CULTURA
Accanto a lui la moglie Edith Bruck
Addio al regista e poeta Nelo Risi, fratello di Dino
Si è spento a Milano il noto poeta e regista, fratello del padre della commedia all'italiana Dino. Eugenio Montale scrisse: "Nelo Risi deve aver imparato, più che dalla poesia, da certa recente pittura francese"

Si è spento all'età di 95 anni, nella sua casa romana di via del Babuino, il noto poeta e regista Nelo Risi, fratello del padre della commedia all'italiana, Dino (morto nel 2008, a 91 anni). Accanto a lui c'era la moglie, la scrittrice di origine ungherese, Edith Bruck.
Nato a Milano il 21 aprile 1920, Nelo Risi si laurerò in medicina, come il fratello. A dispetto degli studi, però, si dedicò alla poesia, e alla traduzione letteraria, fin dal 1941, anno di pubblicazione della sua prima raccolta, "Le opere e i giorni".
La critica si interessò della sua produzione già a partire dagli anni Cinquanta. Eugenio Montale, in un articolo apparso sul Corriere della Sera nel 1957, disse di lui: "Risi deve aver imparato, più che dalla poesia, da certa recente pittura francese".
Nello stesso periodo, il poeta affiancò all'attività letteraria quella di regista, realizzando 8 film, un telefilm e diversi documentari, cortometraggi e inchieste per la tv. Nel cinema il suo nome è ricordato soprattutto per "Diario di una schizofrenica" (1968), film tratto dall'omonimo romanzo di Marguerite Sechehaye. Altri suoi film, sempre incentrati sull'analisi psicologica, sono: "Una stagione all'inferno" (1971), "Un amore di donna" (1988) e "Per odio, per amore" (1990).
Inserito a pieno titolo tra i poeti della generazione post-ermetica, Nelo Risi è stato tra coloro che per primi hanno avvertito l'urgenza di articolare in "discorso" l'essenzialità espressiva, ormai divenuta di maniera, portando il lessico a livello del parlato, fino a una libertà quasi diaristica.
In "Dentro la sostanza" (1965) si può leggere l'impegno poetico di Risi: "Scrivere è un atto politico". Tra le sue raccolte poetiche, anche: "L'esperienza" (1948), "Polso teso" (1956, primo titolo pubblicato con Mondadori, poi suo editore), "Pensieri elementari" (1961), "Di certe cose che dette in versi suonano meglio che in prosa" (1970), "I fabbricanti del 'bello'" (1983), "Mutazioni" (1991) e "Il mondo in una mano (1994).
Negli anni, l'opera di Risi è stata ricompensata con numerosi riconoscimenti. Tra gli altri, il Premio Dino Campana nel 2006, il Premio Viareggio con "Di certe cose" nel 1970 e il Premio Giosuè Carducci nel 2007.
Nato a Milano il 21 aprile 1920, Nelo Risi si laurerò in medicina, come il fratello. A dispetto degli studi, però, si dedicò alla poesia, e alla traduzione letteraria, fin dal 1941, anno di pubblicazione della sua prima raccolta, "Le opere e i giorni".
La critica si interessò della sua produzione già a partire dagli anni Cinquanta. Eugenio Montale, in un articolo apparso sul Corriere della Sera nel 1957, disse di lui: "Risi deve aver imparato, più che dalla poesia, da certa recente pittura francese".
Nello stesso periodo, il poeta affiancò all'attività letteraria quella di regista, realizzando 8 film, un telefilm e diversi documentari, cortometraggi e inchieste per la tv. Nel cinema il suo nome è ricordato soprattutto per "Diario di una schizofrenica" (1968), film tratto dall'omonimo romanzo di Marguerite Sechehaye. Altri suoi film, sempre incentrati sull'analisi psicologica, sono: "Una stagione all'inferno" (1971), "Un amore di donna" (1988) e "Per odio, per amore" (1990).
Inserito a pieno titolo tra i poeti della generazione post-ermetica, Nelo Risi è stato tra coloro che per primi hanno avvertito l'urgenza di articolare in "discorso" l'essenzialità espressiva, ormai divenuta di maniera, portando il lessico a livello del parlato, fino a una libertà quasi diaristica.
In "Dentro la sostanza" (1965) si può leggere l'impegno poetico di Risi: "Scrivere è un atto politico". Tra le sue raccolte poetiche, anche: "L'esperienza" (1948), "Polso teso" (1956, primo titolo pubblicato con Mondadori, poi suo editore), "Pensieri elementari" (1961), "Di certe cose che dette in versi suonano meglio che in prosa" (1970), "I fabbricanti del 'bello'" (1983), "Mutazioni" (1991) e "Il mondo in una mano (1994).
Negli anni, l'opera di Risi è stata ricompensata con numerosi riconoscimenti. Tra gli altri, il Premio Dino Campana nel 2006, il Premio Viareggio con "Di certe cose" nel 1970 e il Premio Giosuè Carducci nel 2007.