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CULTURA

Per evitare che finisse a Mondadori dopo l'acquisto di Rcs Libri

"Adelphi l'ho ricomprata io. Ed è una bella sfida"

Così Roberto Calasso che ha riacquistato le sue azioni dalla Rcs in una intervista a Repubblica. Ha definito "una sciocchezza" la voce che avrebbe rilevato la maggioranza grazie a un socio occulto: "Tutto quello che c'era da pagare per rilevare la quota di Rcs è pagato da me"

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Roberto Calasso
"Ho sempre pensato che la proprietà di una casa editrice fosse un elemento non trascurabile della sua qualità, così come lo è il numero di copie vendute dei libri che si pubblicano" e "quando la proprietà della maggioranza coincide con chi decide quali libri fare e in che modo, l'esposizione al rischio è massima e non ci sono scuse dietro cui trincerarsi. Ed è una bella sfida". Così Roberto Calasso, presidente della Adelphi, in una intervista a Repubblica. l'editore ha infatti riacquistato le sue azioni dalla Rcs dopo la cessione della sua sezione lIbri alla Mondadori per 127,5 milioni di euro.

Calasso ha definito "una sciocchezza" la voce che avrebbe rilevato la maggioranza grazie a un socio occulto: "Tutto quello che c'era da pagare per rilevare la quota di Rcs è pagato da me". E ora è proprietario dell'Adelphi "all'incirca per il settanta per cento. 71 per l'esattezza". E rimarca che "nella sua storia, che dura ormai da più di cinquant'anni, Adelphi non ha mai subito interferenze", anche "nella collaborazione con grandi gruppi, cominciata nel 1975 con l'Efi per finire con la Rcs, non c'è stato un solo caso di intervento editoriale" e oggi "mi trovo nella singolare e piacevole situazione di avere come soci di minoranza e coinvolti nella casa editrice due vecchi amici: Francesco Pellizzi e Elisabetta Zevi". Per una casa editrice, afferma, "la vera discriminante" è la libertà e la capacità di dire no. E pubblicare solo le cose che ci piacciono. Se possibile, che ci piacciono molto".