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MONDO

Biden-Draghi: "stabilire approccio comune G7"

Afghanistan. Ue: brutto colpo per comunità internazionale. Leader dei talebani Baradar a Kabul

Biden si difende: "Gli Usa rispetteranno tutti gli impegni". Merkel chiede a Putin di esercitare la sua influenza coi talebani, impegnati intanto in raid casa per casa contro attivisti, artisti e oppositori. Orrore per l'esecuzione di un capo di polizia afghano, filmata e diffusa sui social network

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Ursula von der Leyen arriva in Spagna

Il mullah Abdul Ghani Baradar, cofondatore dei Talebani e capo dell'ufficio politico del movimento, è arrivato a  Kabul. Lo riferiscono i media locali sottolineando che Baradar è arrivato ieri sera nella capitale da Kandahar insieme ad una delegazione di alto livello. Il capo dell'ufficio politico del  movimento ha in agenda colloqui per formare un nuovo governo a Kabul.

C'è stato un incontro tra l'ex presidente afghano Hamid Karzai, l'ex 'chief executive' e rappresentante per i  negoziati di pace Abdullah Abdullah ed il governatore talebano di Kabul ad interim, Abdul Rahman Mansour. Lo riporta Tolo News che  pubblica un'immagine del colloquio e cita l'ufficio di Abdullah, secondo cui i tre hanno discusso della protezione delle vite, delle proprietà e della dignità degli abitanti della capitale.

Quanto sta avvenendo in Afghanistan "è una tragedia per gli afghani ma anche un brutto colpo per la comunità internazionale". Lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, oggi in visita all'hub in Spagna per gli afghani trasferiti dal Paese.

Un KC 767 dell'Aeronautica Militare è atterrato intorno alle 12 a Fiumicino con a bordo 195 persone che erano state evacuate da Kabul la scorsa notte con due C 130J. Nella giornata di oggi, riferisce la Difesa, ulteriori 3 C130  raggiungeranno Kabul per evacuare altri cittadini afghani. Dal giugno scorso, quando con l'operazione Aquila 1 furono portati nel nostro Paese 228 afghani, sono più di 1500 i cittadini afghani tratti  in salvo e circa 1000 quelli trasferiti in Italia.

Cresce la disperazione intorno all'aeroporto di Kabul, dove regna il caos mentre le evacuazioni diventano sempre più difficili. A sei giorni dalla presa di potere dei talebani, le strade per l'aeroporto restano intasate di traffico, pedoni e posti di blocco. Il video di un soldato americano che solleva un bambino da un muro all'aeroporto è l'ultimo ritratto della disperazione di migliaia di afghani, dopo le immagini terrificanti dei giorni scorsi di persone appese agli aerei in fase di decollo.   

Migliaia di soldati americani cercano di regolare l'arrivo di afghani e stranieri, ma il presidente Usa, Joe Biden, ha ammesso che la presenza dei militari non garantisce un passaggio sicuro. "Questo è uno dei ponti aerei più grandi e difficili della storia. Non posso garantire un esito positivo, non posso fare promesse sull'esito dei rimpatri", ha detto il presidente Usa, Joe Biden, in un discorso televisivo. 

Gli Usa hanno inviato elicotteri militari per salvare più di 150 americani che non erano riusciti a raggiungere l'aeroporto ieri mattina, ha riferito da Washington un funzionario, confermando la prima notizia di spostamento di truppe americane fuori dall'aeroporto per aiutare le persone che cercano di essere evacuate. Un civile tedesco è stato colpito e ferito mentre si dirigeva verso l'aeroporto, ha confermato un portavoce del governo tedesco. Biden ha fissato il 31 agosto come termine ultimo per completare il ritiro delle truppe dall'Afghanistan, ma il presidente ha avvertito che ci vorrà più tempo.   

Secondo la Casa Bianca, circa 13.000 persone sono state evacuate a bordo di aerei militari statunitensi e altre migliaia con aerei inviati da altri Paesi.   

