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MONDO

Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Strasburgo dal 24 al 28 aprile

Consiglio d'Europa. La Turchia torna sotto la procedura di monitoraggio dell'assemblea parlamentare

Il futuro democratico della Turchia, dopo il tentato golpe di luglio, al centro del dibattito dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa a Strasburgo dal 24 al 28 aprile. Nei 5 giorni di assemblea i rapppresentanti di 47 nazioni europee ed euroasiatiche, tra cui la Russia e la Turchia, discutono anche di diritti umani nel Caucaso del nord, di prevenzione della tortura, delle limitazioni alla libertà di stampa e del finanziamento dell’assistenza ai rifugiati
 

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La Turchia torna sotto la procedura di pieno monitoraggio dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Il Paese era passato sotto la procedura più leggera di post monitoraggio nel 2004. E' la prima volta che l'assemblea decide di intervenire in tal senso nei confronti di un Paese membro del Consiglio d'Europa.

La decisione di rimettere la Turchia sotto pieno monitoraggio è stata votata da 113 parlamentari sui 170 presenti in aula. Nel rapporto votato dall'assemblea viene espressa numerose volte grande preoccupazione per la situazione in Turchia soprattutto per gli sviluppi avvenuti dopo il tentato colpo di stato.

In particolare sono rilevate le violazioni alla libertà di stampa, l'arresto di politici, accademici, funzionari pubblici, sindaci, e giudici. 

Intervento di Thorbjorn Jagland, Segretario generale del Consiglio d'Europa 
"Non dobbiamo considerare il referendum tenutosi in Turchia come la fine di un processo" dichiara il segretario generale del consiglio d'Europa, Thorbjorn Jagland, specificando che l'organizzazione attende di vedere quali decisioni saranno prese ora ad Ankara, ma ribadendo che se si reintroduce la pena di morte non si può restare membri dell'organizzazione. "Gli articoli della Costituzione approvati con il referendum hanno bisogno di leggi d'applicazione e questo è un passaggio cruciale" afferma Jagland, che si dice "particolarmente preoccupato" per gli articoli concernenti la magistratura, "perché una magistratura indipendente è un elemento fondamentale di qualsiasi società democratica e fondata sullo stato di diritto". 

Il Segretario generale ritiene che "l'Europa debba lavorare con la Turchia in modo costruttivo, perché se si dice che non c'è più nulla da fare le cose non possono che andare nella direzione sbagliata". Allo stesso tempo Jagland invita Ankara a "agire con cautela e a guardare i risultati del referendum per cercare una posizione più consensuale su come implementare i diversi articoli della Costituzione". Infine sulla reintroduzione della pena di morte il segretario generale specifica che se un paese membro dovesse farlo non potrebbe continuare a far parte del Consiglio d'Europa.

Questa la cornice istituzionale in cui si apre a Strasburgo la sessione parlamentare primaverile del Consiglio d'Europa l'organismo europeo (da non confodere con l'Unione Europea) di cui fanno parte 47 paesi appartenenti all'area geografica europea ed euroasiatica.

I dati contenuti nel rapporto dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa
L'assemblea parlamentare dovrà discutere una bozza di risoluzione sul "funzionamento delle istituzioni democratiche in Turchia" che, pur considerando la situazione di "emergenza" venutasi a creare a seguito del tentativo di colpo di stato del luglio 2017, presenta alcuni punti estremamente critici sulla adeguatezza democratica delle azioni intraprese dal goveno e dalle istituzioni turche.

La bozza di risoluzione presenta in allegato una serie di dati indicativi della gravità della situazione venutasi a creare in Turchia:
- 150.000 persone licenziate dai propri posti di lavoro
- 100.000 persone sotto inchiesta di cui 44.000 inprigionate in attesa di processo
- 3.994 magistrati sospesi dalle loro funzioni; 3.659 sono stati obbligati a dimettersi
- 177 media chiusi
- 150 giornalisti inprigionati
- 2.500 giornalisti licenziati
- circa 2.100 istituzioni scolastiche e universitarie chiuse
- circa 1.800 associazioni e fondazioni chiuse

Oltre a questi dati il rapporto allegato alla bozza di risoluzione analizza nei dettagli una serie di punti particolarmente critici:
- Detenzioni e arrersti caratterizzati da mancanza di garanzie procedurali e accesso all'assistenza legale
- Mancanza di asistenza e possibilità di riorganizzare la propria vita per le persone che hanno perso il lavoro
- Denuncie di torture e trattamenti inumani
- Confisca dei beni
- Impatto delle "purghe" ("morte civile") sulle persone sottoposte a provvedimenti restrittivi e punitivi
- Impatto delle "purghe" sulle istituzioni democratiche (sistema giudiziario, di polizia e di sicurezza)

Libertà di stampa e situazione nel sud est del paese
Infine il rapporto analizza nei dettagli i problemi che riguardanno la limitazione della libertà di stampa e di espressione in tutta la Turchia e la situazione eccezionale venutasi a creare nel sud est del paese in cui vive la maggioranza della popolazione di etnia curda.

Le controdeduzioni del presidente della delegazione turca 
In appendice al rapporto preliminare, pubblicato dall'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, viene presentata l'opinione contraria formulata da Talip Kucukan, presidente della delegazione turca all'assemblea parlamentare. Kucukan ritiene che il rapporto contenga "errori, affermazioni non provate e punti di vista soggettivi" e conclude affermando che il rapporto rappresenta un approccio discriminatorio nei confronti della Turchia e potrebbe portare al deterioramento delle relazioni tra la Turchia e il Consiglio d'Europa.