamo ed era sempre disponibile". Ha esordito così Giuseppe Tornatore, che poi racconta di quella volta che Fellini rimproverò Scola per una particolare ripresa di "C'eravamo tanti amati".



"In comune, oltre al vizio del cinema, avevamo la miopia e il senso dell'umorismo...abbiamo riso molto insieme". Dal palco della Casa del Cinema Stefania Sandrelli parla con Ettore Scola, salutandolo per l'ultima volta: "Di te ricordo lo sguardo miope, infantile, sensibile, intelligente, affettuoso. Ho sempre pensato che mi volessi bene. E mi hai preso e tenuto per mano ogni volta che c'è stato bisogno: grazie, amico prezioso".



"Caro signor Scola, l'ultima volta che ci siamo visti eravamo d'accordo che saremmo andati a mangiare insieme una cacio e pepe. Ora, se non voleva venire poteva inventarsi un semplice mal di testa...addirittura morire, mi sembra un tantino eccessivo". Quel 'cazzaro' di Pif ricorda così il maestro, e gli fa una promessa.




"Non è stato solo un grande artista, è stato soprattutto una persona per bene: c'era sempre l'umanità al centro dei suoi film". Questo il ricordo di Carlo Verdone. "Tutti gli dobbiamo qualcosa", ha ripetuto più volte l'attore e regista romano, che ha concluso spiegando qual è stata "la cosa più importante che ha fatto Ettore Scola".




"Noi qui vogliamo festeggiare, vogliamo che sia una festa, per questo vi faccio un esempio di cosa Ettore pensava dei funerali". Gigliola, la moglie di Scola, conclude la cerimonia in onore del regista alla Casa del Cinema di Roma. E rammenta l'episodio "L'elogio funebre", firmato dal marito nel 1977 per il film collettivo "I nuovi mostri". C'è una compagnia di attori che accompagna al cimitero la salma del capocomico. L'elogio tocca alla spalla storica del defunto, un grande Alberto Sordi che in pochi minuti passa dalla tragedia alla commedia alla farsa. "Lì - dice Gigliola - andavano via tutti insieme cantando, qui non canteremo, anche se sarebbe stato bello, ma faremo una brindata: beviamo tutti per Ettore".