Nonostante le promesse di talebani, che hanno assicurato che eviteranno vendette, un documento riservato dell'Onu ha accertato che gli insorti vanno casa per casa porta alla ricerca di persone che hanno collaborato con gli americani o con la Nato. I miliziani controllano anche le persone che si recano all'aeroporto di Kabul.

Biden chiama Draghi: G7 e G20 a favore stabilità
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente degli Stati Uniti d'America, Joseph R. Biden jr. Il colloquio - fa sapere Palazzo Chigi - si è incentrato sugli ultimi sviluppi e sulle implicazioni della crisi afghana, in particolare l'evacuazione dei connazionali e dei cittadini afghani vulnerabili, la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'assistenza umanitaria a favore della popolazione. Sono state inoltre discusse le prospettive dell'azione della Comunità internazionale nei diversi contesti, a partire da G7 e G20, a favore della stabilità e dello sviluppo dell'Afghanistan.

Anche la Casa Bianca ha diramato una nota sulla conversazione telefonica incentrata sul coordinamento sull'evacuazione in sicurezza dei connazionali e dei cittadini afgani dall'Afghanistan. "Hanno discusso dell'importanza di uno stretto, continuo coordinamento tra il loro personale militare e civile a Kabul, che stanno lavorando insieme instancabilmente per evacuare in sicurezza i loro cittadini, gli afgani che hanno coraggiosamente sostenuto noi e la Nato nello sforzo bellico, e altri cittadini afgani vulnerabili", si legge nel comunicato della presidenza degli Stati Uniti.I due leader hanno inoltre accolto con favore l'opportunità per il G7 di pianificare un approccio comune alla politica in Afghanistan al vertice virtuale della prossima settimana, ha aggiunto il comunicato.

Undp: a rischio fragile sviluppo Paese
Il caos politico in Afghanistan, insieme all'incertezza per il futuro, alla siccità e alla pandemia di coronavirus, mettono in pericolo il "fragile progresso nello sviluppo" raggiunto dal Paese asiatico. È il timore espresso dal Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), che evidenzia i rischi in  particolare per i diritti conquistati dalle donne e dalle ragazze  minorenni, come ha sottolineato in una conferenza stampa il vice portavoce del segretario generale dell'Onu, Eri Kaneko.

Talebani, no a classi miste in università Herat
I talebani nella provincia occidentale afghana di Herat hanno ordinato al governo e alle università private - scrive l'Agi - che alle ragazze non sarà più permesso di frequentare classi miste, in quella che è la prima fatwa, riportata dall'agenzia Khaama. Dopo un incontro di tre ore con docenti universitari e responsabili di istituzioni private, il mullah Farid, responsabile dell'emirato islamico afghano per l'istruzione superiore, ha avvertito le classi miste devono essere abolite perche' "questo sistema e' la radice di tutti i mali della società". I docenti della provincia hanno avvertito che, poiché le istituzioni private non possono permettersi classi separate, migliaia di ragazze potrebbero rimanere escluse dall'istruzione superiore. Secondo quanto riferito, ci sono circa 40.000 studenti e 2.000 docenti in università e istituzioni private e governative della provincia.

Hosseini, rischio di enorme crisi umanitaria
Khaled Hosseini, autore afghano di bestseller mondiali, da anni residente a New York, non avrebbe mai pensato "di vedere i talebani prendere Kabul così velocemente come hanno fatto. Il mio primo pensiero è stato per le donne e le ragazze afghane: hanno già sofferto tantissimo e ora rischiano di perdere più di tutti dalla vittoria dei taleban", dice in un'intervista alla Stampa. La gente afghana "è rassegnata da tempo all'idea che gli americani prima o poi se ne sarebbero andati". Ma "la velocità della loro ritirata è stata scioccante e ha lasciato aperta la porta per una crisi umanitaria in grande scala", aggiunge. Gli afghani "si sentono delusi e traditi ed è difficile dargli torto" sottolinea. Negli ultimi vent'anni "ci sono stati tanti fallimenti e passi sbagliati". Ma "è innegabile che ci siano stati progressi nel sistema sanitario, nell'educazione scolastica e nelle libertà personali dei cittadini, specialmente donne e ragazze. Tutto questo ora è a rischio".