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ITALIA

Implicato nel processo per la maxitruffa Fastweb-Telecom Italia Sparkle

Agguato a Roma. Chi era Silvio Fanella

L'uomo, 41 anni, era ritenuto dagli inquirenti della Capitale il cassiere del gruppo che fa riferimento a Gennaro Mokbel, l'imprenditore romano condannato a 15 anni nel medesimo processo. Fanella era stato condannato a 9 anni

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Roma, il luogo dell'agguato in cui è rimasto ucciso Silvio Fanella (Ansa)
Roma
La vittima dell'agguato di questa mattina in via Gandolfi, zona residenziale di Roma, è il 41enne Silvio Fanella, implicato nel processo per la maxitruffa Fastweb-Telecom Italia Sparkle che si è concluso con le assoluzioni del fondatore di Fastweb Silvio Scaglia e dell'ex ad di Tis (Telecom Italia Sparkle, ndr) Stefano Mazzitelli. L'uomo era ritenuto dagli inquirenti della Capitale il cassiere del gruppo che fa riferimento all'imprenditore Gennaro Mokbel, condannato nell'ambito del medesimo processo a 15 anni. Fanella era stato condannato a nove anni a seguito della sentenza nel processo di primo grado: era accusato di associazione per delinquere transnazionale pluriaggravata finalizzata al riciclaggio con altre venti persone. Dopo un periodo di detenzione in carcere e di arresti domiciliari, era tornato da tempo in libertà ma con l'obblligo di non lasciare Roma. Un'eventuale necessità di lasciare la Capitale doveva essere autorizzata dalla magistratura. Al processo, conclusosi nell'ottobre del 2013, era uno dei più presenti. Composto ed elegante, difficilmente si perdeva un'udienza. 

Secondo l'impianto accusatorio Fanella aveva "organizzato, diretto e controllato, assieme ad altri - è detto nel capo di imputazione - il materiale trasferimento delle somme indebitamente sottratte all'erario e il relativo reinvestimento in attivita' lecite e illecite". Le accuse dei pm romani riguardano anche il ruolo svolto da Fanella nel "controllo delle attività investigative in atto, l'assistenza alle famiglie degli associati che si erano allontanati dal territorio nazionale, l'intestazione fittizia di bene riferibili all'associazione in Italia e all'estero, la movimentazione di somme e preziosi in Italia e all'estero e il rientro nel nostro Paese dei capitali illecitamente acquisiti, ai fini del loro reinvestimento e in particolare ai fini dell'acquisto di immobili, attivita' commerciali, preziosi e altri beni".

In sostanza Fanella, assieme a Gennaro Mokbel ed altri, ha "costituito alcune società in alcuni paesi appartenenti alla 'black list', impartendo direttive mediante ordini trasmessi per via telematica, inviando emissari all'estero, gestendo di fatto la collocazione e la distribuzione dei capitali illecitamente acquisiti".

Tra i 18 condannati in primo grado il 17 ottobre scorso ci sono Mokbel (15 anni di reclusione) e, appunto, Fanella (9 anni). Erano stati assolti, invece, il fondatore di Fastweb Silvio Scaglia con gli ex dirigenti Mario Rossetti e Roberto Contin. Assolti pure l'ex amministratore delegato di Tis Stefano Mazzitelli con gli ex funzionari Antonio Catanzariti e Massimo Comito. 

Silvio Fanella aveva anche rischiato di essere vittima di un sequestro di persona architettato da un clan lucano per "punirlo" di avere sottratto soldi all'organizzazione. E' quanto sarebbe emerso da un'inchiesta della Procura di Potenza su alcuni soggetti vicina al clan melfitano dei Cassotta. Secondo le indagini tre giovani lucani erano stati reclutati da un componente del clan, conosciuto nel carcere di Frosinone, per compiere il rapimento di Fanella sospettato di aver fatto sparire i soldi del gruppo. Il tentativo però non era andato in porto.