MONDO
A 52 giorni dalla scompasa
Aereo scomparso:l'Australia dubita di trovare qualcosa
Il premier australiano ammette che è altamente improbabile che si trovi il relitto dell'aereo della Malaysia Airlines scomparso lo scorso 8 marzo con 239 persone a bordo
Roma
A 52 giorni dalla scomparsa del volo della Malaysia Airlines, dopo quasi due mesi di ricerche, è possibile che nessun traccia o detrito venga ritrovato. Ad ammetterlo è stato il premier australiano, Tony Abbott, che ha annunciato che le ricerche nell'Oceano Indiano entrano in una nuova fase. Ci si concentrerà infatti solo sul fondale marino, perchè dopo sette settimane è ormai "altamente improbabile" che si trovi qualche oggetto galleggiante del relitto.
La nuova fase, che farà a meno dunque di aerei ed elicotteri, si concentrerà su una superficie molto grande del fondale marino, un'area di 56 mila chilometri quadrati, che potrebbe richiedere oltre sei mesi di ricerca. Lo stesso premier ha comunque ammesso che è possibile che non si troverà mai il relitto del Boeing 777. "Faremo tutto ciò che è umanamente possibile, tutto quello che è ragionevolmente possibile, per risolvere questo mistero", ha tuttavia assicurato il premier.
La zona probabile dell'impatto, definita attraverso l'analisi di dati satellitari, incrociati con le rilevazioni che si ritiene provenissero dalla scatola nera prima che le batterie si esaurissero, è di circa 700 chilometri per 80. Le ricerche sottomarine continueranno con il mini-sommergibile telecomandato Bluefin-21, che finora ha rastrellato senza successo circa 400 chilometri quadrati di fondale marino, ma saranno chiamate a collaborare anche aziende specializzate in questo tipo di ricerche .
Il volo MH370 della Malaysia Airlines è scomparso l'8 marzo scorso con 239 persone a bordo, di cui 153 cinesi. L'aereo, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, si sarebbe inabissato nel sud dell'Oceano Indiano, ma nessuna traccia materiale è stata ancora ritrovata nonostante le imponenti operazioni di ricerca navali e aeree al largo delle coste orientali dell'Australia.
La nuova fase, che farà a meno dunque di aerei ed elicotteri, si concentrerà su una superficie molto grande del fondale marino, un'area di 56 mila chilometri quadrati, che potrebbe richiedere oltre sei mesi di ricerca. Lo stesso premier ha comunque ammesso che è possibile che non si troverà mai il relitto del Boeing 777. "Faremo tutto ciò che è umanamente possibile, tutto quello che è ragionevolmente possibile, per risolvere questo mistero", ha tuttavia assicurato il premier.
La zona probabile dell'impatto, definita attraverso l'analisi di dati satellitari, incrociati con le rilevazioni che si ritiene provenissero dalla scatola nera prima che le batterie si esaurissero, è di circa 700 chilometri per 80. Le ricerche sottomarine continueranno con il mini-sommergibile telecomandato Bluefin-21, che finora ha rastrellato senza successo circa 400 chilometri quadrati di fondale marino, ma saranno chiamate a collaborare anche aziende specializzate in questo tipo di ricerche .
Il volo MH370 della Malaysia Airlines è scomparso l'8 marzo scorso con 239 persone a bordo, di cui 153 cinesi. L'aereo, partito da Kuala Lumpur e diretto a Pechino, si sarebbe inabissato nel sud dell'Oceano Indiano, ma nessuna traccia materiale è stata ancora ritrovata nonostante le imponenti operazioni di ricerca navali e aeree al largo delle coste orientali dell'Australia.