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EUROPA

Meeting di Rimini

Afghanistan. Gentiloni: "L'Ue accolga anche senza unanimità"

"Se si vuole dare una mano sui rifugiati e sull'accoglienza, si può fare anche a maggioranza", ha detto il commissario europeo per gli Affari economici

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"La Ue deve lavorare sull'accoglienza e sulle quote di immigrazione legale di rifugiati afghani e deve farlo anche togliendosi l'alibi della unanimità nelle decisioni". 

Lo ha detto il commissario Ue Paolo Gentiloni al Meeting di Cl. 

"Rispetto l'unanimità, ma so che non ci sarà mai e ci sarà sempre qualcuno contrario a politiche di accoglienza e a quote di immigrati legali. Niente alibi se si vuole dare una mano sui rifugiati e sull'accoglienza. Si può fare anche a maggioranza. Orban ed altri non saranno d'accordo ma fa parte delle nostre regole", ha detto Gentiloni.

In Afghanistan "non doveva finire così"
In Afghanistan, prosegue il commissario europeo, il "lavoro fatto per liquidare Al Qaida, le tante vittime anche le vittime italiane, non meritavano questa conclusione, non doveva finire così". Quella nel Paese asiatico, ha osservato, "certamente è una debacle dell'Occidente e non lo sottovalutiamo. Tutti noi apparteniamo a generazioni privilegiate, che hanno conosciuto valori della libertà e della persona abituate a considerare questi valori come valori non negoziabili e invece ci dobbiamo rendere conto che questo non è un modello unanimemente condiviso".

Attenzione a chi sostituisce gli Usa
"La domanda di una Ue più presente sul piano geopolitico va molto più veloce della nostra capacità di risposta. O la acceleriamo o si creerà un vuoto a livello globale in cui il tirarsi un pochino indietro da parte Usa potrà essere sostituito da altre potenze che per i valori per noi irrinunciabili non hanno lo stesso rispetto", dice il commissario Ue. "Se non ora quando muoversi sulla difesa comune? Non ostacoliamola con egoismi nazionali. Sarà una delle tre o quattro grandi sfide della Commissione Ue e farò di tutto perché dalla lezione dell'Afghanistan si capisca che serve", conclude.

Pnrr: non mi pare l'Italia si renda conto della straordinarietà
In questo momento, "concentriamoci il più possibile sui vaccini e su questa sfida economica", quella dell'utilizzo del Pnrr: "lasciamo da parte le mille discussioni per le quali, giustamente ci appassioniamo ma che in un momento di così grande emergenza io credo dovrebbero passare in secondo piano", ha detto Gentiloni. "Questa sfida - ha proseguito riferendosi al Pnrr - che dovrebbe essere vissuta come una sfida nazionale di tutti i partiti politici, di Governo e opposizione, di tutte le forze sociali, della cultura, di tutto il Paese, a mio avviso non la abbiamo ancora chiara".

"Il dibattito italiano - ha ribadito - mi sembra non tenga conto della straordinarietà di questa occasione e dei rischi di fallirla questa occasione perché, come ricordava Mario Draghi proprio qui, l'anno scorso, c'è un debito buono e uno cattivo e l'Italia ha fatto, unico tra i 27 Paesi, la scommessa di avere l'intera posta del piano di Recovery, tutti i trasferimenti e tutti i prestiti e - ha concluso Gentiloni - tutti i prestiti possono essere debito buono e debito cattivo e questo dipende da noi".

L'Italia "fin qui bene. Ma attenzione: il prefinanziamento riguarda un programma, non i risultati ottenuti, i prossimi fondi riguarderanno risultati ottenuti che saranno scanditi da tempi e obiettivi; e purtroppo sarò io a dover dire cosa stiamo e non stiamo facendo con una posizione non invidiabile", dice Gentiloni. "Da qui alla fine dell'anno ci sono 25 obiettivi, 2-3 importanti riforme da approvare in Parlamento: è tanta roba!", aggiunge.

Sarà l'autunno più importante degli ultimi 30 anni
"Ho firmato degli accordi per distribuire 52 miliardi di euro di prefinanziamento, 26 di questi 52 miliardi andavano all'Italia. Andiamo verso forse l'autunno più importante in termini economici degli ultimi 30 anni in Italia e non mi pare che ce ne stiamo rendendo conto abbastanza", dice Gentiloni. A tale riguardo, si chiede il commissario europeo "abbiamo chiara la posta in gioco dei prossimi mesi, non dei prossimi anni? Le riforme da fare in Parlamento? Gli investimenti da decidere? La situazione per certi versi è una situazione ideale abbiamo davvero una ripresa economica molto significativa in Europa, in Italia e in Europa e adesso con queste risorse comuni possiamo dare a questa ripresa qualità e un carattere duraturo oppure potremo non farlo: avremmo un rimbalzo ma poi tra due anni saremmo daccapo alla crescita striminzita, al divario tra Nord e Sud, alle difficoltà del nostro Paese".

Lavoro, legittimi i dubbi su delocalizzazioni
"Non ho apprezzato molto i toni di eccessiva polemica verso il governo: In questo momento meno polemiche e più lavoro comune meglio è. Ma il tema posto di guardare a questa legge con attenzione è legittimo. Avanzare dubbi sulla delocalizzazione senza attacchi al governo che ho trovato in questo momento fuori luogo è per me del tutto legittimo", ha detto Gentiloni riferendosi all'attacco al ministro Orlando da parte del presidente di Confindustria Carlo Bonomi. 

Per Gentiloni, "il grande e affascinante lavoro che dobbiamo fare è attirare investimenti in Italia e non di illuderci sulla situazione occupazionale e di presenze straniere per come è ora. Dobbiamo difendere posto di lavoro per posto di lavoro nelle aziende che minacciano licenziamenti e lo fanno in modo vergognoso e feudale con whatsapp ma non risolviamo il problema congelando quello che c'è. Il problema lo risolviamo con le riforme, con le politiche attive del lavoro, con quello che ci separa da una economia più sostenibile e competitiva. Se spendiamo bene ora potremo gestire meglio la transizione verde che è una sfida da far tremare i polsi ma necessaria ed avere una economia già competitiva. Risolviamo il problema del lavoro se abbiamo una economia già competitiva. A quel punto il corpo a corpo sul lavoro avrà senso. Se no saranno battaglie difficili da portare avanti. Le cose devono crescere nella sostenibilità", conclude.