CULTURA
Letteratura
Addio allo scrittore Olov Enquist, grande coscienza critica della Scandinavia
Tradotto in 23 lingue, grande successo con il romanzo "Il medico di corte"

Lo scrittore svedese Per Olov Enquist, tra le figure più autorevoli della cultura scandinava e una delle grandi 'coscienze critiche' della società nordeuropea, è morto ieri sera "serenamente" all'età di 85 anni dopo una lunga malattia. L'annuncio della scomparsa è stato dato oggi dalla moglie, Gunilla Thorgren, alla stampa svedese, come riferisce il sito internet Politiken.
Autore svedese tra i più letti e acclamati, il patriarca della letteratura scandinava del XX secolo è noto per storie potenti che intrecciano la sua vita malinconica con il lato oscuro della storia. Al gusto per l'indagine storica e al desiderio di essere testimone del proprio tempo, Enquist ha aggiunto una capacità di scrittura che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in tutto il mondo, con traduzioni in 23 lingue.
"Il libro delle parabole" (2014) è il suo ultimo romanzo pubblicato in italiano da Iperborea. Grande successo ha ottenuto con "Il libro di Blanche e Marie" (Iperborea, 2006), insignito del Premio Napoli 2007, ed in particolare con "Il medico di corte" (edizione originale del 1999, tradotta da Iperborea nel 2001 e riedita da Feltrinelli 2006), con cui ha vinto il Premio Super Flaiano 2002 e il Premio Mondello 2002: narra la storia settecentesca di Johann Friedrich Struensee, giovane medico tedesco, idealista, impregnato di idee illuministe, che viene convinto ad accettare l'incarico di medico personale, e poi primo ministro, del re di Danimarca Cristiano VII, re diciottenne intelligente e sensibile, che scambia lettere con Voltaire, e che una mostruosa educazione conduce volutamente sull'orlo della follia.
Tra i libri di Enquist pubblicati in italiano figurano: "August Strindberg: una vita (Iperborea, 1988); "La partenza dei musicanti" (Iperborea, 1992; Feltrinelli, 2008); "Processo a Hamsun" (Iperborea, 1996); "La biblioteca del Capitano Nemo" (Giano, 2004); "Il viaggio di Lewi" (Iperborea, 2004). Feltrinelli ha pubblicato anche i libri per ragazzi "La Montagna delle Tre Grotte" (2004) e "Il segreto della terza grotta" (2011).
Nel 2010 Enquist ha pubblicato la sua autobiografia "Un'altra vita" (Iperborea, 2010), una storia che si legge come un romanzo di formazione in tre atti: dall'infanzia tra i boschi nel nord della Svezia allevato da una madre severa e devota, fino alla lunga dipendenza dall'alcol dalla quale uscirà scrivendo romanzi. Nel mezzo una vita molto intensa, segnata da rapporti d'amicizia importanti (con Ingmar Bergman, Ulrike Meinhof, Günter Grass, Olof Palme), e dall'esperienza nella socialdemocrazia svedese.
Nato a Hjoggböle, nell'estremo nord della Svezia, il 23 settembre 1934, dopo la laurea in storia della letteratura all'Università di Uppsala, fra il 1965 e il 1976 Enquist lavorò come giornalista, in particolare sportivo, e moderatore di dibattiti televisivi. Nel frattempo si era affermato in patria come narratore, debuttando con il romanzo "Il quinto inverno del magnetizzatore" (1964), liberamente ispirato alla figura del medico ipnotista Franz Anton Mesmer, le cui teorie visionarie ebbero grande risonanza nell'Ottocento. Fra il 1970 e il 1971 Enquist visse a Berlino come ospite della Deutscher Akademischer Austauschdienst e nel 1973 fu visiting professor presso l'Università della California a Los Angeles.
Enquist è stato membro del Consiglio culturale svedese e della Commissione radiofonica svedese. Nel 1968 ha vinto il Nordic Council's Literature Prize con il romanzo "I legionari", una storia sulla deportazione svedese di soldati delle nazioni baltiche alla fine della seconda guerra mondiale in Urss. Negli anni successivi ha vinto numerosi altri premi, fra cui il Selma Lagerlof Prize nel 1977, il Dobloug Prize nel 1988, il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea nel 2009 e lo Svenska Akademiens nordiska pris (conosciuto come il piccolo Nobel) nel 2010. Tra i suoi romanzi più significativi anche "Il secondo" (1971, non tradotto in italiano), sul rapporto tra sport e politica.
