MONDO
L’allarme di Intersos
Afghanistan: Il sistema sanitario vicino al collasso
Zone isolate lasciate senza presidi sanitari. Una realtà emersa ancora di più con il cessate il fuoco

L’altra faccia dell’Afghanistan. Quella degli scontri, dei combattimenti da una parte e quella di un paese oramai al collasso
Una situazione così non si verificava in 20 anni di guerra. E’ l'allarme che Intersos ha ricevuto dai ''dati raccolti dai nostri operatori umanitari impegnati nel garantire assistenza sanitaria nelle province di Kandahar e Zabul''.
La crisi umanititaria
L'interruzione dei combattimenti non ha migliorato le condizioni di vita della popolazione. La crisi alimentare, economica e sociale è sempre più profonda. Il blocco della liquidità delle importazioni sta già fortemente limitando la continuità dei servizi essenziali e l'approvvigionamento di beni essenziali e medicinali, si legge in una nota diffusa da Intersos.
A partire dal 15 agosto si è osservato un aumento dei pazienti che si rivolgono ai centri di salute sostenuti da Intersos per ricevere assistenza. L'aiuto umanitario si trova a svolgere un ruolo di supplenza emergenziale nel cercare di garantire la copertura di servizi essenziali, vista l'interruzione dei preesistenti finanziamenti per i progetti di sviluppo, inclusi quelli a supporto del sistema sanitario. Vaste aree del Paese, le cosiddette ''white areas'' rimangono prive di servizi di base, inclusi i servizi di assistenza sanitaria, garantiti solo dalla presenza delle ONG internazionali. Ed è qui che si concentra l'intervento della nostra organizzazione.”
Assistenza in zone remote
''Rimanere in Afghanistan in questo momento è più che mai importante - racconta da Kandahar la Direttrice dei programmi di Intersos Alda Cappelletti - In questi giorni sto visitando le
strutture supportate da Intersos in zone remote e prive di qualsiasi altra forma di assistenza sanitaria. In questo momento solo la presenza delle organizzazioni umanitarie assicura servizi fondamentali per la salute primaria, lotta alla malnutrizione, cure mediche per le donne e i bambini''. Intersos sostiene al momento diversi centri di salute primaria nei distretti di Spin Boldak, Maywand, Shawalikot, Zheray nonché l'ospedale di Qalat e i centri di salute di Kharwaryan e Shajoy nella provincia di Zabul. La nostra presenza garantisce l'offerta di servizi di sanià di base, salute materno-infantile e programmi nutrizionali in aree remote e difficilmente accessibili, che altrimenti sarebbero prive di alcun tipo di servizio sanitario.
Le ONG restano
''Nonostante le difficoltà in corso, rimaniamo operativi senza nuove restrizioni, anche per quanto riguarda l'inclusione del nostro personale femminile nei progetti - sottolinea il Direttore Generale di Intersos, Konstantinos Moschochoritis - Dobbiamo ricordare che abbiamo affrontato delle difficoltà anche in passato, ma come operatori umanitari, la nostra presenza e la nostra risposta sono sempre state guidate dai bisogni umanitari. Oggi, rispondere ai bisogni in Afghanistan non deve fare eccezione''.
Una situazione così non si verificava in 20 anni di guerra. E’ l'allarme che Intersos ha ricevuto dai ''dati raccolti dai nostri operatori umanitari impegnati nel garantire assistenza sanitaria nelle province di Kandahar e Zabul''.
La crisi umanititaria
L'interruzione dei combattimenti non ha migliorato le condizioni di vita della popolazione. La crisi alimentare, economica e sociale è sempre più profonda. Il blocco della liquidità delle importazioni sta già fortemente limitando la continuità dei servizi essenziali e l'approvvigionamento di beni essenziali e medicinali, si legge in una nota diffusa da Intersos.
A partire dal 15 agosto si è osservato un aumento dei pazienti che si rivolgono ai centri di salute sostenuti da Intersos per ricevere assistenza. L'aiuto umanitario si trova a svolgere un ruolo di supplenza emergenziale nel cercare di garantire la copertura di servizi essenziali, vista l'interruzione dei preesistenti finanziamenti per i progetti di sviluppo, inclusi quelli a supporto del sistema sanitario. Vaste aree del Paese, le cosiddette ''white areas'' rimangono prive di servizi di base, inclusi i servizi di assistenza sanitaria, garantiti solo dalla presenza delle ONG internazionali. Ed è qui che si concentra l'intervento della nostra organizzazione.”
Assistenza in zone remote
''Rimanere in Afghanistan in questo momento è più che mai importante - racconta da Kandahar la Direttrice dei programmi di Intersos Alda Cappelletti - In questi giorni sto visitando le
strutture supportate da Intersos in zone remote e prive di qualsiasi altra forma di assistenza sanitaria. In questo momento solo la presenza delle organizzazioni umanitarie assicura servizi fondamentali per la salute primaria, lotta alla malnutrizione, cure mediche per le donne e i bambini''. Intersos sostiene al momento diversi centri di salute primaria nei distretti di Spin Boldak, Maywand, Shawalikot, Zheray nonché l'ospedale di Qalat e i centri di salute di Kharwaryan e Shajoy nella provincia di Zabul. La nostra presenza garantisce l'offerta di servizi di sanià di base, salute materno-infantile e programmi nutrizionali in aree remote e difficilmente accessibili, che altrimenti sarebbero prive di alcun tipo di servizio sanitario.
Le ONG restano
''Nonostante le difficoltà in corso, rimaniamo operativi senza nuove restrizioni, anche per quanto riguarda l'inclusione del nostro personale femminile nei progetti - sottolinea il Direttore Generale di Intersos, Konstantinos Moschochoritis - Dobbiamo ricordare che abbiamo affrontato delle difficoltà anche in passato, ma come operatori umanitari, la nostra presenza e la nostra risposta sono sempre state guidate dai bisogni umanitari. Oggi, rispondere ai bisogni in Afghanistan non deve fare eccezione''.