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MONDO

L'accordo di pace non ferma gli scontri

Afghanistan: raffica di attacchi dei talebani, dopo una telefonata con Trump

Gli attacchi arrivano pochi giorni dopo l'intesa raggiunta dai talebani con gli Stati Uniti, che prevede il graduale ritiro delle truppe straniere dal Paese e l'avvio, il prossimo 10 marzo, di colloqui di pace tra i fondamentalisti islamici e il governo di Kabul 

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Raffica di attacchi terroristici dei talebani, poche ore dopo che la Casa Bianca aveva reso noto che c'era stata una telefonata del presidente Usa, Donald Trump, con il capo politico del movimento. I talebani hanno attaccato almeno tre avamposti nel distretto di Imam Sahib, nella provincia di Kunduz, uccidendo almeno 12 soldati e 4 poliziotti, ha riferito una fonte del consiglio provinciale, Safiullah Amiri. Altri 10 militari sono stati presi in ostaggio: è quanto hanno riferito fonti della sicurezza all'emittente afgana Tolonews.

I miliziani hanno attaccato la polizia anche nella provincia di Uruzgan: "Almeno sei agenti sono morti e sette sono rimasti feriti", ha reso noto un portavoce del governatore, Zergai Ebadi.

Trump ha avuto una conversazione con Baradar Akhund, vice capo politico dei guerriglieri talebani.  

L'accordo di pace non ferma gli scontri
L'attacco arriva pochi giorni dopo l'intesa raggiunta dai talebani con gli Stati Uniti, che prevede il graduale ritiro delle truppe straniere dal Paese e l'avvio, il prossimo 10 marzo, di colloqui di pace tra il governo di Kabul e i fondamentalisti islamici. Tuttavia, all'indomani della firma dell'intesa, sono sorti contrasti sul rilascio dei prigionieri previsto nel documento.

"Fino a 5.000 prigionieri talebani e 1.000 prigionieri dell'altra parte saranno rilasciati entro il 10 marzo 2020, primo giorno dei negoziati intra-afgani - si legge nell'intesa sottoscritta sabato scorso a Doha - le parti mirano a rilasciare tutti gli altri prigionieri nel corso dei successivi tre mesi".

Il presidente afgano Ashraf Ghani ha però dichiarato che il governo non ha preso "nessun impegno" alla liberazione dei prigionieri: "E' un diritto e una determinazione del popolo dell'Afghanistan. Può essere incluso nei negoziati intra-afgani, ma non è un prerequisito dei negoziati".