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POLITICA

Lotta al terrore

Afghanistan, Pinotti: " La missione italiana continua, restiamo nel 2016"

Così il ministro della Difesa alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato. C'è ora, ha sottolineato il ministro, "un'esigenza nuova: sono segnalate infiltrazioni dell'Isis all'interno del territorio afghano, con tentativi di dialogo con al Qaeda ed una ripresa delle azioni insurrezionali in molti distretti". Il ministro degli Esteri, Gentiloni: la strada è ancora lunga, l'impegno prosegue

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La partecipazione italiana alla missione Resolute Support in Afghanistan continuerà e non si interromperà come inizialmente previsto. Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato.

Attualmente, ha ricordato Pinotti, "abbiamo un contingente di circa 800 uomini ad Herat, incrementato di 200 perché abbiamo dovuto sostituire gli spagnoli: non stanno chiusi nel fortino, ma ogni giorno dai 10 ai 12 moduli partono presso le sedi di comando della regione per addestrare le forze armate e di polizia". C'è ora, ha sottolineato il ministro, "un'esigenza nuova: sono segnalate infiltrazioni dell'Isis all'interno del territorio afghano, con tentativi di dialogo con al Qaeda ed una ripresa delle azioni insurrezionali in molti distretti. La Regione Ovest, dove ci sono gli italiani, è la più sicura del Paese, ma anche lì non sono mancati gli attacchi". Il problema, ha proseguito la titolare della Difesa, "è che si sono registrate tante perdite tra le forze afgane, pari a 650 uomini al mese. La lotta è dura, queste unità hanno mostrato grande tenacia e capacità di combattimento, ma serve ricostituire le perdite e riequipaggiare le unità. Pensiamo dunque sia utile proseguire la missione - che resta di addestramento, non di combattimento - senza incrementare le capacità attuali".

Gentiloni: ci sarà maggiore impegno Nato
La strada per la stabilizzazione dell'Afghanistan "non sarà rapida né facile e certamente richiede ulteriore impegno", non di combattimento, da parte della comunità internazionale. Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alle commissioni Esteri-Difesa sul ruolo dell'Italia nella missione Nato in Afghanistan, ricordando che lo stesso governo afgano ha chiesto il prolungamento della missione a comando della Nato Resolute Support, non di combattimento, che dal 1 gennaio 2015 ha sostituito la missione Isaf.

I Paesi partner della coalizione internazionale in Afghanistan, come Stati Uniti, Italia, Germania, Turchia, "prenderanno le loro decisioni" sul rafforzamento del proprio impegno "in diversi appuntamenti alla Nato, tra novembre e dicembre", ha specificato Gentiloni, ricordando come le forze di sicurezza locali devono far fronte ad una ripresa di intensità negli attacchi dei talebani, che "con il cambio della guardia alla guida hanno assunto dinamiche più aggressive".

"Far fronte alla crescente minaccia Isis"
L'impegno della comunità internazionale in Afghanistan dovrà indirizzarsi per "chiudere gli ultimi capitoli di una storia lunga 12-13 anni, ma anche per far fronte ad una minaccia parzialmente nuova, in particolare la crescita del Daesh, ed il fenomeno migratorio, visto che l'Afghanistan è diventato quest'anno il terzo Paese d'origine dei migranti". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni alle commissioni Esteri-Difesa.