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MONDO

Sette militanti pachistani uccisi da droni Usa al confine con il Pakistan

Afghanistan: bomba ferisce un deputato a Kabul. Razzi su Ghazny city

Non è ancora nota la gravità delle ferite riportate dal deputato  Ali Akbar Qasimi. C'è attesa inoltre per i risultati del ballottaggio presidenziale svoltosi in Afghanistan il 14 giugno, che saranno annunciati la prossima settimana

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Alta tensione in Afghanistan, dove si aspettano ancora i risultati del ballottaggio per le presidenziali che si è svolto il 14 giugno scorso. Un parlamentare è rimasto ferito oggi a Kabul per l'esplosione di un ordigno rudimentale. Il deputato Ali Akbar Qasimi, di cui non sono ancora note le condizioni di salute, è stato investito dallo scoppio mentre faceva ginnastica in una palestra del quartiere di Dasht-e-Barchi. La notizia è stata riportata dall'emittente Tolo Tv che ha anche reso noto che due razzi sarebbero esplosi oggi a Ghazni City, capoluogo della omonima provincia orientale afghana, senza causare vittime.

Sette militanti pachistani uccisi da droni Usa 
Ieri sette militanti pachistani sono rimasti uccisi da un drone americano nella provincia afghana di Paktika, al confine con il Pakistan. Nell'attacco sarebbero morti anche due comandanti del gruppo qaedista di Badr Mansoor. Altri tre soldati dell'esercito pachistano - secondo quanto riferisce DawnNews tv - sarebbero invece stati uccisi oggi a causa di un razzo sparato da non identificati militanti nel Waziristan settentrionale.

Presidenziali: la prossima settimana i risultati del ballottaggio
I risultati del ballottaggio presidenziale svoltosi in Afghanistan il 14 giugno saranno annunciati la prossima settimana. Lo ha reso noto il presidente della Commissione elettorale indipendente, Ahmad Yousaf Nuristani che ha assicurato che "non vi saranno ulteriori ritardi nell'agenda" di un processo elettorale per la scelta del successore del presidente Hamid Karzai che si "protrae da oltre cinque mesi". I due candidati nel ballottaggio, Abdullah Abdullah e Ashraf Ghani, non sono riusciti a mettersi d'accordo sulla costituzione di un governo nazionale, come stabilito in una mediazione svolta dal segretario di Stato americano, John Kerry.