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MONDO

Lo scoop del Washington Post

Agenti segreti proteggono un'amica del loro capo invece di Obama

L'Operazione Moonlight li ha distolti dall'attività di sorveglianza della Casa Bianca per monitorare i vicini di Lisa Chopey, amica dell'allora direttore dei Servizi Segreti, dopo un litigio con i vicini

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Brenda Allen (dal Washington Post)
Washington
Per tre mesi il Presidente degli Stati Uniti ha avuto un apparato di sicurezza ridotto perché tre agenti scelti dei Servizi Segreti, invece di sorvegliare la Casa Bianca, hanno dovuto sorvegliare una coppia, colpevole solo di aver avuto un litigio con la vicina di casa, una donna di La Plata, una remota e ignota cittadina del Maryland, a più di un’ora di auto da Washington.

Lo scoop del Washington Post
A rendere possibile quello che sembra impossibile, le conoscenze della donna, Lisa Chopey, ex dipendente dei Servizi Segreti nonché amica personale dell’allora direttore, Mark Sullivan. Lo scoop è del Washington Post, che racconta i dettagli di una storia destinata a fare discutere gli Stati Uniti.

Sorvegliata un'impegata al posto della Casa Bianca
Nel 2011, per un periodo di almeno tre mesi, alcuni agenti hanno lasciato la Casa Bianca sguarnita e sorvegliato Michael Mulligan e la compagna Brenda Allen, terrorizzati da quelle auto scure che senza motivo sostavano a pochi metri dalla loro abitazione. Nome in codice: Operazione Moonlight.

A rischio la sicurezza di Obama?
Gli agenti erano parte del cosiddetto Team Prowler, che ha il compito di controllare le zone intorno alla Casa Bianca e monitorare soprattutto la folla che si raccoglie quando il presidente e la famiglia partono per un viaggio. Una mossa che ha messo seriamente a rischio la sicurezza della First Family, secondo le fonti del Washington Post.

Operazione Moonlight
Addirittura, sostengono le stesse fonti, il primo giorno dell’Operazione Moonlight due agenti hanno ricevuto l’ordine di lasciare la loro postazione alla Casa Bianca pochi minuti prima che Obama partisse per un viaggio sull’elicottero presidenziale.

Rallentata l'indagine interna
Temendo che si trattasse di utilizzo illegale delle risorse governative, le operazioni sono state riportate al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ma, scrive il Post, le indagini sono state lente e improntate su un modello volutamente soft.

Portavoce Servizi Segreti: è avvvenuto
Se la Casa Bianca nega di qualsiasi coinvolgimento o consapevolezza dell’operazione, il portavoce dei Servizi Segreti, Ed Donovan, conferma: alcuni agenti sono stati impiegati per la sicurezza di Lisa Chopley invece che della Casa Bianca. Per pochi giorni, però, non per mesi – spiega Donovan, secondo cui si tratta di un unità investigativa che può occuparsi della sicurezza dei propri dipendenti e non è specificamente dedicata al presidente.

L'ex direttore dei Servizi: operazione "appropriata"
L’ex direttore dei Servizi Segreti, Mark Sullivan – oggi direttore di una agenzia di sicurezza privata – ha commentato tramite il suo portavoce: non sarebbe stato lui, sostiene, ad aver dato l’ordine di monitorare Brenda Allen ma di averlo scoperto pochi giorni dopo e di aver trovato la decisione “appropriata”. Sullivan ha lasciato l’incarico lo scorso anno a seguito delle accuse rivolte ad alcuni membri del team incaricato di proteggere il presidente: avrebbero portato prostitute nelle loro camere d’albergo durante la campagna elettorale del 2012.

No comment dell'interessata
Lisa Chopey, anche lei ex dipendente dei Servizi Segreti, ha rifiutato di commentare.

All'oscuro l'attuale capo dei Servizi
Secondo il Washington Post l’attuale direttore dell’agenzia, Julia Pierson, che allora era a capo dello staff di Sullivan, era all’oscuro dell’operazione.

Il motore di tutto: il litigio
All’origine di questa vicenda, l’accusa di Lisa Chopley al vicino, Michael Mulligan: secondo quanto denunciato allo sceriffo, l’uomo la avrebbe inseguita in auto sul sentiero sterrato che porta alle loro abitazioni di La Plata. Secondo Mulligan la donna avrebbe tentato di investirlo a seguito di un’altra discussione.