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MONDO

Evacuati altri 250 cittadini stranieri

Afghanistan: aperto dagli Emirati Arabi un ponte aereo per aiuti umanitari

Una corsa contro il tempo per portare fuori dal paese centinaia di afghani, oltre a cittadini statunitensi e titolari di carta verde, bloccati a Mazar-e-Sharif, nel nord del paese. Oggi 300 donne in piazza in favore dei talebani

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11 voli con 255 tonnellate di aiuti medici e alimentari. Solo oggi due aerei hanno scaricato decine di scatole di aiuti in Afghanistan. È quello che ogni giorno gli Emirati Arabi Uniti fanno attraverso un corridoio umanitario per sostenere una popolazione che non trova nulla da mangiare nei mercati. Voli sui quali oltre due terzi dei 120mila afghani hanno lasciato l'Afghanistan e sono atterrati negli Emirati o in Qatar prima di raggiungere la destinazione finale.
 
Lo  ha confermato un responsabile dell'aeroporto di Kabul. Come altri Paesi del Golfo, alleati degli Usa, gli Emirati hanno fatto da zona di transito per i voli di evacuazione di stranieri e collaboratori afghani in fuga dal Paese dopo la presa di potere dei talebani a metà agosto. "Dal 3 settembre, il governo degli Emirati ha attivato un ponte aereo per gli aiuti umanitari", ha dichiarato all'AFP il direttore regionale della società basata in Eau e incaricata di gestire le attività  dell'aeroporto di Kabul.
 
250 stranieri evacuati
Negli ultimi 3 giorni  250 cittadini stranieri hanno lasciato l'Afghanistan. Lo conferma Zalmay Khalilzad, inviato speciale di Washington e artefice dell'accordo con i talebani dello scorso anno sul ritiro sicuro di truppe Usa e Nato. In una serie di tweet, ha elogiato sia il Qatar, la cui compagnia aerea nazionale ha effettuato i voli e i talebani che stanno permettendo il passaggio sicuro dei nostri cittadini, di altri cittadini stranieri e degli afghani che vogliono andare via. Tuttavia, centinaia di afghani, inclusi cittadini statunitensi e titolari di carta verde, rimangono bloccati a Mazar-e-Sharif, nel nord del Paese, perché i talebani chiedono i documenti di viaggio.

I due volti del paese
Da chi vuole lasciare per sempre il paese all’altra faccia pilotata dai talebani: 300 donne sono scese in piazza per sostenere il governo e le sue politiche di segregazione. Una manifestazione a Kabul, tra militanti islamici armati di fucili e mitragliatrici. Donne vestite di nero da capo a piedi, con il volto coperto e sventolando la bandiera dei Talebani. Avevano con se cartelli che inneggiavano al nuovo governo e definivano positiva la separazione dagli uomini nelle classi.

Il nuovo governo e il rischio di attacchi ISIS
L’insediamento del nuovo governo talebano dovrebbe essere domani, ma secondo fonti di intelligence straniere, l'Isis-Khorasan starebbe pianificando una serie di attentati con l'impiego di automezzi esplosivi e kamikaze durante la cerimonia.
 
Le parole di Zahra
In questo contesto parla Zahra Hamadi, l'attivista e imprenditrice arrivata da Kabul grazie alla mobilitazione e agli appelli del fratello Ahmed. “Da attivista dei diritti non posso dare soluzioni per il futuro del mio Paese. La risposta la devono dare quelle persone che hanno voluto portare questo Paese a come è oggi. Anche io sto aspettando di capire cosa decideranno i 'Grandi'.  "Sull'Afghanistan - ha proseguito, a margine di un incontro del Festival della Politica - adesso c'è un boom mediatico, sentiamo le cose che succedono, il non rispetto della parola data da parte dei Talebani, l'elenco è lungo. Sono preoccupata per il fatto che la memoria e la storia ci dicono: finché siamo sotto i riflettori si parla, si promette, però appena si spengono poi si dimentica, e l'Afghanistan rischia di essere dimenticato”.