SPETTACOLO
L'intervista
Addio a Virna Lisi. L'analisi di Mario Sesti: "Maschera lieve e indimenticabile"
"Bellezza soave e seduttiva, mai passiva davanti alla telecamera. Con elasticità e plasticità ha saputo far evolvere la sua immagine. Resta una delle poche attrici italiane del dopoguerra a godere di notorietà internazionale". Così il critico cinematografico Mario Sesti ricorda Virna Lisi

Il ciritco cinematografico Mario Sesti, tra i direttori artistici del Festival di Roma e direttore del Taormina FilmFest, è autore di Tutto su Pietro Germi, una monografia sul regista che diresse Virna Lisi in Signore e Signori. Lungometraggio del 1965 che vinse il Grand Prix a Cannes.
Mario Sesti, quel film mostra tutta la leggiadra e potente bellezza di Virna Lisi. Che attrice era?
"È Pietro Germi a scoprire proprio in quel film Virna Lisi. Lei interpreta il ruolo di una cassiera, schiacciata dall'ostracismo piccolo borghese che non le perdona il rapporto adulterino con un uomo più agiato. Eppure, quella è una storia d'amore pura, contro tutte le convenzioni disumane della società. Abitudini che Germi ha rappresentato anche in Divorzio all'Italiana e Sedotta e Abbandonata. Quella della cassiera è una maschera lieve ed indimenticabile. Ma quello che colpisce di più è che Virna Lisi non resterà uguale a se stessa".
In che senso?
"Lei ha dovuto lottare contro la sua bellezza. Una bellezza che colpiva da sola la macchina da presa, mettendo in secondo piano tutto il resto. Ma lei era una maschera elastica e plastica. Perché sapeva interpretare personaggi diversi e lasciarsi plasmare dai registi che la dirigevano, pur mostrando la propria cifra, fatta di tenacia e determinazione. Virna Lisi era una donna con le sue idee e le rivendicava".
La maschera di Virna Lisi evolve negli anni. Da cassiera timida e tenera in Signore e Signori a donna fiera e agiata in Sapore di Mare. Poi, negli ultimi anni, quelli della fiction, rappresenta spesso un'icona tradizionale.
"Ecco, questo è quello che meglio ha saputo fare. Modellare la propria maschera e adattarla all'evoluzione dei tempi. Da giovane timida e dotata di una bellezza struggente, a donna consapevole in una coppia 'da bere' con Guido Nicheli. Poi, la fiction italiana, notoriamente, non è fatta di personaggi ribelli. Ma lei ha saputo interpretare personaggi ancorati ai valori della famiglia e drammatici. Del resto, aveva idee conservatrici".
Perché la sua regale bellezza era unica?
"Beh, in quegli anni la Mangano, la Cardinale, la Loren erano tutte bellezze mediterranee. Lei era l'unica bellezza nordica del nostro cinema e una delle poche ad essere nota a livello internazionale. Però la sua bellezza era allo stesso tempo soave e seduttiva e questo era il suo unicum".
Ha delle eredi?
"Beh, quel tratto di bellezza soave e seduttiva e la capacità di interpretare ruoli 'leggeri' in gioventù e drammatici nell'età più matura la accomuna ad Isabella Ferrari, che poi esordì con lei in Sapore di Mare. Quanto all'elasticità e alla capacità di plasmare la maschera oltre la propria bellezza, anche Vittoria Puccini potrebbe ricordarla".
Mario Sesti, quel film mostra tutta la leggiadra e potente bellezza di Virna Lisi. Che attrice era?
"È Pietro Germi a scoprire proprio in quel film Virna Lisi. Lei interpreta il ruolo di una cassiera, schiacciata dall'ostracismo piccolo borghese che non le perdona il rapporto adulterino con un uomo più agiato. Eppure, quella è una storia d'amore pura, contro tutte le convenzioni disumane della società. Abitudini che Germi ha rappresentato anche in Divorzio all'Italiana e Sedotta e Abbandonata. Quella della cassiera è una maschera lieve ed indimenticabile. Ma quello che colpisce di più è che Virna Lisi non resterà uguale a se stessa".
In che senso?
"Lei ha dovuto lottare contro la sua bellezza. Una bellezza che colpiva da sola la macchina da presa, mettendo in secondo piano tutto il resto. Ma lei era una maschera elastica e plastica. Perché sapeva interpretare personaggi diversi e lasciarsi plasmare dai registi che la dirigevano, pur mostrando la propria cifra, fatta di tenacia e determinazione. Virna Lisi era una donna con le sue idee e le rivendicava".
La maschera di Virna Lisi evolve negli anni. Da cassiera timida e tenera in Signore e Signori a donna fiera e agiata in Sapore di Mare. Poi, negli ultimi anni, quelli della fiction, rappresenta spesso un'icona tradizionale.
"Ecco, questo è quello che meglio ha saputo fare. Modellare la propria maschera e adattarla all'evoluzione dei tempi. Da giovane timida e dotata di una bellezza struggente, a donna consapevole in una coppia 'da bere' con Guido Nicheli. Poi, la fiction italiana, notoriamente, non è fatta di personaggi ribelli. Ma lei ha saputo interpretare personaggi ancorati ai valori della famiglia e drammatici. Del resto, aveva idee conservatrici".
Perché la sua regale bellezza era unica?
"Beh, in quegli anni la Mangano, la Cardinale, la Loren erano tutte bellezze mediterranee. Lei era l'unica bellezza nordica del nostro cinema e una delle poche ad essere nota a livello internazionale. Però la sua bellezza era allo stesso tempo soave e seduttiva e questo era il suo unicum".
Ha delle eredi?
"Beh, quel tratto di bellezza soave e seduttiva e la capacità di interpretare ruoli 'leggeri' in gioventù e drammatici nell'età più matura la accomuna ad Isabella Ferrari, che poi esordì con lei in Sapore di Mare. Quanto all'elasticità e alla capacità di plasmare la maschera oltre la propria bellezza, anche Vittoria Puccini potrebbe ricordarla".