Autore svedese tra i più letti e acclamati, il patriarca della letteratura scandinava del XX secolo è noto per storie potenti che intrecciano la sua vita malinconica con il lato oscuro della storia. Al gusto per l'indagine storica e al desiderio di essere testimone del proprio tempo, Enquist ha aggiunto una capacità di scrittura che gli ha fruttato premi e riconoscimenti in tutto il mondo, con traduzioni in 23 lingue.
"Il libro delle parabole" (2014) è il suo ultimo romanzo pubblicato in italiano da Iperborea. Grande successo ha ottenuto con "Il libro di Blanche e Marie" (Iperborea, 2006), insignito del Premio Napoli 2007, ed in particolare con "Il medico di corte" (edizione originale del 1999, tradotta da Iperborea nel 2001 e riedita da Feltrinelli 2006), con cui ha vinto il Premio Super Flaiano 2002 e il Premio Mondello 2002: narra la storia settecentesca di Johann Friedrich Struensee, giovane medico tedesco, idealista, impregnato di idee illuministe, che viene convinto ad accettare l'incarico di medico personale, e poi primo ministro, del re di Danimarca Cristiano VII, re diciottenne intelligente e sensibile, che scambia lettere con Voltaire, e che una mostruosa educazione conduce volutamente sull'orlo della follia.
Tra i libri di Enquist pubblicati in italiano figurano: "August Strindberg: una vita (Iperborea, 1988); "La partenza dei musicanti" (Iperborea, 1992; Feltrinelli, 2008); "Processo a Hamsun" (Iperborea, 1996); "La biblioteca del Capitano Nemo" (Giano, 2004); "Il viaggio di Lewi" (Iperborea, 2004). Feltrinelli ha pubblicato anche i libri per ragazzi "La Montagna delle Tre Grotte" (2004) e "Il segreto della terza grotta" (2011).
Nel 2010 Enquist ha pubblicato la sua autobiografia "Un'altra vita" (Iperborea, 2010), una storia che si legge come un romanzo di formazione in tre atti: dall'infanzia tra i boschi nel nord della Svezia allevato da una madre severa e devota, fino alla lunga dipendenza dall'alcol dalla quale uscirà scrivendo romanzi. Nel mezzo una vita molto intensa, segnata da rapporti d'amicizia importanti (con Ingmar Bergman, Ulrike Meinhof, Günter Grass, Olof Palme), e dall'esperienza nella socialdemocrazia svedese.
Nato a Hjoggböle, nell'estremo nord della Svezia, il 23 settembre 1934, dopo la laurea in storia della letteratura all'Università di Uppsala, fra il 1965 e il 1976 Enquist lavorò come giornalista, in particolare sportivo, e moderatore di dibattiti televisivi. Nel frattempo si era affermato in patria come narratore, debuttando con il romanzo "Il quinto inverno del magnetizzatore" (1964), liberamente ispirato alla figura del medico ipnotista Franz Anton Mesmer, le cui teorie visionarie ebbero grande risonanza nell'Ottocento. Fra il 1970 e il 1971 Enquist visse a Berlino come ospite della Deutscher Akademischer Austauschdienst e nel 1973 fu visiting professor presso l'Università della California a Los Angeles.
Enquist è stato membro del Consiglio culturale svedese e della Commissione radiofonica svedese. Nel 1968 ha vinto il Nordic Council's Literature Prize con il romanzo "I legionari", una storia sulla deportazione svedese di soldati delle nazioni baltiche alla fine della seconda guerra mondiale in Urss. Negli anni successivi ha vinto numerosi altri premi, fra cui il Selma Lagerlof Prize nel 1977, il Dobloug Prize nel 1988, il Premio di Stato austriaco per la letteratura europea nel 2009 e lo Svenska Akademiens nordiska pris (conosciuto come il piccolo Nobel) nel 2010. Tra i suoi romanzi più significativi anche "Il secondo" (1971, non tradotto in italiano), sul rapporto tra sport e politica.