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MONDO

La zona delle ricerche è lontanissima dalla costa

Aereo scomparso: gli ultimi 54 minuti di volo prima del nulla

Cinque aerei e diverse navi coinvolti nel pattugliamento del tratto di Oceano Indiano dove i satelliti hanno avvistato due oggetti galleggianti. Il ministro della Difesa australiano: "Un incubo logistico". Salpa la rompighiaccio protagonista del salvataggio in Antartide

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Continuano le ricerche dell'aereo scomparso (Ansa)
Kuala Lumpur (Malesia)
Il co-pilota del Boeing 777 della Malaysian Airlines comunicò due volte, a distanza di sei minuti, alla torre di controllo l'altitudine di 35mila piedi (10.600 metri) a cui si trovava l'aereo. E' quanto emerge dalla trascrizione degli ultimi 54 minuti di comunicazioni tra la cabina di pilotaggio e la torre di controllo, prima che il Boeing scomparisse dai radar, all'1 e 22 di notte dello scorso 8 marzo, al largo del Vietnam.

La difficoltà delle ricerche
Al mistero dell’aereo scomparso ora si aggiungono le difficoltà nelle ricerche. L’ultima pista conduce in una delle aree più remote del pianeta: un tratto di Oceano Indiano a metà strada tra l’Australia e l’Antartide. “Un incubo logistico”, dice il ministro della Difesa australiano David Johnston. Quei due oggetti galleggianti avvistati dai satelliti sono però la migliore carta a disposizione degli investigatori, così cinque aerei e diverse navi sono già impegnati in zona.

Malesia chiede a Usa attrezzature 
La Malesia ha chiesto agli Stati Uniti di fornire attrezzature per la sorveglianza sottomarina per aiutare nelle ricerche. Il Pentagono ha riferito di aver speso 2,5 milioni di dollari per inviare navi e aerei per partecipare alle ricerche e ha messo a budget un altro milione e mezzo di dollari.

Ricerche in un'area remota
A quasi due settimane dalla sparizione del Boeing 777 della Malaysia Airlines, l’attenzione dunque si concentra su 23mila chilometri quadrati di mare a 2500 chilometri a sud-ovest di Perth. Lontanissimo dalla rotta prevista del volo, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, ma comunque nell’area che poteva essere raggiunta dall’aereo dopo il cambio di rotta.

Le difficoltà sono enormi: la zona è talmente lontana dalla costa che i cinque velivoli impegnati nelle ricerche impiegano più tempo per raggiungerla di quello che possono trascorrere sul posto a cercare eventuali frammenti dell’aereo. Da Perth ha salpato l’ancora anche la rompighiaccio cinese Snow Dragon, che meno di tre mesi fa è stata protagonista del salvataggio in Antartide dei passeggeri della nave russa Akademik Shokalskiy. 
 
Ricerche anche in altre zone
Le ricerche continuano anche in altre zone e coinvolgono complessivamente 25 Paesi. Nelle ultime due settimane si sono infatti già avute diverse segnalazioni che si sono poi rivelate senza fondamento. “Finché non saremo certi di aver localizzato il volo MH370 le operazioni di ricerca e soccorso procederanno nei due corridoi” sotto sorveglianza, ha detto il ministro dei Trasporti malese Hishammuddin Hussein. Il primo va dalla Thailandia all’Asia Centrale, l’altro dall’Indonesia al sud dell’Oceano Indiano.

Un vero e proprio giallo 
L’aereo della Malaysia Airlines a metà strada tra le coste della Malesia e del Vietnam ha cambiato rotta e i suoi sistemi di comunicazione sono stati disattivati: “in modo deliberato” secondo le autorità malesi. Al momento sono tre gli scenari che gli investigatori considerano più plausibili per spiegare l’accaduto: un dirottamento, un sabotaggio da parte dei piloti oppure una crisi di estrema gravità durante il volo che abbia lasciato l’equipaggio incapace di agire mentre l’aereo volava con il pilota automatico per otto ore, fino all’esaurimento del carburante.