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MONDO

La Russia ai suoi cittadini: lasciate la Turchia

Aereo russo abbattuto, Putin pretende delle scuse. Erdogan: "Presidente russo non mi risponde"

Continuano le polemiche fra Mosca e Ankara. Il Cremlino valuta pesanti ritorsioni economiche. A rischio anche il gasdotto Turkish Stream. Il presidente turco Erdogan: "Chieda scusa chi ha violato lo spazio aereo”. Erdogan: "Putin non mi ha risposto al telefono"

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Lo schianto al suolo dell'aereo russo (Ansa)
Mosca
"Nessuna scusa": la Turchia risponde così al presidente russo Vladimir Putin, che si è lamentato per la mancanza di messaggi concilianti da Ankara e di proposte di indennizzo dopo l’abbattimento del caccia di Mosca al confine con la Siria. La tensione dunque rimane tangibile fra i due Paesi, con la Russia che ha avviato le prime ritorsioni economiche e minaccia misure assai più pesanti.

Putin pretende scuse 
Vladimir Putin pretende che Ankara riveda le sue posizioni sull’accaduto. Il presidente russo ha detto di avere l'impressione che il governo turco voglia intenzionalmente portare le relazioni con Mosca "a un punto morto" e ha ripetuto di considerare assolutamente inspiegabile la “pugnalata alle spalle” da un Paese che Mosca considera alleato nella lotta al terrorismo.

La Turchia: "Siamo nel giusto"
Frasi per ora cadute nel vuoto, dato che la replica del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu è stata netta: “Non abbiamo bisogno di scusarci dal momento che siamo nel giusto”. Quanto al presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha assicurato che il suo Paese non compra petrolio dall'Isis, contro cui conduce una lotta “incontrovertibile”. Rispondendo alle accuse russe di finanziare le milizie jihadiste, Erdogan ha lanciato una sfida a Mosca: “Vergognatevi, chi dice che compriamo petrolio dall'Isis è obbligato a provarlo, altrimenti è un calunniatore”. “Piuttosto - ha invece dichiarato – chieda scusa chi ha violato lo spazio aereo” della Turchia.

Le prime ritorsioni 
In Russia intanto sono iniziate le prime forme di ritorsione. Il vice premier russo Dmitri Rogozin, che nel governo sovrintende alla difesa e all'industria aerospaziale, su Facebook ha chiesto alle armerie russe di rifiutarsi di lavorare con i fornitori turchi. La holding “Kolchuga” ha già rimosso dai suoi punti vendita le armi prodotte in Turchia. L’esecutivo russo ha inoltre incaricato Rosselkhoznadzor, l'ente federale per i controlli fitosanitari, di rafforzare i controlli sui prodotti agroalimentari provenienti dalla Turchia. "Nessun embargo è stato imposto – ha precisato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov - Sono state prese, invece misure di controllo aggiuntive a causa del maggiore pericolo derivante dalle diverse manifestazioni di estremismo". I provvedimenti, ha precisato Peskov, sono una reazione naturale alla “imprevedibilità” della Turchia.

A rischio anche il gasdotto Turkish Stream
Mentre a Krasnodar un gruppo di circa 50 imprenditori turchi è stato fermato dalle autorità russe con l'accusa di aver mentito sul motivo del loro ingresso nel Paese, rimediando una condanna a dieci giorni di detenzione e una multa di 4mila rubli (poco meno di 60 euro), l’esecutivo sta valutando “misure di ritorsione” in campo economico e umanitario assai più gravi. Il ministro dello Sviluppo economico russo, Alexiei Uliukaiev, ha annunciato che la Russia è pronta a sospendere i voli da e per la Turchia e che le restrizioni economiche ordinate dal premier russo Dmitri Medvedev potrebbero riguardare anche i progetti per il gasdotto Turkish Stream e per la centrale nucleare di Akkuiu, che rischiano l'annullamento o il congelamento. Il ministero degli Esteri russo ha inoltre chiesto ai suoi concittadini che si trovano in Turchia di
tornare a casa "in relazione alle esistenti minacce terroristiche sul territorio turco".
 
Gli Usa contro i missili russi in Siria
L'ambasciata Usa in Russia ha invece criticato la decisione di Mosca di schierare i sistemi di difesa anti missilistica S-400 alla base militare russa a Latakia, in Siria. Secondo la rappresentanza diplomatica, non fa che complicare la situazione e non favorisce la lotta all'Isis. Dall’Italia, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sostiene che alla coalizione anti-Isis serve “più coordinamento: una cabina di regia vera che potrebbe evitare episodi come quello dello sconfinamento dell'aereo russo in Turchia”. 

Erdogan: "Putin non mi ha risposto al telefono"
"La Turchia avrebbe reagito diversamente se avesse saputo che l'aereo era russo". Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sul jet abbattuto martedì dai caccia di Ankara al confine con la Siria. Il presidente russo Vladimir Putin non ha risposto alle telefonate fatte dal suo omologo turco Erdogan dopo l'abbattimento del jet russo. Lo ha rivelato lo stesso Erdogan in un'intervista a France 24, criticando Putin per questo comportamento.